Emittenti locali: Introna, emendamenti al Milleproroghe per trovare risorse

BARI. Riconoscere i diritti delle emittenti locali e reintrodurre nel Milleproroghe le risorse tagliate alle tv. Il Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, rivolge ai parlamentari pugliesi e meridionali un appello ad emendare il decreto all’esame delle due Camere, restituendo all’emittenza privata gli importi relativi al 15% del canone radiotelevisivo, come previsto dalla legge statale 422 del 1993.
L’intervento del presidente ha un peso particolare, perché Introna è referente per i Corecom e la radio-telediffusione per conto della Conferenza nazionale dei presidenti delle Assemblee legislative.
Rispetto ai 140milioni di euro riconosciuti per il 2010 – sui 270 dell’importo complessivo da ripartire al sistema delle antenne private - altri 40 milioni sono stati assorbiti dalla legge di stabilità e il decreto Milleproroghe ne assegna al momento solo 15 ulteriori, portando a 115milioni di euro la dotazione complessiva dello stanziamento per le tv locali. Risorse che le emittenti ritengono insufficienti, considerato il saldo negativo di 155 milioni rispetto all’ammontare stabilito dalle norme statali.
“Nel sollecitare l’intervento dei nostri parlamentari, non posso nascondere la preoccupazione per la tenuta del sistema radiotelevisivo privato, che rappresenta un presidio di democrazia e di pluralismo dell’informazione. Non può essere tollerato che voci essenziali del territorio debbano soffrire angustie economiche che sembrano ingiustificate, se si considera la chiarezza delle previsioni normative statali. Né posso dimenticare che per le televisioni locali pugliesi queste difficoltà si aggiungono ai dubbi e alle incognite di un momento delicato, come quello della transizione al digitale terrestre”.
Lo switch off in Puglia è previsto infatti per fine giugno. A quella data i segnali di tutte le emittenti pubbliche e private potranno essere trasformati in immagini nei televisori solo attraverso i decoder digitali e su canali diversi da quelli attuali.
Il passaggio al digitale è già avvenuto in diverse regioni italiane, a cominciare dalla Sardegna, con difficoltà di vario genere per i teleutenti e con la perdita di fatturato e occupazione a danno dell’emittenza privata.