di Roberta Calò
Karima El Mahroug, per l'opinione pubblica meglio nota come Ruby, ha perso per la seconda volta il suo rappresentante legale. Il primo era stato Luca Giuliante, co-difensore di Lele Mora con il legale Nicola Avanzi, il quale aveva abbandonato l'incarico per potenziali incompatibilità a seguito di notizie di stampa pubblicate a fine ottobre che avevano anticipato l'iscrizione nel registro degli indagati del noto talent-scout nell'ambito della medesima inchiesta.
Ora è la volta di Massimo Dinoia, il quale ha dichiarato: "Sono abituato a leggere il mio nome negli atti ufficiali. Far parte di atti acquisiti – ha commentato l'avvocato – mi disturba, non è il mio stile. Oltre a ciò ho preferito attendere qualche giorno – ha detto Dinoia al Sole-24 Ore – perché se avessi reso nota la mia decisione la scorsa settimana il mio gesto avrebbe potuto essere strumentalizzato".
L'intenzione almeno ideale che serpeggia al momento tra i procuratori aggiunti Ilda Boccassini, Pietro Forno, il pm Antonio Sangermano e il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, sarebbe quella di scindere i due reati a carico del premier: concussione e prostituzione minorile, nel rispetto del 453 comma 2 del codice di procedura penale che recita: "Quando il reato per cui è richiesto il rito immediato risulta connesso con altri reati per i quali mancano le condizioni che giustificano la scelta di tale rito, si procede separatamente per gli altri reati e nei confronti degli altri imputati, salvo che ciò non pregiudichi gravemente le indagini". Pertanto, il primo finirebbe a Milano con rito immediato, il secondo a Monza davanti al giudice monocratico (l'ex pretore), il terzo a carico di Mora, Fede e Minetti avrebbe luogo sempre a Milano con rito abbreviato o immediato, snellendo così eventuali opposizioni o eccezioni che i difensori potrebbero sollevare.
Risulta curioso come a Monza il Presidente si troverebbe ad avere di nuovo a che fare con Italo Ghitti, il giudice che si era occupato in passato del caso "Mani Pulite".
L'opinione pubblica, intanto, partecipa attivamente alle vicende; è prevista infatti per oggi un'enorme manifestazione presso il Palasharp di Milano a cui prenderanno parte troupe, fotografi, giornalisti provenienti da tutto il mondo: dalla Cnn ad Al Jazeera; dalla Cnn Ucraina alla Russian State Tv, vicina a Putin, passando per tutte le principali testate europee, da El Paìs al Times. Il titolo dell'iniziativa organizzata da Giustizia e Libertà lo si legge sulle maglie delle centinaia di volontari: "Dimettiti. Per un'Italia libera e giusta"; la stampa straniera invece ha parlato de: "la prima grande manifestazione degli intellettuali contro Berlusconi".
All'evento prenderanno parte anche personaggi di spicco della politica: le sorelle Bice e Carla Biagi, Susanna Camusso, Dario Franceschini, Maurizio Landini, Salvatore Veca e Oscar Luigi Scalfaro.
Si tratta, come spiega il giurista Gustavo Zagrebelsky, di un appello senza bandiere se non quella della dignità: "Perché siamo qui? Cosa abbiamo da dire, da chiedere? Niente e tutto. Niente per ciascuno di noi, tutto per tutti".
Berlusconi, che porta avanti la sua linea politica apparentemente indisturbato dal clamore pubblico che reclama le sue immediate dimissioni entro l'etica di un Paese che dovrebbe essere democratico, dichiara: "La Sinistra è tenuta insieme dalla voglia di farmi fuori e non esita a tentare in tutti i modi, anche attraverso la scorciatoia giudiziaria e le toghe politicizzate". "Io resisto, non bisogna arrendersi, e io sono l'esempio della resistenza: da 17 anni mi rivolgono accuse pesanti come macigni per mandarmi a casa, ma io continuo a restare al mio posto". Relativamente ai processi, "contro di me ci sono attacchi di una violenza inaudita - dice ancora il presidente del Consiglio - ma andrò avanti, questi processi farsa saranno un boomerang. Sono determinato ad andare avanti con forza nella consapevolezza di essere dalla parte giusta e per realizzare le cose che servono al Paese".
Sul caso Ruby, Berlusconi minimizza: "Mi è solo stata segnalata, nulla di più. Il fatto è che sono generoso, se qualcuno mi dice che non può comprare una macchina io la regalo. Di solito regalo mini Cooper".
Karima El Mahroug, per l'opinione pubblica meglio nota come Ruby, ha perso per la seconda volta il suo rappresentante legale. Il primo era stato Luca Giuliante, co-difensore di Lele Mora con il legale Nicola Avanzi, il quale aveva abbandonato l'incarico per potenziali incompatibilità a seguito di notizie di stampa pubblicate a fine ottobre che avevano anticipato l'iscrizione nel registro degli indagati del noto talent-scout nell'ambito della medesima inchiesta.
Ora è la volta di Massimo Dinoia, il quale ha dichiarato: "Sono abituato a leggere il mio nome negli atti ufficiali. Far parte di atti acquisiti – ha commentato l'avvocato – mi disturba, non è il mio stile. Oltre a ciò ho preferito attendere qualche giorno – ha detto Dinoia al Sole-24 Ore – perché se avessi reso nota la mia decisione la scorsa settimana il mio gesto avrebbe potuto essere strumentalizzato".
L'intenzione almeno ideale che serpeggia al momento tra i procuratori aggiunti Ilda Boccassini, Pietro Forno, il pm Antonio Sangermano e il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, sarebbe quella di scindere i due reati a carico del premier: concussione e prostituzione minorile, nel rispetto del 453 comma 2 del codice di procedura penale che recita: "Quando il reato per cui è richiesto il rito immediato risulta connesso con altri reati per i quali mancano le condizioni che giustificano la scelta di tale rito, si procede separatamente per gli altri reati e nei confronti degli altri imputati, salvo che ciò non pregiudichi gravemente le indagini". Pertanto, il primo finirebbe a Milano con rito immediato, il secondo a Monza davanti al giudice monocratico (l'ex pretore), il terzo a carico di Mora, Fede e Minetti avrebbe luogo sempre a Milano con rito abbreviato o immediato, snellendo così eventuali opposizioni o eccezioni che i difensori potrebbero sollevare.
Risulta curioso come a Monza il Presidente si troverebbe ad avere di nuovo a che fare con Italo Ghitti, il giudice che si era occupato in passato del caso "Mani Pulite".
L'opinione pubblica, intanto, partecipa attivamente alle vicende; è prevista infatti per oggi un'enorme manifestazione presso il Palasharp di Milano a cui prenderanno parte troupe, fotografi, giornalisti provenienti da tutto il mondo: dalla Cnn ad Al Jazeera; dalla Cnn Ucraina alla Russian State Tv, vicina a Putin, passando per tutte le principali testate europee, da El Paìs al Times. Il titolo dell'iniziativa organizzata da Giustizia e Libertà lo si legge sulle maglie delle centinaia di volontari: "Dimettiti. Per un'Italia libera e giusta"; la stampa straniera invece ha parlato de: "la prima grande manifestazione degli intellettuali contro Berlusconi".
All'evento prenderanno parte anche personaggi di spicco della politica: le sorelle Bice e Carla Biagi, Susanna Camusso, Dario Franceschini, Maurizio Landini, Salvatore Veca e Oscar Luigi Scalfaro.
Si tratta, come spiega il giurista Gustavo Zagrebelsky, di un appello senza bandiere se non quella della dignità: "Perché siamo qui? Cosa abbiamo da dire, da chiedere? Niente e tutto. Niente per ciascuno di noi, tutto per tutti".
Berlusconi, che porta avanti la sua linea politica apparentemente indisturbato dal clamore pubblico che reclama le sue immediate dimissioni entro l'etica di un Paese che dovrebbe essere democratico, dichiara: "La Sinistra è tenuta insieme dalla voglia di farmi fuori e non esita a tentare in tutti i modi, anche attraverso la scorciatoia giudiziaria e le toghe politicizzate". "Io resisto, non bisogna arrendersi, e io sono l'esempio della resistenza: da 17 anni mi rivolgono accuse pesanti come macigni per mandarmi a casa, ma io continuo a restare al mio posto". Relativamente ai processi, "contro di me ci sono attacchi di una violenza inaudita - dice ancora il presidente del Consiglio - ma andrò avanti, questi processi farsa saranno un boomerang. Sono determinato ad andare avanti con forza nella consapevolezza di essere dalla parte giusta e per realizzare le cose che servono al Paese".
Sul caso Ruby, Berlusconi minimizza: "Mi è solo stata segnalata, nulla di più. Il fatto è che sono generoso, se qualcuno mi dice che non può comprare una macchina io la regalo. Di solito regalo mini Cooper".
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