"Vietate il passaggio su quel litorale": è allarme falesia a Torre Guaceto
BRINDISI. "Ancora non sappiamo se e che cosa si farà in relazione al problema erosivo che interessa Torre Guaceto. L’unica cosa certa al cento per cento è che non si effettuerà alcun intervento fisico o strutturale". Il direttore del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Alessandro Ciccolella, in qualità anche di custode giudiziario dell’area dove lo scorso 21 ottobre perse la vita un giovane ricercatore tarantino, schiacciato dall’improvviso crollo di un’ampia porzione di costone - area che resta in attesa di conoscere quali saranno gli intendimenti della Regione in vista dell’arrivo della nuova stagione estiva.
"Allo stato - sostiene Ciccolella - potrebbero esserci problemi per la fruizione del tratto costiero che va dal punto dove è avvenuta la tragedia sino al Canale Reale. In teoria, tutta questa zona non è fruibile; sinora, però, non c’è ancora una ordinanza che lo vieta, ma presumibilmente un provvedimento del genere potrebbe essere emanato entro 3-4 mesi".
Potrebbe, perchè in realtà tutto dipende da come si deciderà di affrontare il problema dell’erosione: "Ci sono due correnti di pensiero - spiega il direttore del Consorzio: secondo alcuni, la cosa più giusta e corretta da fare è stabilizzare la falesia con interventi di ingegneria naturalistica, ossia con palificate che servono a bloccare e a non far conseguentemente franare la falesia nelle zone più a rischio. Solo in tal modo, peraltro, si eviterebbe di interdire chilometri di spiaggia alla fruizione dei bagnanti (che, in alcune zone, sono presenti in circa un migliaio al giorno)".
"L’altra corrente di pensiero, invece - aggiunge - sarebbe propensa a non stabilizzare la falesia perchè ciò sarebbe contro natura. Personalmente, opterei per la prima ipotesi, in quanto sarebbe un duro colpo per tanti brindisini perdere la fruibilità delle spiagge che insistono in tale tratto di costa. In ogni caso, qualcuno, e nel più breve tempo possibile, dovrà assumersi la responsabilità di decidere in un verso o nell’altro".
"Allo stato - sostiene Ciccolella - potrebbero esserci problemi per la fruizione del tratto costiero che va dal punto dove è avvenuta la tragedia sino al Canale Reale. In teoria, tutta questa zona non è fruibile; sinora, però, non c’è ancora una ordinanza che lo vieta, ma presumibilmente un provvedimento del genere potrebbe essere emanato entro 3-4 mesi".
Potrebbe, perchè in realtà tutto dipende da come si deciderà di affrontare il problema dell’erosione: "Ci sono due correnti di pensiero - spiega il direttore del Consorzio: secondo alcuni, la cosa più giusta e corretta da fare è stabilizzare la falesia con interventi di ingegneria naturalistica, ossia con palificate che servono a bloccare e a non far conseguentemente franare la falesia nelle zone più a rischio. Solo in tal modo, peraltro, si eviterebbe di interdire chilometri di spiaggia alla fruizione dei bagnanti (che, in alcune zone, sono presenti in circa un migliaio al giorno)".
"L’altra corrente di pensiero, invece - aggiunge - sarebbe propensa a non stabilizzare la falesia perchè ciò sarebbe contro natura. Personalmente, opterei per la prima ipotesi, in quanto sarebbe un duro colpo per tanti brindisini perdere la fruibilità delle spiagge che insistono in tale tratto di costa. In ogni caso, qualcuno, e nel più breve tempo possibile, dovrà assumersi la responsabilità di decidere in un verso o nell’altro".