Vendola presenta il Piano per il Lavoro: è tutto oro quel che luccica?
di Nicola Zuccaro
"La concertazione è una cosa faticosa perchè faticoso è il dialogo con le forze sindacali a tutti i livelli unitamente alle altre parti sociali. Non per questo sminuisco il ruolo del sindacato che è centrale in una civiltà prima ancora che in una democrazia. E' ai sindacati che va affidato il compito di primi conduttori della cabina di regia per il Piano per il Lavoro con le altre forze sociali". Non si è fatta attendere la risposta del Governatore della Puglia Nichi Vendola alle segreterie regionali di CGIL, CISL E UIL all'indomani delle polemiche sulla chiusura al dialogo. Il Piano per il Lavoro presentato nella mattinata di oggi al Cineporto rappresenta questa sostanziale risposta dal punto di vista istituzionale. Mentre dal punto di vista politico Vendola ha rivendicato la paternità di quello che egli stesso ha fatto passare come un evento epocale dal momento che la Puglia, assieme alla Lombardia (Regione governata dal Pdl), è l'unica a varare un simile provvedimento teso a dare, principalmente, delle risposte al vasto mondo del precariato e della disoccupazione. Sono stati questi i concetti ripetuti a mò di ritornello dal governatore della Puglia che ha presentato un documento a forma di catalogo, arricchendolo di affermazioni catastrofiche del tipo: "Vivere questa crisi è come vivere un terzo dopoguerra che, rispetto al secondo, - quello del 1945 - è più difficile nell'avvio della ricostruzione perchè prima c'erano le macerie che rappresentavano l'idea di una distruzione ora invece no. Questo Piano per il Lavoro viene varato in un periodo di crisi senza precedenti nella storia dell'umanità". Puntualmente, dunque, è venuto fuori il prof. Vendola anzichè il presidente di una Regione, con le sue analisi storiche e sociologiche che hanno creato qualche sbadiglio e posto qualche difficoltà nel porgere domande da parte dei giornalisti.
Degli uditori che attendevano qualcosa in più sul contenuto di "quel catalogo", per la cui assimilazione era forse il caso di convocare un seminario di studio piuttosto che una inutile conferenza stampa. Gli unici dati comunicati erano i seguenti: 340 milioni di euro per la copertura finanziaria; 13.700 unità già occupate; 38.335 unità come cifra e obiettivo da raggiungere in termini di occupazione. Troppo pochi per una Regione che continua a conoscere l'emigrazione verso il Nord e verso l'Europa.
Chi si attendeva degli esempi, in primis sui settori nei quali dover investire, sarà rimasto sicuramente deluso.
"La concertazione è una cosa faticosa perchè faticoso è il dialogo con le forze sindacali a tutti i livelli unitamente alle altre parti sociali. Non per questo sminuisco il ruolo del sindacato che è centrale in una civiltà prima ancora che in una democrazia. E' ai sindacati che va affidato il compito di primi conduttori della cabina di regia per il Piano per il Lavoro con le altre forze sociali". Non si è fatta attendere la risposta del Governatore della Puglia Nichi Vendola alle segreterie regionali di CGIL, CISL E UIL all'indomani delle polemiche sulla chiusura al dialogo. Il Piano per il Lavoro presentato nella mattinata di oggi al Cineporto rappresenta questa sostanziale risposta dal punto di vista istituzionale. Mentre dal punto di vista politico Vendola ha rivendicato la paternità di quello che egli stesso ha fatto passare come un evento epocale dal momento che la Puglia, assieme alla Lombardia (Regione governata dal Pdl), è l'unica a varare un simile provvedimento teso a dare, principalmente, delle risposte al vasto mondo del precariato e della disoccupazione. Sono stati questi i concetti ripetuti a mò di ritornello dal governatore della Puglia che ha presentato un documento a forma di catalogo, arricchendolo di affermazioni catastrofiche del tipo: "Vivere questa crisi è come vivere un terzo dopoguerra che, rispetto al secondo, - quello del 1945 - è più difficile nell'avvio della ricostruzione perchè prima c'erano le macerie che rappresentavano l'idea di una distruzione ora invece no. Questo Piano per il Lavoro viene varato in un periodo di crisi senza precedenti nella storia dell'umanità". Puntualmente, dunque, è venuto fuori il prof. Vendola anzichè il presidente di una Regione, con le sue analisi storiche e sociologiche che hanno creato qualche sbadiglio e posto qualche difficoltà nel porgere domande da parte dei giornalisti.
Degli uditori che attendevano qualcosa in più sul contenuto di "quel catalogo", per la cui assimilazione era forse il caso di convocare un seminario di studio piuttosto che una inutile conferenza stampa. Gli unici dati comunicati erano i seguenti: 340 milioni di euro per la copertura finanziaria; 13.700 unità già occupate; 38.335 unità come cifra e obiettivo da raggiungere in termini di occupazione. Troppo pochi per una Regione che continua a conoscere l'emigrazione verso il Nord e verso l'Europa.
Chi si attendeva degli esempi, in primis sui settori nei quali dover investire, sarà rimasto sicuramente deluso.
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Politica