Amministrative Bologna: solo Nettuno può salvare la Dotta

di Vito Ferri. “Il primo regno, cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno, che la tradizione vuole fratello di Giove”. Si esprime così Marco Tullio Cicerone nel De natura deorum per narrare ai romani l’affascinante quanto misteriosa genesi della divinità pagana del dio dei mari. E sono proprio la forza e la magnanimità di Nettuno ad ispirare il neo candidato sindaco di Bologna, il 64enne Angelo Maria Carcano, nel guidare l’omonima lista civica. Romano di nascita ma bolognese d’adozione, tra i maggiori avvocati civilisti della città, Carcano non difetta certo di temerarietà quando sostiene in un’intervista al Corriere: “La città ha bisogno di uno che affronti problemi semplici ma di importanza epica”. Ed epica sarà la sua impresa nell’affrontare i marosi delle Amministrative bolognesi del 2011. A presentare la sua candidatura, il 2 marzo nella Cappella Farnese del Comune, il segretario Confederale Generale della Uil, Luigi Angeletti, sul quale Carcano fa grande affidamento anche in termini di consenso.
“L’unico candidato veramente civico”. Così si è autodefinito nel raffinato invito inviato alla stampa per l’evento. Rivoluzionario il suo manifesto: “Se vinco, la mia giunta sarà composta da gente comune: un negoziante, un giornalaio, un taxista, una casalinga, professionisti e commercianti. Degno di uno stoico il metodo: “Non mi spaventano le tempeste perché mi allenano a governare meglio la mia barca”.
Le motivazioni della sua candidatura nascono da una insoddisfazione profonda, peraltro speculare a quella dei bolognesi, sui candidati civici in lizza: “Se ci fossero personaggi di una certa caratura sarei rimasto in disparte. Merola e Aldrovandi sono persone degne, ma non posso considerarli civici in senso tecnico”. E la campagna elettorale? “Farò molti incontri con associazioni di categoria, circoli, gruppi”.
Va detto che il programma di Carcano s’incentra tutto sulla sicurezza e sull’ambiente, tematiche particolarmente sentite in questi ultimi anni nella Dotta Bologna. Ma c’è spazio anche per i piccoli grandi bisogni dei bolognesi, come l’installazione di tremila cestini con posacenere, all’introduzione di nuovi orari per Sirio e Rita, all’acquisto di bus piccoli e più pratici nelle anguste strade del centro, e “particolare attenzione a giovani in cerca di lavoro, anziani, tossicodipendenti e immigrati in regola”.
Cose dell’altro mondo in una politica politicante sempre più autoreferenziale e che non riesce più a guardare in faccia con dignità il cittadino comune, che vive, anima, ed è cuore pulsante di una città, come Bologna, che ha bisogno di rinascere innanzitutto moralmente. Ora solo Nettuno può salvare la Dotta.

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