Caso Ruby/2: Camusso da Bari, Berlusconi ora deve dimettersi

BARI. ''Siccome siamo un'organizzazione responsabile temo di dover ragionare con tutti voi che i rischi delle code velenose della fine di questa legislatura''. E' questo in sostanza l'incipit dell'attacco al Governo Berlusconi della segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo aver annunciato ai delegati dell'assemblea regionale del sindacato pugliese in un'affollatissima sala cinematografica di Bari, la notizia della decisione del gip del Tribunale di Milano, Cristina Di Censo, di accogliere la richiesta di giudizio immediato a carico del premier Silvio Berlusconi, relativamente alle accuse di concussione e prostituzione minorile.
''Abbiamo gia' visto dalle agenzie - ha aggiunto la Camusso - che ricomincia un ritornello antico: la 'giustizia a orologeria', la persecuzione del presidente del Consiglio, il conflitto di interessi, il conflitto istituzionale e la magistratura che, ovviamente - ha sottolineato con una sottile vena ironica - ha tutte le colpe. Il ritornello lo conosciamo''.
"Se fossimo in un paese normale - ha spiegato il segretario milanese - questo corrisponderebbe alle dimissioni immediate del presidente del Consiglio"
La notizia della decisione del gip milanese e' stata accolta da un grande e ripetuto applauso della folla numerosa: "si dice che in quel provvedimento le parti offese sono la ragazza di cui il nome e' noto e il ministero dell'Interno. Se un primo giudizio possiamo darlo e' che con questa scelta, che ovviamente i magistrati di Milano hanno compiuto sulla base di un'evidenza processuale, si puo' ancora credere che in questo paese la giustizia e' uguale per tutti e costituisce il fondamento della liberta' e della democrazia. Se potessi dare un suggerimento, ovviamente non richiesto, ai ministri e alla maggioranza politica di questo paese, direi loro che dovrebbero chiedere al presidente del Consiglio di fare un passo indietro per il bene del paese" perche' e' necessario, secondo la Camusso, occuparsi "della crisi economica".
Il segretario milanese prima dell'assemblea aveva anche trattato con la stampa il capitolo del movimento "Se non ora quando". Le donne che sono scese in piazza domenica in tutta Italia lo hanno fatto per la Camusso "non solo per il necessario riconoscimento della dignita' personale ma perche' questa immagine fa male al Paese e alle sue prospettive di crescita, fa male al giudizio internazionale che c'e' su di noi come e' evidente leggendo i titoli dei quotidiani stranieri".
"Penso che la giornata di domenica sia stata straordinaria - ha ancora sottolineato - una giornata in cui un grande popolo di donne ma non solo, in tutte le citta', piccole e grandi, ha detto che nessuna di noi e' piu' disposta a farsi rappresentare come i comportamenti del presidente del Consiglio le rappresentano". Berlusconi "puo' dire quello che vuole - ha sottolineato la Camusso - forse dovrebbe rendersi conto che la sua convinzione che in questo modo le donne sarebbero state con lui e che il popolo e' ai piedi del sovrano non funziona".

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