Bunga bunga nights: Ruby, mai fatto sesso con Berlusconi

di Roberta Calò
“Il primo incontro con Berlusconi c'è stato il 14 febbraio. Sono stata chiamata da Emilio Fede che mi ha invitata a prepararmi per andare a una cena. È venuta in via Settala, dove vivevo, una limousine (ricordo che aveva due corna) con autista e scorta di carabinieri in divisa che seguiva su un'auto. Sono stata portata ad Arcore presso una lussuosa villa denominata Villa San Martino, sita nell'omonima via, e ho in quel momento appreso che il proprietario ne era il presidente Berlusconi. Davanti alla villa ho visto altre scorte dei carabinieri mentre noi siamo entrati da un accesso secondario. La serata è iniziata con una cena tricolore cioè con cibi bianchi, rossi e verdi rallegrata dalla musica di Apicella in persona che poi mi ha regalato due cd. Dopo la cena Berlusconi mi ha proposto di scendere presso il Bunga Bunga, dicendomi che il termine l'ha preso in prestito dal suo amico Gheddafi e sta a designare una sorta di harem femminile che si esibisce al piano inferiore della villa. Fino a quel momento io avevo detto a Berlusconi che avevo 24 anni; il presidente mi condusse nel suo ufficio lasciandomi intendere che la mia vita sarebbe cambiata completamente se io avessi accettato di partecipare al bunga bunga insieme alle altre ragazze. Anche se non ha mai esplicitamente parlato di rapporti sessuali non era per me difficile intuire che mi proponeva di fare sesso con lui: io ho detto di no che volevo tornare a casa. Lui mi ha risposto che comunque era già pronto un regalo per me contenuto in un pacchettino contenente una dicitura "Per Ruby", all'interno del quale, c'era la somma in contanti di 46 mila euro in banconote da 500. Quella sera stessa mi ha regalato l'orologio Lockman con la dicitura "Meno male che Silvio c'è", con il logo del Milan”. Queste le memorie della giovane marocchina che ha infervorato le recenti pagine dei giornali: “Quella sera Berlusconi mi raccontò che il bunga bunga consisteva in un harem che aveva copiato dal suo amico Gheddafi nel quale le ragazze si spogliano e devono fargli provare "piaceri corporei". È stata in quella circostanza che io ho opposto un netto rifiuto. Sono stata riaccompagnata a casa verso le 2 e 30 dal suo autista che si chiama Angelo ed è napoletano. A suo dire le ragazze sarebbero rimaste a casa di Silvio Berlusconi per tutto il fine settimana e cioè fino al lunedì mattina per esaudire i suoi desideri”.
Le memorie della giovane proseguono con dettagli sempre più piccanti: “Quella sera, dopo la cena consumata con Berlusconi e con tutte le ragazze che stavano là, il presidente mi propose di dormire a casa sua dicendomi che non mi avrebbe chiesto nulla in cambio. Dopo cena ci siamo recati tutti nella sala al piano inferiore dove si è tenuto il bunga bunga. Io ero tranquilla in quanto Lele Mora aveva garantito la mia estraneità a qualsiasi attenzione sessuale. Nel bunga bunga tutte le ragazze erano nude ed ebbi la sensazione che vi fosse un effetto emulativo tra di loro per farsi notare da Berlusconi con atti sessuali sempre più spinti”.
“Io - prosegue Ruby - non mi sono spogliata e non ho fatto esibizioni sessuali. L'unica ragazza vestita ero io, guardavo e, giusto per darmi un atteggiamento, ogni tanto servivo il presidente e gli ho portato del Sanbitter. Molte ragazze mi interrogavano su questo atteggiamento e io rispondevo che ero una "novizia" e che non intendevo assecondare subito tali prassi. Dopo il bunga bunga che durò circa tre ore ci fu un bagno collettivo in una piscina coperta. Tutte le ragazze si sono buttate nude nell'acqua mentre io, dopo aver indossato dei pantaloncini e un top bianco fornitomi dal presidente, ho fatto l'idromassaggio sola nella vasca. Quella sera, su invito di Berlusconi, rimasi a dormire ad Arcore”.
La consigliera regionale Nicole Minetti invece ha parlato del suo rapporto con il Cavaliere: “Ho avuto una relazione col Presidente del Consiglio e quindi ho avuto anche rapporti sessuali”.
Al Premier non resta dunque che cavalcare l'onda del giustizialismo, ovvero di puntare il dito contro le procedure della giustizia italiana in materia di intercettazioni e di immunità parlamentare: “Sul tema della giustizia dobbiamo fare in fretta perchè è un problema non più rinviabile che dobbiamo risolvere quanto prima”.
La risposta non tarderà ad arrivare; è infatti prevista non prima però di due settimane una riunione del consiglio dei ministri straordinario per discutere della separazione delle carriere di giudici e pm, del doppio Csm, dell’ inappellabilità delle sentenze di proscioglimento, della responsabilità civile dei magistrati, della reintroduzione dell'immunità. Questi sono i punti cardine della relazione presentata dal ministro Alfano, commentata in termini poco pacifici dal presidente dell’Anm Luca Palamara: “E' un copione già visto: ogni volta che emergono vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, prima arrivano insulti, poi seguono iniziative legislative punitive per i magistrati. Noi non ci faremo intimidire e continueremo ad applicare la legge con serenità, imparzialità e in maniera eguale per tutti e a spiegare quali sono le riforme di cui la giustizia ha bisogno davvero”. “Ciò che più preoccupa in questa fase –conclude- sono le posizioni di ministri in carica che partecipano senza alcuna remora, che pure sarebbe doverosa per la carica istituzionale ricoperta, alla sistematica aggressione nei confronti dei magistrati”.
E mentre in Italia la vita politica si trasforma in una burla teatrale degna di un pubblico partitico che oscilla da un lato all’altro a seconda di ogni singolo tornaconto, il giudizio che giunge da oltreoceano sui rappresentanti del nostro Paese si rivela triste ma tragicamente reale: “«Le sue frequenti gaffe e la povera scelta di parole hanno offeso praticamente tutte le categorie di cittadini italiani e molti leader europei... Ha danneggiato l'immagine del Paese in Europa e creato un tono comico alla reputazione italiana in molti settori del governo statunitense”. Questo il punto di vista di Ronald Spogli, ambasciatore americano a Roma, che parla a Hillary Clinton e Barack Obama a proposito del Premier visto ormai come “simbolo dell'incapacità e inefficacia dei governi italiani nell'affrontare i problemi cronici del Paese: un sistema economico non competitivo, la decadenza delle infrastrutture, il debito crescente, la corruzione endemica”.
Questo completa il quadro che Spogli, già nel 2009, aveva consegnato alla nuova amministrazione Obama: “L'Italia non sempre si è dimostrata un partner ideale. Il lento ma reale declino economico minaccia la sua capacità di avere un ruolo nell'arena internazionale. La sua leadership manca spesso di visione strategica - una caratteristica che nasce da decenni di coalizioni instabili o di vita breve. Le istituzioni non sono adeguatamente sviluppate come ci si aspetterebbe da un moderno Paese europeo. La non volontà o l'incapacità – prosegue Spogli - di dare risposte a molti dei problemi cronici creano apprensione tra i partner internazionali e danno l'impressione di un governo inefficace e irresponsabile. La sua volontà percepita di porre gli interessi personali prima di quelli dello Stato, la sua preferenza per soluzioni a breve termine invece che per investimenti di lunga durata, il suo frequente uso di istituzioni e risorse pubbliche per conquistare vantaggi elettorali sui suoi avversari politici hanno danneggiato l'immagine dell'Italia in Europa e hanno creato un tono disgraziatamente comico alla reputazione italiana in molti settori del governo statunitense”.

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto