BARI. ''Federalismo o tutti a casa? Maroni sveste la camicia verde per quella rossa dei Mille? Il 'Tutti a casa' starebbe anche bene, ma nel 150esimo dell'unita' il motto 'O Roma o morte' lo lasci ai garibaldini''. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, si dice stupito dell'ultimatum ''Federalismo o elezioni anticipate'', pronunciato dal ministro dell'Interno in previsione dell'esito del voto nella ''bicameralina sulle riforme''.
''Meraviglia che abbia potuto esprimersi in questa maniera - secondo Introna - una persona considerata moderata e riflessiva come l'on. Maroni, che tra l'altro riveste un ruolo ministeriale tanto delicato. E' evidente che gli sono giunte notizie da parte dei sindaci, soprattutto del Mezzogiorno, che esprimono la preoccupazione delle amministrazioni locali nei riguardi di una strana riforma federalista, che invece di dare ai comuni, toglie''.
''Infatti, taglia i trasferimenti dallo Stato e dirotta sugli enti locali la responsabilita' di aumentare le tasse ai cittadini - spiega il presidente del Consiglio regionale pugliese - in pratica, scarica sui Comuni il ruolo del 'cattivo', che altrimenti dovrebbe assumere il governo centrale. Li mette davanti all'alternativa perversa di dover cancellare servizi o di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, i soliti naturalmente, quelli a reddito fisso''.
''Meraviglia che abbia potuto esprimersi in questa maniera - secondo Introna - una persona considerata moderata e riflessiva come l'on. Maroni, che tra l'altro riveste un ruolo ministeriale tanto delicato. E' evidente che gli sono giunte notizie da parte dei sindaci, soprattutto del Mezzogiorno, che esprimono la preoccupazione delle amministrazioni locali nei riguardi di una strana riforma federalista, che invece di dare ai comuni, toglie''.
''Infatti, taglia i trasferimenti dallo Stato e dirotta sugli enti locali la responsabilita' di aumentare le tasse ai cittadini - spiega il presidente del Consiglio regionale pugliese - in pratica, scarica sui Comuni il ruolo del 'cattivo', che altrimenti dovrebbe assumere il governo centrale. Li mette davanti all'alternativa perversa di dover cancellare servizi o di mettere le mani nelle tasche dei contribuenti, i soliti naturalmente, quelli a reddito fisso''.
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