BARI. Ancora una volta il Governo penalizza le tv locali italiane e mette a rischio il futuro. Il decreto Milleproroghe approvato dal Senato dimostra la scarsa attenzione verso un patrimonio, quello delle emittenti locali, che ha contribuito alla crescita dei territori negli ultimi trentacinque anni.
A richiamare l’attenzione su una situazione “diventata insostenibile” è il referente nazionale dei Corecom, Onofrio Introna, presidente del Consiglio regionale della Puglia.
L’aver prelevato 15 milioni di euro da un capitolo che fa riferimento alla vendita delle frequenze delle tv private agli operatori telefonici rende ancora aleatorio lo stanziamento per il 2011 dei contributi previsti dal decreto ministeriale 292 del 2004.
Al momento, per le tv locali italiane ci sono sulla carta 115 milioni di euro, a fronte dei 140/150 previsti e questo proprio mentre le emittenti sono costrette a sacrifici pesanti dal calo delle entrate pubblicitarie e dai nuovi investimenti pretesi dal passaggio al digitale.
“Da parte delle associazioni di categoria e di quasi tutti i partiti politici si chiede più attenzione – fa notare Introna – alle tv locali va riconosciuta una quota certa, sulla quale fare affidamento, per evitare l’affannosa ricerca di fondi ogni anno. È auspicabile, quindi, che gli operatori di rete locale possano veicolare contenuti a carattere nazionale ottenendo canali dalle frequenze riservate ai fornitori nazionali”.
Nel sollecitare chiarezza da parte del Governo sul futuro delle televisioni locali, reso incerto dalla carenza di risorse dopo le restrizioni imposte della legge di stabilità 2011, dalla difficile transizione al digitale e dalla riduzione degli introiti pubblicitari, il presidente Introna chiede di aprire nel più breve tempo possibile un confronto tra i Consigli regionali, il Ministero competente e l’Agcom, per trovare soluzioni adeguate ai problemi. Sono tanti: le frequenze, le numerazioni LCN, il DM 292, gli appesantimenti burocratici, le sanzioni previste per le violazioni, le problematiche legate ai canali 61-69, a quelli del TG3 regionale e agli impianti di Rai Way.
Le Conferenze nazionali delle Giunte e dei Consigli regionali stanno già lavorando sui tavoli tecnici per offrire al Ministero dello Sviluppo Economico ed ad Agcom soluzioni praticabili, utili a superare gli ostacoli che ancora si frappongono ad uno sviluppo programmato delle tv locali.
A richiamare l’attenzione su una situazione “diventata insostenibile” è il referente nazionale dei Corecom, Onofrio Introna, presidente del Consiglio regionale della Puglia.
L’aver prelevato 15 milioni di euro da un capitolo che fa riferimento alla vendita delle frequenze delle tv private agli operatori telefonici rende ancora aleatorio lo stanziamento per il 2011 dei contributi previsti dal decreto ministeriale 292 del 2004.
Al momento, per le tv locali italiane ci sono sulla carta 115 milioni di euro, a fronte dei 140/150 previsti e questo proprio mentre le emittenti sono costrette a sacrifici pesanti dal calo delle entrate pubblicitarie e dai nuovi investimenti pretesi dal passaggio al digitale.
“Da parte delle associazioni di categoria e di quasi tutti i partiti politici si chiede più attenzione – fa notare Introna – alle tv locali va riconosciuta una quota certa, sulla quale fare affidamento, per evitare l’affannosa ricerca di fondi ogni anno. È auspicabile, quindi, che gli operatori di rete locale possano veicolare contenuti a carattere nazionale ottenendo canali dalle frequenze riservate ai fornitori nazionali”.
Nel sollecitare chiarezza da parte del Governo sul futuro delle televisioni locali, reso incerto dalla carenza di risorse dopo le restrizioni imposte della legge di stabilità 2011, dalla difficile transizione al digitale e dalla riduzione degli introiti pubblicitari, il presidente Introna chiede di aprire nel più breve tempo possibile un confronto tra i Consigli regionali, il Ministero competente e l’Agcom, per trovare soluzioni adeguate ai problemi. Sono tanti: le frequenze, le numerazioni LCN, il DM 292, gli appesantimenti burocratici, le sanzioni previste per le violazioni, le problematiche legate ai canali 61-69, a quelli del TG3 regionale e agli impianti di Rai Way.
Le Conferenze nazionali delle Giunte e dei Consigli regionali stanno già lavorando sui tavoli tecnici per offrire al Ministero dello Sviluppo Economico ed ad Agcom soluzioni praticabili, utili a superare gli ostacoli che ancora si frappongono ad uno sviluppo programmato delle tv locali.