Berlusconi contro tutti: attacco a Ruby, ai gay e all’opposizione

di Roberta Calò. “Guardate che queste rivelazioni a puntate non sono finite qua. Pensate che Ruby avrebbe raccontato ai pm di aver visto a casa mia Belen, la Carfagna e la Gelmini che ballavano nude. Ora, vi pare possibile? Oltretutto la Gelmini in quel periodo era incinta, aveva un pancione così! Bugiarda! Manipolatrice!”
Queste le parole del Premier che a tal proposito non manca di sferrare un feroce attacco contro il magistrato che avrebbe interrogato la giovane: “Le avrebbe detto: cara signorina, lei non può dire queste cose senza prove. Si fermi, perché altrimenti procediamo per calunnia. Invece questi hanno messo sotto processo il sottoscritto”.
“Sapete perché ho chiamato in Questura? Tempo prima - ha proseguito Berlusconi - la polizia svizzera aveva arrestato uno dei figli di Gheddafi e ne era nata una guerra diplomatica fra la Libia e l’Ue. Ci abbiamo messo del bello e del buono per risolverla. Temevo che scoppiasse un incidente simile con l’Egitto”, e per convincerle ulteriormente prosegue: “Davvero, in buona fede, credevo che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Tanto che quando l’ho incontrato a Roma, gli ho detto: lo sai che ho conosciuto una tua parente in Italia? E lui faceva di sì con la testa, diceva: davvero? Io intendevo Ruby, lui pensava a una cantante egiziana che sta a Roma. Insomma, un grosso equivoco, ma mi ha rafforzato nella mia convinzione”.
Anche il mondo dell’arte prende le distanze dal Premier. Oliviero Toscano, direttore artistico del programma Il Bene e Il Male diretto da Vittorio Sgarbi, abbandona la nave motivando la sua scelta in modo feroce e schietto: “Lo sa di chi è la colpa? Degli italiani, un popolo di tele-idioti. Qui non si può fare arte in Tv. Perchè non c'è spazio. Non voglio essere preso per un collaborazionista di Berlusconi”; Sgarbi ha controbattuto: “Sono stato aggredito e tradito da un amico, Oliviero Toscani, che non ho chiamato ma che si è proposto per collaborare alla mia trasmissione televisiva, e che oggi dichiara di avere rinunciato perché non vuole essere tacciato di essere un collaborazionista di Silvio Berlusconi. Nessuno glielo ha chiesto”.
Il Cavaliere, intanto, rassicura il Popolo italiano circa la sua linea politica: ”Il governo è saldo e continuerà a lavorare per tutta la legislatura, fino al 2013, per completare il programma di riforme che è stato premiato dagli italiani nelle elezione del 2008”, un popolo che probabilmente trema e si scuote dinanzi a simili fandonie: “La maggioranza - sottolinea il premier - si rafforza giorno dopo giorno mentre le forze di opposizione non hanno leader, programmi, idee. Noi andiamo avanti e vinceremo la sfida della modernizzazione del nostro Paese, lo faremo grazie ai nostri valori e all'entusiasmo di tanti giovani che, come voi, vogliono un'Italia più libera. Per celebrarla siamo chiamati a eliminare il divario tra le diverse realtà territoriali, favorendo il pieno sviluppo delle potenzialità del Mezzogiorno. Il nostro governo ha avviato il piano per il Sud per portare nuove risorse e infrastrutture. Abbiamo dichiarato guerra alla criminalità organizzata ottenendo risultati record per arresti di latitanti e confische di beni. Infine, per favorire nel Mezzogiorno una cultura del buongoverno, stiamo portando avanti la riforma federale con l'obiettivo di responsabilizzare la gestione degli enti locali ed eliminare gli sprechi. Noi vogliamo portare il Sud d'Italia ai posti di eccellenza che gli competono e vogliamo continuare a fare le riforme di cui il Paese ha bisogno. Per farlo, ci troviamo a lottare contro le forze dell'odio, della conservazione, del malaffare e del clientelismo”. Prosegue peraltro imputando la crisi del nostro Paese attribuendone le cause a problematiche esterne al suo governo: “La crescita bassa dell'Italia e' dovuta ai 'molti handicap' del Paese, come il debito pubblico, una pubblica amministrazione e una giustizia civile inefficienti o la mancanza di centrali nucleari che fanno salire il costo dell'energia. 'Noi dobbiamo restare a governare perchè le elezioni sarebbero negative anche per i 250 miliardi di debito in titoli”.
Poi un sostanzioso accenno alle coppie gay: “Finchè governeremo noi non ci saranno mai equiparazioni tra le coppie gay e la famiglia tradizionale, così come non saranno mai possibili le adozioni di bambini per le coppie omosessuali”. Poi puntella il capitolo intercettazioni: “Andremo avanti sulla riforma, perchè non c'e' libertà in un Paese in cui appena si alza la cornetta del telefono altre persone ascoltano e dove le persone possono essere manipolate”.
E forse la risposta al rettore del Consiglio da parte del popolo coinciderebbe con quella di Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato: “In ben tre occasioni diverse - rileva - come un attore alla fine della sua carriera che propone sempre lo stesso stanco repertorio, anche oggi il premier ha parlato di comunisti, riforma della giustizia che è sempre domani ma non arriva mai, di intercettazioni, di Libia (oggi, dopo essersi preoccupato di non disturbare Gheddafi, è dalla parte del popolo), di economia, di patrimoniale, di coppie gay, di bunga bunga, dell'aumento dei sottosegretari, ecc, ecc. Ormai siamo alla bulimia dell'oratoria berlusconiana. Ma è l'unica cosa che gli è rimasta. Ormai Berlusconi parla solo ma non governa più. I problemi del Paese non sono nella sua agenda, e in quella del Parlamento. Nella sua agenda ci sono solo i suoi interessi".

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