Caso Ruby: Corona, non esistono foto delle serate hard di Berlusconi

di Roberta Calò
"Quello che ho subito non è un furto chi è entrato nella mia agenzia cercava foto di Berlusconi nudo. Ma io adesso ho paura, ho paura che mi possa accadere qualcosa e ho deciso che racconterò tutta la verità. Domani vado a Canale 5 e devono lasciarmi parlare senza interrompermi, racconterò finalmente tutto quello che devo dire su questa storia".
Questo l'appello del fotografo Corona; dei ladri sono entrati nella sua agenzia la notte scorsa portando via hard disk, pc e foto dalla sua agenzia la Fenice, sita in via De Cristoforis a Milano.
"Mi sono davvero rotto, sono quattro giorni che mi chiamano tutti i giornalisti e tutti mi chiedono la stessa cosa: se ho quelle foto - si sfoga il fotografo - Non è un caso che chi è entrato nella mia agenzia abbia lasciato soldi e assegni e si sia portato via l'archivio segreto e gli hard disk".
Lo stesso direttore dell'agenzia Luca Arnau dichiara: "Probabilmente è stato un furto su commissione, cercavano le foto del premier nudo di cui si parla così tanto in questi giorni". "Foto, comunque che non erano nell'archivio, visto che non sono in nostro possesso. E non c'era null'altro di compromettente. Corona ha già sporto denuncia".
Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini si è lasciato andare ai commenti il caso Ruby: "Stiamo parlando di cose serie come il rilancio economico. Io credo che chi ci ascolta di foto, intercettazioni e retroscena non ne possa più. In nessun altro paese d’Europa un’intrusione nella privacy così grave sarebbe consentita". "Io credo – conclude il ministro – che la Corte europea dei diritti dell’uomo spazzerebbe via questo tipo di violazioni. In passato è intervenuta e ha condannato anche per cose molto più lievi".
(Leggi articolo: "Berlusconi, dimettiti!". In migliaia ieri al Palasharp di Milano per protestare contro il premier") Il premier dal canto suo garantisce che la riforma sul federalismo fiscale andrà avanti: "Grazie al federalismo fiscale i cittadini potranno infatti meglio controllare l'impiego delle risorse, e gli amministratori locali saranno più responsabilizzati. Questo significherà meno costi, servizi più efficienti, una competizione virtuosa fra le regioni per garantire al cittadino migliori condizioni di vita". "Significherà -s piega il Premier - anche per le regioni più forti la possibilità di gestire al meglio la ricchezza prodotta dai loro cittadini. Per le regioni più deboli significherà la possibilità di liberare e mettere in gioco tutte le loro risorse e le loro capacità passando da un regime di sovvenzioni e sperperi ad uno di responsabilità. E' una sfida impegnativa per le regioni sia del Nord che del Sud, che potranno e dovranno dimostrare di avere una classe dirigente all'altezza del proprio compito".
Con queste parole il presidente del Consiglio si rivolge ai Promotori della Libertà in un audiomessaggio. Il premier spiega che mentre i magistrati si intromettono nella vita privata dei cittadini e se i giornalisti si impegnano solo a seguire "dal buco della serrature" le vicende di gossip, passano inosservate mutamenti epocali tipo le rivolte dell'Egitto.
Il presidente della Camera, Fini, controbatte: "Non c'è possibilità di riforme condivise e obiettivi comuni. Quando Berlusconi dice che per colpa mia non ha fatto la riforma della giustizia mi attribuisce un merito perché si trattava di riforme che nulla a che vedere con la giustizia al servizio del cittadino. Quando parla di processo breve dimentica di dire che la riforma che lui voleva e che noi impedimmo cancellava processi già in essere e determinava per le parti lese di non vedersi riconosciuto il sacrosanto diritto alla giustizia e la condanna del reo. - Conclude Fini- la sua era una volontà legata alle vicende personali di cancellare un contenzioso che è in atto negando il principio costituzionale che la legge è uguale per tutti".

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