"Dio non sta bene": intervista a Paul A. Jarvis

di Roberta Calò
"Dio non sta bene". Qualcuno potrebbe pensare che si tratti dell'ultima notizia bomba trasmessa dai titoli dei telegiornali. In realtà, quello di cui stiamo parlando è uno degli ultimi capolavori che sbarca sugli scaffali di tutte le librerie di Bari infervorando gli animi e l'interesse di quanti vogliono lasciarsi sedurre da una storia mai narrata prima d'ora.
Il pubblico potrà partecipare al battesimo del romanzo recandosi alla presentazione del libro che avrà luogo venerdì 11 Febbraio alle ore 18.00 presso la libreria Laterza, via Sparano. All'evento prenderanno parte il prof. Stefano Bronzini, docente di Letteratura inglese presso l'Università di Bari, in qualità di relatore e degli studenti/attori che affascineranno il pubblico con le loro interpretazioni teatrali nelle varie fasi di questo reading letterario.
L'autore, Paul A. Jarvis, nato a Birkenhead, Inghilterra, vive da 21 anni a Bari, dove insegna lingua inglese all’Università degli Studi, al Politecnico e lavora come traduttore.
Ha già deliziato il mondo dei più piccoli con la sua favola Micio Musone, pubblicata sia in inglese che in italiano mettendo le sue conoscenze linguistiche al servizio dell'infanzia e offrendo a famiglie e scuole un'ottimo e innovativo strumento didattico.
Il romanzo, edito dalla neo casa editrice Le Bolle Blu, si presenta proprio attraverso le parole del suo creatore che ha voluto soddisfare le nostre curiosità:

Quale significato cela il titolo del libro?
Non penso che sia un titolo ermetico! Il libro racconta di un Dio (più precisamente il Dio nella cui ombra viveva chi, come me, frequentava la chiesa e la scuola cattoliche negli anni 70 in Inghilterra) che, in effetti, non sta per niente bene. In un certo senso, ì suoi sintomi sono quelli tipici di una vecchiaia vissuta male: si stanca facilmente, diventa più rigido nei modi di fare e a volte non si accorge neanche di quello che dice, tant'è vero che il figlio Gesù deve spesso rimproverarlo per i plagi delle parole di Shakespeare. Nello stesso tempo, però, sa benissimo di non avere più il controllo sulle cose come una volta, ed è questa consapevolezza a renderlo permaloso e incoerente. Come molti che non vogliono affrontare la realtà delle cose, cerca consolazione nell'alcool, il che lo porta a dover cercare aiuto dove meno si sarebbe immaginato di farlo.
Si tratta di un romanzo o di una parte della tua vita?
Non è sicuramente un'autobiografia. Detto questo, le persone che ho conosciuto, i posti che ho visitato e le esperienze che ho vissuto - per non parlare della squadra che ho sempre tifato - sono serviti come spunti di partenza per la creazione della storia. Stranamente, i pochissimi episodi che ho trasposto dalla mia vita nel libro sono tra quelli che possono sembrare meno realistici al lettore. Ma non ti dico quali sono.
Il maggior difetto del tuo libro?
Forse sono stato troppo buono nei confronti delle zanzare, dei preti e dei tifosi del Liverpool.
Il maggior pregio del tuo libro?
Mi piace pensare che sia un libro leggero e divertente che, però, stimola riflessioni anche più profonde. Ma in realtà dovrebbero essere i lettori a rispondere a questa domanda.
Qual è il messaggio più importante che vuoi comunicare o condividere con chi ti legge?
Quando comincio a scrivere, non parto con l'intenzione di comunicare un messaggio. Parto da un'idea o anche da una semplice frase che mi viene in testa e vedo dove quell'idea o quella frase mi può portare. Mi sono sempre piaciuti i romanzi in cui hai l'impressione non di leggere ma di sentire la voce del narratore come se fosse lì vicino a te, ed è il desiderio di realizzare una cosa simile - coinvolgere il lettore non solo attraverso la trama ma anche con la musicalità del linguaggio parlato - che mi spinge ad andare oltre quella prima frase. A questo proposito, aggiungerei che Angela Castellano (la traduttrice nonché la fondatrice de LeBolleBlu e l'editrice di Dio non sta bene) ha fatto un lavoro strepitoso nel cogliere le cadenze della lingua originale.
Progetti letterari futuri?
Sto lavorando su un secondo romanzo (ancora senza titolo) che ha come protagonisti una giovane psicologa pugliese, un antipaticissimo professore di linguistica, un hooligan calcistico e una maestra di yoga. Non so come o dove andrà a finire, anche perché ad un certo punto - come dice John Fowles ne La Donna del Tenente Francese - i personaggi tendono ad assumere un'autonomia tutta loro e a sfuggire poi al controllo dell'autore.
Quest'estate uscirà - in edizione bilingue - il secondo di una serie di racconti che ho scritto per bambini. Si intitolerà The Tiger and the Chocolate Bananas - La tigre e le banane di cioccolata e, come il suo predecessore Misery Puss - Micio Musone, sarà pubblicato da ExtremaThule.
Un'appuntamento, dunque, da non perdere per un confronto interessante con la cultura, con la vita e con il mondo inglese.

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