di Nicola Ricchitelli
Saranno le primarie di domani l’ultimo atto del sindaco Nicola Maffei dopo cinque anni di pseudo amministrazione? Lo spera parte del popolo del centrosinistra barlettano che nell’operato dell’ingegner-professore proprio non si riconosce.
Ultimo atto uno spettacolo iniziato qualche mese fa con la creazione della pagina Facebook, per poi passare da sporadiche comparse in pubblico, – dopo anni di totale assenteismo - fino a divenirne assidue se non maniacali.
Poi, avanti con una serie di iniziative dal retrogusto di campagna elettorale – vedi “Barletta cresce” e la serie di incontri nelle scuole ad incantare mamme e alunni – senza dimenticare lo stesso libricino fatto pervenire direttamente nelle case dei barlettani in pieno stile berlusconiano, passando per l’esperienza da dj di ieri sera in un noto locale della città dove il primo cittadino della città di Eraclio al grido di: “Gioventù bruciata? Vallo a dire a qualcun altro” si è esibito con tanto di goffi gesti rapper e rap creati ad arte che inneggiavano a “Maffei sindaco di Barletta”.
Il tutto per nascondere cinque anni di amministrazione, un'amministrazione che passa dalla nomina a nono sindaco più amato d’Italia – indagine commissionata dal “Sole 24 Ore” alla società Fullresearch – fino a perdere undici punti e posizionarsi quindi attorno al 70° posto nel recente sondaggio. A dire il vero, Maffei forse amato non lo è stato mai: qualcuno ricorda il servizio giornalistico del tg della tv locale di Amica 9? Che ne pensa di Maffei sindaco tra i piu amati d’Italia? Le risposte andarono dal "ma chi hanno intervistato?" fino al "meglio la buon’anima di Salerno".
Un'amministrazione che, nonostante alcuni successi indubbiamente attribuibili all’ingegner-professore – vedi De Nittis a Parigi e la valorizzazione del Palazzo della Marra – ha toccato il punto più basso lo scorso Luglio con il ritardo dell’approvazione del bilancio, rischiando la diffida da parte della Prefettura di Bari con conseguente commissariamento. Insomma, si è passati da un rischio dimissioni ad una ricadindatura. Un sindaco che tra le strade di Barletta ha sposato la linea del “farsi vedere” anziché osservare e ascoltare, così come il capogruppo Pdl al consiglio comunale Rizzi ha sottolineato: "Assistiamo da qualche settimana al feroce rifacimento del look "superficiale" della città attraverso molteplici iniziative racchiuse sotto lo slogan "Barletta cresce", messe in atto dal nostro primo cittadino in funzione (ormai inutile nasconderlo) della sua prossima ricandidatura, primarie permettendo, alla guida del governo cittadino. Che Barletta fosse cresciuta ce ne eravamo accorti già da tempo – questa l’osservazione ironica del consigliere comunale il quale prosegue - Il degrado, lo squallore morale, la rabbia e l'insofferenza dei cittadini, ecco cosa è cresciuto in questi cinque anni e continua a crescere e non servirà certamente alcun manifesto 6x3 o libricino informativo, stampati grazie ai soldi di chissà chi, ad illustrare la reale situazione della città . Per non parlare dei costi di gestione di "palcoscenici" come quello del teatro Curci, scenario di presentazione di tale iniziativa, con tanto di comparsate degnamente retribuite".
“Barletta cresce” appunto, un disperato tentativo da parte del sindaco uscente di sintetizzare in poco più di cento pagine l’operato di questi cinque anni, cento pagine dove opere ordinarie – rifacimento di strade e piazze, ammodernamento dell’illuminazione pubblica, miglioramento della rete idrica e fognaria – diventano straordinarie, un libricino dove la parola d’ordine è “faremo” e “farò”, come se in questi cinque anni la fascia tricolore è stata indossata da qualcun altro.
"Quello che vediamo arrivare in questi giorni a casa – dice Rizzi in merito all'ospuscolo inviato dall'amministrazione a tutti i nuclei familiari della città - non è altro che un mero libro dei sogni di come i nostri concittadini vorrebbero Barletta davvero fosse, il naturale prosieguo dei sogni di "Barletta capitale" di cinque anni fa".
Un'iniziativa che ha scatenato non poche polemiche, se non altro per il fatto che in molti si chiedono chi paga tutto ciò; la stessa domanda se la pone lo stesso consigliere comunale del Pdl: "Molti, come il sottoscritto, si chiedono dunque, memori di faraoniche campagne di "vendoliana" memoria, se tutto questo spreco di "energie" sia a carico delle tasche di Maffei o di quelle della cittadinanza. Quella stessa cittadinanza più realisticamente alle prese oggi con i mille problemi dettati dallo scempio di una politica in mano a piccoli gruppi di potere". Quindi la conclusione dello stesso esponente del Pdl: "Barletta merita precise e trasparenti risposte in merito a questa situazione, - afferma Rizzi - per questo presenterò al più presto, insieme ai miei colleghi di partito, una interrogazione in consiglio comunale – conclude - alla quale sono certo il sindaco Maffei vorrà dare eloquenti risposte".
Saranno le primarie di domani l’ultimo atto del sindaco Nicola Maffei dopo cinque anni di pseudo amministrazione? Lo spera parte del popolo del centrosinistra barlettano che nell’operato dell’ingegner-professore proprio non si riconosce.
Ultimo atto uno spettacolo iniziato qualche mese fa con la creazione della pagina Facebook, per poi passare da sporadiche comparse in pubblico, – dopo anni di totale assenteismo - fino a divenirne assidue se non maniacali.
Poi, avanti con una serie di iniziative dal retrogusto di campagna elettorale – vedi “Barletta cresce” e la serie di incontri nelle scuole ad incantare mamme e alunni – senza dimenticare lo stesso libricino fatto pervenire direttamente nelle case dei barlettani in pieno stile berlusconiano, passando per l’esperienza da dj di ieri sera in un noto locale della città dove il primo cittadino della città di Eraclio al grido di: “Gioventù bruciata? Vallo a dire a qualcun altro” si è esibito con tanto di goffi gesti rapper e rap creati ad arte che inneggiavano a “Maffei sindaco di Barletta”.
Il tutto per nascondere cinque anni di amministrazione, un'amministrazione che passa dalla nomina a nono sindaco più amato d’Italia – indagine commissionata dal “Sole 24 Ore” alla società Fullresearch – fino a perdere undici punti e posizionarsi quindi attorno al 70° posto nel recente sondaggio. A dire il vero, Maffei forse amato non lo è stato mai: qualcuno ricorda il servizio giornalistico del tg della tv locale di Amica 9? Che ne pensa di Maffei sindaco tra i piu amati d’Italia? Le risposte andarono dal "ma chi hanno intervistato?" fino al "meglio la buon’anima di Salerno".
Un'amministrazione che, nonostante alcuni successi indubbiamente attribuibili all’ingegner-professore – vedi De Nittis a Parigi e la valorizzazione del Palazzo della Marra – ha toccato il punto più basso lo scorso Luglio con il ritardo dell’approvazione del bilancio, rischiando la diffida da parte della Prefettura di Bari con conseguente commissariamento. Insomma, si è passati da un rischio dimissioni ad una ricadindatura. Un sindaco che tra le strade di Barletta ha sposato la linea del “farsi vedere” anziché osservare e ascoltare, così come il capogruppo Pdl al consiglio comunale Rizzi ha sottolineato: "Assistiamo da qualche settimana al feroce rifacimento del look "superficiale" della città attraverso molteplici iniziative racchiuse sotto lo slogan "Barletta cresce", messe in atto dal nostro primo cittadino in funzione (ormai inutile nasconderlo) della sua prossima ricandidatura, primarie permettendo, alla guida del governo cittadino. Che Barletta fosse cresciuta ce ne eravamo accorti già da tempo – questa l’osservazione ironica del consigliere comunale il quale prosegue - Il degrado, lo squallore morale, la rabbia e l'insofferenza dei cittadini, ecco cosa è cresciuto in questi cinque anni e continua a crescere e non servirà certamente alcun manifesto 6x3 o libricino informativo, stampati grazie ai soldi di chissà chi, ad illustrare la reale situazione della città . Per non parlare dei costi di gestione di "palcoscenici" come quello del teatro Curci, scenario di presentazione di tale iniziativa, con tanto di comparsate degnamente retribuite".
“Barletta cresce” appunto, un disperato tentativo da parte del sindaco uscente di sintetizzare in poco più di cento pagine l’operato di questi cinque anni, cento pagine dove opere ordinarie – rifacimento di strade e piazze, ammodernamento dell’illuminazione pubblica, miglioramento della rete idrica e fognaria – diventano straordinarie, un libricino dove la parola d’ordine è “faremo” e “farò”, come se in questi cinque anni la fascia tricolore è stata indossata da qualcun altro.
"Quello che vediamo arrivare in questi giorni a casa – dice Rizzi in merito all'ospuscolo inviato dall'amministrazione a tutti i nuclei familiari della città - non è altro che un mero libro dei sogni di come i nostri concittadini vorrebbero Barletta davvero fosse, il naturale prosieguo dei sogni di "Barletta capitale" di cinque anni fa".
Un'iniziativa che ha scatenato non poche polemiche, se non altro per il fatto che in molti si chiedono chi paga tutto ciò; la stessa domanda se la pone lo stesso consigliere comunale del Pdl: "Molti, come il sottoscritto, si chiedono dunque, memori di faraoniche campagne di "vendoliana" memoria, se tutto questo spreco di "energie" sia a carico delle tasche di Maffei o di quelle della cittadinanza. Quella stessa cittadinanza più realisticamente alle prese oggi con i mille problemi dettati dallo scempio di una politica in mano a piccoli gruppi di potere". Quindi la conclusione dello stesso esponente del Pdl: "Barletta merita precise e trasparenti risposte in merito a questa situazione, - afferma Rizzi - per questo presenterò al più presto, insieme ai miei colleghi di partito, una interrogazione in consiglio comunale – conclude - alla quale sono certo il sindaco Maffei vorrà dare eloquenti risposte".