Regione Salento: ecco perchè la richiesta di referendum verrà respinta
di Tatiana Acquaviva
No alla Regione Salento. E’ stata respinta, infatti, la richiesta di referendum perché manca di fondamentali requisiti di legittimità. L’ottimismo del comitato promotore si scontra quindi con la dura realtà. Per spiegare i motivi della decisione interviene l’on. Ria dell’Udc, il quale fa presente che il numero di delibere da allegare alla richiesta di referendum deve essere tale da rappresentare almeno un terzo delle popolazioni interessate. Infatti, secondo l’annuncio della richiesta riportato nella Gazzetta ufficiale, solo 43 dei 146 Comuni interpellati hanno espresso la volontà di richiedere tale referendum. Dato che va in controtendenza, rispetto a quello di 64 comuni favorevoli, dichiarato dal Comitato pro-Salento. Inoltre, l’onorevole afferma di essere rimasto stupito dalla superficialità mista a pressappochismo con cui è stata gestita l’intera procedura, e accusa di aver strumentalizzato la vicenda, mascherando il tutto con la volontà di rispettare il desiderio popolare. Certo è che ciò che sta accadendo in questi giorni fa parte di un copione già visto, che si ripete ciclicamente. Basti pensare che tutto ha avuto inizio nel lontano 1947, quando il progetto di istituire la Regione Salento naufragò in modo non del tutto chiaro dopo che l’Assemblea Costituente ne aveva già approvato la nascita. La delusione dei salentini fu grande. Risale invece al 1996 l’ultima volta in cui le speranze autonomiste sembravano aver ripreso corpo, ma la mobilitazione anche allora non dette alcun frutto e non si riparò al "torto" subito nel 1947 quando la Regione Salento, già pronta sulla carta, era improvvisamente scomparsa. Scommettiamo quindi che questa patriottica storia nostrana farà ancora molto discutere.
No alla Regione Salento. E’ stata respinta, infatti, la richiesta di referendum perché manca di fondamentali requisiti di legittimità. L’ottimismo del comitato promotore si scontra quindi con la dura realtà. Per spiegare i motivi della decisione interviene l’on. Ria dell’Udc, il quale fa presente che il numero di delibere da allegare alla richiesta di referendum deve essere tale da rappresentare almeno un terzo delle popolazioni interessate. Infatti, secondo l’annuncio della richiesta riportato nella Gazzetta ufficiale, solo 43 dei 146 Comuni interpellati hanno espresso la volontà di richiedere tale referendum. Dato che va in controtendenza, rispetto a quello di 64 comuni favorevoli, dichiarato dal Comitato pro-Salento. Inoltre, l’onorevole afferma di essere rimasto stupito dalla superficialità mista a pressappochismo con cui è stata gestita l’intera procedura, e accusa di aver strumentalizzato la vicenda, mascherando il tutto con la volontà di rispettare il desiderio popolare. Certo è che ciò che sta accadendo in questi giorni fa parte di un copione già visto, che si ripete ciclicamente. Basti pensare che tutto ha avuto inizio nel lontano 1947, quando il progetto di istituire la Regione Salento naufragò in modo non del tutto chiaro dopo che l’Assemblea Costituente ne aveva già approvato la nascita. La delusione dei salentini fu grande. Risale invece al 1996 l’ultima volta in cui le speranze autonomiste sembravano aver ripreso corpo, ma la mobilitazione anche allora non dette alcun frutto e non si riparò al "torto" subito nel 1947 quando la Regione Salento, già pronta sulla carta, era improvvisamente scomparsa. Scommettiamo quindi che questa patriottica storia nostrana farà ancora molto discutere.