BARI. Lutto cittadino a Bari per la morte dei bambini Rom di Roma. A proclamarlo stamane è il sindaco del capoluogo, Michele Emiliano. (Leggi articolo: Emiliano in visita a campo rom di Japigia) Le vittime dell'incendio sono tre maschi e una femmina. Il loro cognome e' Mircea. Il piu' piccolo ha 4 anni e si chiama Raul; gli altri sono Fernando, di 5, Patrizia, di 8, e Sabatino, di 11. L'incendio potrebbe essere stato causato da un tizzone ardente contenuto in un braciere, utilizzato per riscaldare l'ambiente. ''La morte dei bimbi riempie il cuore di rabbia e di dolore'', afferma Emiliano. ''Siamo tutti responsabili di questa tragedia a causa delle sgangherate modalita' con le quali affrontiamo il fenomeno dei popoli nomadi. La circostanza che alcune di queste comunita' ospitino sfruttatori di bambini, non attutisce i nostri errori, ne' ci esenta da responsabilita'. Anzi le aggrava. Ogni citta' italiana - prosegue Emiliano - deve sentire come proprie le vittime di quanto e' accaduto a Roma perche' non si puo' onestamente dire che in altri luoghi nel nostro Paese si stia facendo quanto in nostro potere per evitare simili immani tragedie".
"Occorre una nuova strategia, a cominciare da un decreto legge urgente che assegni ad ogni Comune le risorse per operare una legalizzazione definitiva dei campi Rom dettando norme per assicurare ai bambini ed alle donne Rom gli stessi diritti delle donne e dei bambini di ogni luogo civile del mondo. Soprattutto il diritto all'istruzione, al lavoro e a non essere sfruttati dagli uomini e dagli adulti. I Comuni italiani - sottolinea il primo cittadino - non possono essere lasciati soli dallo Stato e non possono piu' essere terreno di scontro ideologico tra opposte fazioni, interessate a tutto fuorche' a risolvere problemi concreti".
"Occorre anche una legge organica che regolamenti la vita dei nomadi sul nostro territorio in conformita' degli usi e dei trattati internazionali, assicurando ogni liberta' a tali comunita', a condizione che in esse sia assicurato il rispetto delle leggi e della Carta dei diritti inalienabili dell'uomo. Vorrei vivere in un paese capace di fermarsi per la morte dei bambini e non solo per una partita della nazionale. Per questo la Citta' di Bari si fermera' per un giorno. E' finito il tempo - conclude Emiliano - delle accuse reciproche e delle strumentalizzazioni politiche sul sangue innocente''.
"Occorre una nuova strategia, a cominciare da un decreto legge urgente che assegni ad ogni Comune le risorse per operare una legalizzazione definitiva dei campi Rom dettando norme per assicurare ai bambini ed alle donne Rom gli stessi diritti delle donne e dei bambini di ogni luogo civile del mondo. Soprattutto il diritto all'istruzione, al lavoro e a non essere sfruttati dagli uomini e dagli adulti. I Comuni italiani - sottolinea il primo cittadino - non possono essere lasciati soli dallo Stato e non possono piu' essere terreno di scontro ideologico tra opposte fazioni, interessate a tutto fuorche' a risolvere problemi concreti".
"Occorre anche una legge organica che regolamenti la vita dei nomadi sul nostro territorio in conformita' degli usi e dei trattati internazionali, assicurando ogni liberta' a tali comunita', a condizione che in esse sia assicurato il rispetto delle leggi e della Carta dei diritti inalienabili dell'uomo. Vorrei vivere in un paese capace di fermarsi per la morte dei bambini e non solo per una partita della nazionale. Per questo la Citta' di Bari si fermera' per un giorno. E' finito il tempo - conclude Emiliano - delle accuse reciproche e delle strumentalizzazioni politiche sul sangue innocente''.