di Nicola Ricchitelli
Parte con Oronzo Cilli, giovanissimo esponente del Pdl qui a Barletta, la serie di interviste in vista delle prossime amministrative che si svolgeranno qui a Barletta a Maggio. Interviste che serviranno agli elettori a conoscere più a fondo la storia politica di ogni candidato aldilà di manifesti e slogan elettorali.
Oronzo Cilli nonostante la sua giovane età vanta un lungo trascorso in ambito politico: infatti, dei sue trentatre anni, diciotto li ha dedicati alla politica e a far politica.
Vive le prime esperienze politiche alla tenera età di 15 anni con l’adesione al Fronte della Gioventù, l'allora Movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.
Dopo la nascita di Alleanza Nazionale, assieme a quasi tutto il gruppo giovanile del MSI, abbandona la nuova creatura voluta da Tatarella e Fini per militare nel neonato Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Pino Rauti, almeno fino al 2003, quando entra in Alleanza Nazionale, voluto dall’allora componente Destra Sociale guidata da Alemanno e Storace.
Dopo lo scioglimento di An approda nel nascente Popolo della Libertà. Tanti i sacrifici ma anche le soddisfazioni. Dapprima segretario giovanile dei ragazzi della Fiamma Tricolore dal 1998 al 2001, e quindi dirigente provinciale dello stesso partito e ancora dirigente provinciale di Alleanza Nazionale, fino al suo scioglimento, e oggi dirigente provinciale nel Pdl.
Tra questi, l’incarico di consigliere dell’allora Ministro alle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, che lo indica, successivamente, quale coordinatore provinciale per la Bat dei Circoli Nuova Italia, l’associazione interna ad An prima e Pdl poi, che vede coordinatore nazionale il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano al fianco del sindaco di Roma.
D: Un saluto ad Oronzo Cilli, esponente del Pdl cittadino, nonché uno dei massimi dirigenti provinciali di Barletta del partito e candidato al Consiglio Comunale alle prossime elezioni amministrative di Maggio.
Signor Cilli, quali i motivi di questa sua candidatura?
R: "La mia candidatura in realtà è la continuazione di un percorso intrapreso cinque anni fa, dopo la mia prima candidatura al consiglio comunale in Alleanza Nazionale, e che vede una comunità coinvolta attorno ad un progetto e ad una stessa visione della politica. E’ questo percorso e la vicinanza di tanti amici che con me hanno condiviso anni di impegno e sacrifici a rendere questa mio impegno non solo una sfida personale, ma di un intero gruppo. Una comunità di persone che non è un semplice comitato elettorale, fatta di vera cultura e non di citazioni rubate: in poche parole un disegno civile e politico che non è una carriera personale".
D: Una militanza politica, la sua, iniziata alla “tenera” età di quindici anni al Fronte della Gioventù - l'allora movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale – ad oggi sarebbe quasi impensabile vedere giovani, appena adolescenti, frequentare le stanze di partito. Cosa è cambiato e cosa la politica può e deve fare per riavvicinare i giovani alla politica?
R: "In effetti la partecipazione dei giovani alla vita di partito è molto cambiata rispetto agli anni in cui ho cominciato a frequentare la sede dell’allora Movimento Sociale Italiano. Agli inizi degli anni novanta una certa legittimità politica non era ancora riconosciuta al MSI come poi avvenne negli anni successivi ad Alleanza Nazionale. Mi sono avvicinato alla politica, e al MSI in particolare, in modo del tutto autonomo perché credevo che quel partito, così come lo credo ancora, fosse l’unico portatore di quei valori, temi e visione del mondo che mi potesse rappresentare. Eppure mio padre, da poco venuto a mancare, era iscritto dal 1971, con alle spalle la militanza nel Fronte della Gioventù, ricoprendo anche qualche incarico, ed un passato da dirigente dell’allora Ordine Nuovo di Pino Rauti, non mi aveva mai spinto a fare questa scelta. Lui voleva che fossi io, in piena libertà, a scegliere. Oggi i meccanismi di partecipazione sono cambiati. Esistono i social network, la partecipazione “spontanea”, le organizzazioni parallele e i partiti hanno perso quella funzione aggregante che avevano avuto nel passato. Però è anche vero che la politica, con il malcostume e il continuo cambiare casacca, ci ha messo del suo. Ma ci sono casi e casi. Ad esempio i ragazzi della Giovane Italia del Pdl che mi affiancano hanno avuto un percorso politico iniziato quando frequentavano le scuole superiori e oggi, alcuni di loro, sono anche giovani professionisti.
D: Singolare è stata su Facebook la sua iniziativa di pubblicare l’immagine del certificato dei carichi pendenti. Proprio in un suo intervento, nell’ambito dell’iniziativa del “Palazzo di Cristallo”, si è parlato di familismo e compravendita di voti. Quanto è grave la questione morale nella città di Barletta? Cosa fare per combattere questi due annosi fenomeni in crescente espansione negli ultimi anni?
R: "La scelta di pubblicare il Certificato di imputazione penale pendente è una conseguenza delle parole dette e anche scritte. Se ne è discusso anche all’incontro del “Palazzo di Cristallo” – iniziativa che reputo ancora valida nelle sue motivazioni – e nono solo. Sulla questione del familismo e la compravendita dei voti ho più volte scritto sulle pagine della Gazzetta del Nordbarese, così come ho scritto della questione relativa al numero elevato delle commissioni consiliari. Su questi argomenti, purtroppo, siamo stati davvero in pochi e la cosa che più amareggia e chi doveva intervenire – a destra come a sinistra – ha preferito tacere. Gli stessi che oggi giustificano le loro scelte con l’amore verso la città. Tali atteggiamenti non fanno che allontanare dalla politica, cioè dalla gestione della cosa pubblica,i giovani e chi ha voglia di essere protagonista nelle scelte che riguardano questa città. Dopo aver scritto, per quanto mi concerne, è necessario combattere pubblicamente il malcostume dei rappresentanti di lista, che per ragioni poco chiare diventano rappresentanti del candidato, affermando con forza che la dignità delle persone e la libertà di voto non devono avere nessun prezzo o promessa».
D: Cinque anni di amministrazione Maffei: c’è qualcosa da salvare?
R: "Non sono uno di quelli che per pura propaganda elettorale sostiene che nulla sia stato fatto in questa città in questi ultimi cinque anni. Salverei alcune scelte culturali compiute da Maffei, come la promozione di De Nittis o questioni relative al tema del sociale. C’è da dire, però, che l’amministrazione Maffei poteva fare molto di più, ma ciò non è avvenuto in quanto l’attuale sindaco non ha mai avuto una maggioranza solida e compatta. Quasi tutti i provvedimenti sono stati adottati con risicate maggioranze e, ahimè, alle volte con l’aiuto dell’opposizione. Si poteva migliorare la questione della viabilità cittadina, che proprio negli ultimi mesi sembra aver avuto un peggioramento nella scelta dei sensi di marcia, nella realizzazione di rotonde non proprio tonde come in via Canosa o delle piste ciclabili che si commentano da sole. E’ chiaro che ognuno avrà avuto i suoi motivi ma è giusto, dopo cinque anni, che l’amministrazione dia conto del suo operato. Se ai cittadini piace come è stata gestita la città allora ritorni a darle fiducia ma laddove, come sostengo con forza, questo non risulti al vero è giusto che si cambi e si dia ad altri il compito di cambiare Barletta".
D: All’orizzonte ben quattro candidati sindaci proveranno a spodestare il sindaco uscente Nicola Maffei dal Palazzo di città. Che campagna elettorale sarà?
R: "La campagna elettorale, visti i candidati in lizza, credo sarà nel segno della correttezza e mi auguro, comunque, che non scada nella volgarità o peggio in rissa. Non lo meritano i candidati, a sindaco e al Consiglio, non lo merita soprattutto Barletta e i suoi cittadini. Mi auguro si possa parlare di progetti e idee che possano cambiare questo stato delle cose. Io personalmente sono impegnato da tempo nel portare avanti la battaglia sulle politiche giovanili con proposte a breve e lungo termine come la nomina di un Assessore alle Politiche Giovanili, con relativi uffici, un rafforzamento e ampliamento degli sportelli informativi per i giovani e una maggiore capacità progettuale sulle tante opportunità messe in campo dal Governo e dall’Unione europea".
D: Su facebook sta spopolando il personaggio di Nicola Mafe’, imitazione del sindaco Maffei, che per giunta ha ottenuto dal popolo barlettano presente sul social network il titolo di “barlettano dell’anno”. Abbiamo saputo che il giovane che lo interpreta è uno dei ragazzi che la sostiene in campagna elettorale. Ci dice, in poche parole, come è nata?
R: "L’idea del personaggio Nicola Mafe’, che in realtà si chiama Angelo Mastropierro, mi è nata alcuni mesi fa durante una riunione organizzativa dopo aver visto Angelo con la barba non tagliata e gli occhiali da sole. Maffei in formato giovane e di destra. Allora pensammo di calcare la mano e così è nato il profilo facebook e tutte le gag di immagini o frasi che allietano le giornate di molti utenti barlettani. Dietro c’è una bella squadra che ci lavora assieme ad Angelo che è un vero spasso. La cosa bella è che a Maffei piace e so che lo segue quando ha tempo. Comunque a breve ne vedrete delle belle".
D: L'ultimo atto della questione Bartolo Tatò, visti i tanti passi avanti e indietro, ha suscitato davvero cosi tanto clamore? O un pò c'era d'aspettarselo? Non pensi che la questione possa in qualche modo compromettere la già difficile battaglia che vi attende? Sul nome del candidato, c'è da aspettarsi la scelta tra i nomi già fatti nei giorni scorsi, o qualche novità in stile Tatò?
R: "Bartolo Tatò ha sorpreso tutti, ma lo ha fatto per metà, e mi riferisco ai diversi momenti di riflessione che ha chiesto alla coalizione e che facevano presagire un esito non proprio favorevole. Comprendo le sue motivazioni, così come faccio mie le preoccupazioni di tanti amici che vedevano in Tatò l'uomo giusto per vincere queste elezioni. Detto questo, non posso, però, arrovellarmi su ciò che ormai è il passato. Il momento della analisi è superato, oggi è tempo di sintesi. La campagna elettorale non credo si possa definire compromessa, chiaramente queste vicende non giovano al nostro risultato. Sono convinto, però, che il risultato potrebbe non essere poi così scontato. È chiaro che bisogna rimboccarsi le maniche nell’individuare un candidato sindaco capace di essere sintesi tra le diverse anime. Una cosa mi preme sottolineare: il centrodestra barlettano ha, anche al proprio interno, candidati sindaco capaci di affrontare la prossima campagna elettorale come proposta alternativa ad un centrosinistra incapace di dare risposte concrete e di prospettiva alla comunità barlettana. Sui nomi, lascio che siano le segreterie cittadine ad esprimersi, il sottoscritto non farà mancare il suo apporto in campagna elettorale".
Parte con Oronzo Cilli, giovanissimo esponente del Pdl qui a Barletta, la serie di interviste in vista delle prossime amministrative che si svolgeranno qui a Barletta a Maggio. Interviste che serviranno agli elettori a conoscere più a fondo la storia politica di ogni candidato aldilà di manifesti e slogan elettorali.
Oronzo Cilli nonostante la sua giovane età vanta un lungo trascorso in ambito politico: infatti, dei sue trentatre anni, diciotto li ha dedicati alla politica e a far politica.
Vive le prime esperienze politiche alla tenera età di 15 anni con l’adesione al Fronte della Gioventù, l'allora Movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.
Dopo la nascita di Alleanza Nazionale, assieme a quasi tutto il gruppo giovanile del MSI, abbandona la nuova creatura voluta da Tatarella e Fini per militare nel neonato Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Pino Rauti, almeno fino al 2003, quando entra in Alleanza Nazionale, voluto dall’allora componente Destra Sociale guidata da Alemanno e Storace.
Dopo lo scioglimento di An approda nel nascente Popolo della Libertà. Tanti i sacrifici ma anche le soddisfazioni. Dapprima segretario giovanile dei ragazzi della Fiamma Tricolore dal 1998 al 2001, e quindi dirigente provinciale dello stesso partito e ancora dirigente provinciale di Alleanza Nazionale, fino al suo scioglimento, e oggi dirigente provinciale nel Pdl.
Tra questi, l’incarico di consigliere dell’allora Ministro alle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, che lo indica, successivamente, quale coordinatore provinciale per la Bat dei Circoli Nuova Italia, l’associazione interna ad An prima e Pdl poi, che vede coordinatore nazionale il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano al fianco del sindaco di Roma.
D: Un saluto ad Oronzo Cilli, esponente del Pdl cittadino, nonché uno dei massimi dirigenti provinciali di Barletta del partito e candidato al Consiglio Comunale alle prossime elezioni amministrative di Maggio.
Signor Cilli, quali i motivi di questa sua candidatura?
R: "La mia candidatura in realtà è la continuazione di un percorso intrapreso cinque anni fa, dopo la mia prima candidatura al consiglio comunale in Alleanza Nazionale, e che vede una comunità coinvolta attorno ad un progetto e ad una stessa visione della politica. E’ questo percorso e la vicinanza di tanti amici che con me hanno condiviso anni di impegno e sacrifici a rendere questa mio impegno non solo una sfida personale, ma di un intero gruppo. Una comunità di persone che non è un semplice comitato elettorale, fatta di vera cultura e non di citazioni rubate: in poche parole un disegno civile e politico che non è una carriera personale".
D: Una militanza politica, la sua, iniziata alla “tenera” età di quindici anni al Fronte della Gioventù - l'allora movimento giovanile del Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale – ad oggi sarebbe quasi impensabile vedere giovani, appena adolescenti, frequentare le stanze di partito. Cosa è cambiato e cosa la politica può e deve fare per riavvicinare i giovani alla politica?
R: "In effetti la partecipazione dei giovani alla vita di partito è molto cambiata rispetto agli anni in cui ho cominciato a frequentare la sede dell’allora Movimento Sociale Italiano. Agli inizi degli anni novanta una certa legittimità politica non era ancora riconosciuta al MSI come poi avvenne negli anni successivi ad Alleanza Nazionale. Mi sono avvicinato alla politica, e al MSI in particolare, in modo del tutto autonomo perché credevo che quel partito, così come lo credo ancora, fosse l’unico portatore di quei valori, temi e visione del mondo che mi potesse rappresentare. Eppure mio padre, da poco venuto a mancare, era iscritto dal 1971, con alle spalle la militanza nel Fronte della Gioventù, ricoprendo anche qualche incarico, ed un passato da dirigente dell’allora Ordine Nuovo di Pino Rauti, non mi aveva mai spinto a fare questa scelta. Lui voleva che fossi io, in piena libertà, a scegliere. Oggi i meccanismi di partecipazione sono cambiati. Esistono i social network, la partecipazione “spontanea”, le organizzazioni parallele e i partiti hanno perso quella funzione aggregante che avevano avuto nel passato. Però è anche vero che la politica, con il malcostume e il continuo cambiare casacca, ci ha messo del suo. Ma ci sono casi e casi. Ad esempio i ragazzi della Giovane Italia del Pdl che mi affiancano hanno avuto un percorso politico iniziato quando frequentavano le scuole superiori e oggi, alcuni di loro, sono anche giovani professionisti.
D: Singolare è stata su Facebook la sua iniziativa di pubblicare l’immagine del certificato dei carichi pendenti. Proprio in un suo intervento, nell’ambito dell’iniziativa del “Palazzo di Cristallo”, si è parlato di familismo e compravendita di voti. Quanto è grave la questione morale nella città di Barletta? Cosa fare per combattere questi due annosi fenomeni in crescente espansione negli ultimi anni?
R: "La scelta di pubblicare il Certificato di imputazione penale pendente è una conseguenza delle parole dette e anche scritte. Se ne è discusso anche all’incontro del “Palazzo di Cristallo” – iniziativa che reputo ancora valida nelle sue motivazioni – e nono solo. Sulla questione del familismo e la compravendita dei voti ho più volte scritto sulle pagine della Gazzetta del Nordbarese, così come ho scritto della questione relativa al numero elevato delle commissioni consiliari. Su questi argomenti, purtroppo, siamo stati davvero in pochi e la cosa che più amareggia e chi doveva intervenire – a destra come a sinistra – ha preferito tacere. Gli stessi che oggi giustificano le loro scelte con l’amore verso la città. Tali atteggiamenti non fanno che allontanare dalla politica, cioè dalla gestione della cosa pubblica,i giovani e chi ha voglia di essere protagonista nelle scelte che riguardano questa città. Dopo aver scritto, per quanto mi concerne, è necessario combattere pubblicamente il malcostume dei rappresentanti di lista, che per ragioni poco chiare diventano rappresentanti del candidato, affermando con forza che la dignità delle persone e la libertà di voto non devono avere nessun prezzo o promessa».
D: Cinque anni di amministrazione Maffei: c’è qualcosa da salvare?
R: "Non sono uno di quelli che per pura propaganda elettorale sostiene che nulla sia stato fatto in questa città in questi ultimi cinque anni. Salverei alcune scelte culturali compiute da Maffei, come la promozione di De Nittis o questioni relative al tema del sociale. C’è da dire, però, che l’amministrazione Maffei poteva fare molto di più, ma ciò non è avvenuto in quanto l’attuale sindaco non ha mai avuto una maggioranza solida e compatta. Quasi tutti i provvedimenti sono stati adottati con risicate maggioranze e, ahimè, alle volte con l’aiuto dell’opposizione. Si poteva migliorare la questione della viabilità cittadina, che proprio negli ultimi mesi sembra aver avuto un peggioramento nella scelta dei sensi di marcia, nella realizzazione di rotonde non proprio tonde come in via Canosa o delle piste ciclabili che si commentano da sole. E’ chiaro che ognuno avrà avuto i suoi motivi ma è giusto, dopo cinque anni, che l’amministrazione dia conto del suo operato. Se ai cittadini piace come è stata gestita la città allora ritorni a darle fiducia ma laddove, come sostengo con forza, questo non risulti al vero è giusto che si cambi e si dia ad altri il compito di cambiare Barletta".
D: All’orizzonte ben quattro candidati sindaci proveranno a spodestare il sindaco uscente Nicola Maffei dal Palazzo di città. Che campagna elettorale sarà?
R: "La campagna elettorale, visti i candidati in lizza, credo sarà nel segno della correttezza e mi auguro, comunque, che non scada nella volgarità o peggio in rissa. Non lo meritano i candidati, a sindaco e al Consiglio, non lo merita soprattutto Barletta e i suoi cittadini. Mi auguro si possa parlare di progetti e idee che possano cambiare questo stato delle cose. Io personalmente sono impegnato da tempo nel portare avanti la battaglia sulle politiche giovanili con proposte a breve e lungo termine come la nomina di un Assessore alle Politiche Giovanili, con relativi uffici, un rafforzamento e ampliamento degli sportelli informativi per i giovani e una maggiore capacità progettuale sulle tante opportunità messe in campo dal Governo e dall’Unione europea".
D: Su facebook sta spopolando il personaggio di Nicola Mafe’, imitazione del sindaco Maffei, che per giunta ha ottenuto dal popolo barlettano presente sul social network il titolo di “barlettano dell’anno”. Abbiamo saputo che il giovane che lo interpreta è uno dei ragazzi che la sostiene in campagna elettorale. Ci dice, in poche parole, come è nata?
R: "L’idea del personaggio Nicola Mafe’, che in realtà si chiama Angelo Mastropierro, mi è nata alcuni mesi fa durante una riunione organizzativa dopo aver visto Angelo con la barba non tagliata e gli occhiali da sole. Maffei in formato giovane e di destra. Allora pensammo di calcare la mano e così è nato il profilo facebook e tutte le gag di immagini o frasi che allietano le giornate di molti utenti barlettani. Dietro c’è una bella squadra che ci lavora assieme ad Angelo che è un vero spasso. La cosa bella è che a Maffei piace e so che lo segue quando ha tempo. Comunque a breve ne vedrete delle belle".
D: L'ultimo atto della questione Bartolo Tatò, visti i tanti passi avanti e indietro, ha suscitato davvero cosi tanto clamore? O un pò c'era d'aspettarselo? Non pensi che la questione possa in qualche modo compromettere la già difficile battaglia che vi attende? Sul nome del candidato, c'è da aspettarsi la scelta tra i nomi già fatti nei giorni scorsi, o qualche novità in stile Tatò?
R: "Bartolo Tatò ha sorpreso tutti, ma lo ha fatto per metà, e mi riferisco ai diversi momenti di riflessione che ha chiesto alla coalizione e che facevano presagire un esito non proprio favorevole. Comprendo le sue motivazioni, così come faccio mie le preoccupazioni di tanti amici che vedevano in Tatò l'uomo giusto per vincere queste elezioni. Detto questo, non posso, però, arrovellarmi su ciò che ormai è il passato. Il momento della analisi è superato, oggi è tempo di sintesi. La campagna elettorale non credo si possa definire compromessa, chiaramente queste vicende non giovano al nostro risultato. Sono convinto, però, che il risultato potrebbe non essere poi così scontato. È chiaro che bisogna rimboccarsi le maniche nell’individuare un candidato sindaco capace di essere sintesi tra le diverse anime. Una cosa mi preme sottolineare: il centrodestra barlettano ha, anche al proprio interno, candidati sindaco capaci di affrontare la prossima campagna elettorale come proposta alternativa ad un centrosinistra incapace di dare risposte concrete e di prospettiva alla comunità barlettana. Sui nomi, lascio che siano le segreterie cittadine ad esprimersi, il sottoscritto non farà mancare il suo apporto in campagna elettorale".
LAIPNI LŪDZAM: PASĀKUMS STARP INDIVIDUĀLĀM BEZMAKSAS BEZ MAKSAS ĻOTI DYNAMIC KOMANDA UZDEVUMAM
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