BARI. E alla fine il sì arrivò. La II commissione in Consiglio regionale pugliese, con l’astensione dell’opposizione, ha approvato la nomina del prof. Gianfranco Viesti a presidente della Fiera del Levante. In più è passato un emendamento, proposto dal Presidente della commissione Giovanni Brigante che prevede la decurtazione del 10% rispetto al 2010 degli emolumenti previsti per il prof. Viesti. Anche questo emendamento è stato approvato con l’astensione dell’opposizione. In attesa dell’approvazione del provvedimento da parte del Consiglio regionale sarà verificato dal punto di vista normativo, se la Regione è legittimata a introdurre questa decurtazione, considerando che non rientra tra gli enti fondatori dell’Ente autonomo Fiera del Levante. In caso contrario, come proposto dal capogruppo PD, Giovanni De Caro, nella prossima seduta del Consiglio regionale sarà approvato in sostituzione all’emendamento un ordine del giorno.
La decisione della II commissione è stata preceduta dal dibattito che ha avuto luogo precedentemente nel l’ambito della stessa II commissione riunita in seduta congiunta con la IV, cui hanno partecipato l’Assessore alle attività economiche Loredana Capone e il Direttore dell’Area competente, Davide Pellegrino. E’ stato concordato in particolare di convocare a breve una seduta monotematica della IV commissione sempre sulla Fiera del Levante con la presenza, oltre che dell’Assessore Capone, del neo presidente Viesti.
La gestione degli ultimi anni caratterizzata da duplicazioni di costi, sprechi e inefficienze, in particolare con riferimento alla gestione del personale, è stata evidenziata nel corso dei vari interventi tenuti dall’opposizione che, pur riconoscendo l’autorevolezza di Viesti come docente universitario ed economista, ha espresso forti perplessità in merito alla sua adeguatezza rispetto l’incarico assegnatogli. Ed anche il suo curriculum politico – a detta del consigliere Nicola Marmo (PdL) - non lascia molto tranquilli, considerati i risultati relativi agli incarichi precedenti (Finpuglia lasciata con disavanzo, ARTI caratterizzata da una forte propensione a rilasciare consulenze con un impegno di spesa piuttosto oneroso e, infine, assessorato al diritto allo studio). In più – ha aggiunto Marmo – il regolamento dell’Università di Bari prevede il divieto tassativo di svolgere per i docenti a tempo pieno altri incarichi, neanche a titolo gratuito.
In merito a questo aspetto, l’Assessore Capone – che ha espresso grande stima e considerazione nei confronti del prof. Viesti, economista di rango noto a livello nazionale e internazionale – ha fatto presente che della cosa se ne occuperà il diretto interessato non appena nominato. In relazione alla situazione attuale della Fiera ha confermato i problemi di bilancio riscontrati; tuttavia molti costi sono di natura straordinaria, in particolare con riferimento all’abbattimento di due padiglioni resosi necessario per consentire la costruzione di un altro più grande e alla gestione del personale. “Negli anni scorsi – ha detto l’assessore – sono state assunte diverse unità di personale senza provvedere a inquadrarle nella pianta organica. I contenziosi accesi degli interessati hanno avuto come conseguenza il pagamento di alte spese legali”. Trattandosi di costi non fissi, si rende necessario un piano di rientro del quale dovranno farsi carico al più presto gli enti fondatori (Comune, Provincia e Camera di commercio), e non la Regione che è competente solo sulla governance dell’ente e sul controllo di gestione e di merito. Capone si è detto disponibile anche a una modifica legislativa che renda il controllo della Regione ancora più ficcante e incisivo. Il piano di rientro si rende ancora più necessario e prioritario per arrivare nelle condizioni di mercato giuste alla prevista privatizzazione dell’ente. In questa ottica – ha anticipato l’assessore – i soci fondatori dell’ente hanno già dato la loro disponibilità alla mobilità del personale. In ultimo si punta fortemente alla realizzazione del centro congressi, ritenuto una struttura di supporto strategica rispetto all’attività della fiera.
Ma l'opposizione non ci sta a questa imponente situazione debitoria dell'Ente e si fa sentire a chiare lettere. Il vicecapogruppo vicario del Pdl alla Regione, Massimo Cassano, commenta così i disavanzi dal 2006 al 2010 della Campionaria: “La situazione della Fiera del Levante emersa questa mattina nel corso delle relazioni in Commissione dell’assessore Capone e del dirigente del Settore, è drammatica. Altro che vela spiegata nel Mar Mediterraneo come dice il Presidente Vendola, qui siamo in presenza di un mare di debiti. Per fortuna con l’approvazione dell’emendamento del Presidente Palese siamo riusciti almeno a ridurre del 10% l’indennità spettante al nuovo Presidente dell’Ente”.
“Ci hanno detto con estrema naturalezza che il nuovo padiglione, peraltro andato in fiamme durante i lavori di costruzione, sarebbe costato 25 milioni di euro (!?); che i Bilanci della Fiera degli ultimi anni sono passati da 1,2 milioni di perdite del 2006 ad un pareggio nel 2007, per poi tornare in perdita di 850mila euro nel 2008 e addirittura di 4,7 milioni nel 2009. Ci hanno anche detto che per il 2010 ci sarebbe un disavanzo vicino a quello del 2008. Ma non capiamo come e perché si passi da un pareggio nel 2007 a 4,7 milioni nel 2009 se non per totale incapacità di gestione. A questo punto poi – aggiunge Cassano – è chiaro che i numeri positivi che vengono decantati da Vendola il giorno dopo la chiusura di ogni Campionaria sono falsi. Abbiamo chiesto inutilmente alla maggioranza di centrosinistra di soprassedere ancora sulla nomina di Viesti, peraltro negli ultimi anni variamente collocato da Vendola ma poi sempre sostituito. Come si fa a parlare di privatizzazione in presenza di questi numeri e di queste gestioni assurde? Quale imprenditore sano di mente investirebbe oggi i suoi soldi in un Ente – carrozzone sprofondato in un mare di debiti? E che mission la Giunta affida al nuovo manager? Siamo alle solite: l’essenziale è occupare una poltrona. Tanto poi pagano i cittadini”.
Per il segretario regionale della Puglia Prima di Tutto, Tato Greco, il quadro emerso dall'audizione sulla Fiera è "a dir poco inquietante e ora capiamo perché è stata ritardata la privatizzazione: era più utile avere un carrozzone pubblico da gravare di debiti e su cui spendere 25 milioni di euro soltanto per costruire un padiglione, mentre tutto intorno non è ben chiaro neppure che cosa ci sia".
"Passare dal pareggio di bilancio del 2007 a oltre 4 milioni di debito del 2009 richiede capacità spiccate - ironizza Greco -. Delle due l'una: o il management ha disamministrato, e allora non si capisce perché non siano stati presi provvedimenti per tempo; oppure la politica che doveva controllare in realtà è la causa del disastro. Conoscendo la qualità di chi ha guidato la Fiera finora sono indotto a propendere per la seconda ipotesi".
La decisione della II commissione è stata preceduta dal dibattito che ha avuto luogo precedentemente nel l’ambito della stessa II commissione riunita in seduta congiunta con la IV, cui hanno partecipato l’Assessore alle attività economiche Loredana Capone e il Direttore dell’Area competente, Davide Pellegrino. E’ stato concordato in particolare di convocare a breve una seduta monotematica della IV commissione sempre sulla Fiera del Levante con la presenza, oltre che dell’Assessore Capone, del neo presidente Viesti.
La gestione degli ultimi anni caratterizzata da duplicazioni di costi, sprechi e inefficienze, in particolare con riferimento alla gestione del personale, è stata evidenziata nel corso dei vari interventi tenuti dall’opposizione che, pur riconoscendo l’autorevolezza di Viesti come docente universitario ed economista, ha espresso forti perplessità in merito alla sua adeguatezza rispetto l’incarico assegnatogli. Ed anche il suo curriculum politico – a detta del consigliere Nicola Marmo (PdL) - non lascia molto tranquilli, considerati i risultati relativi agli incarichi precedenti (Finpuglia lasciata con disavanzo, ARTI caratterizzata da una forte propensione a rilasciare consulenze con un impegno di spesa piuttosto oneroso e, infine, assessorato al diritto allo studio). In più – ha aggiunto Marmo – il regolamento dell’Università di Bari prevede il divieto tassativo di svolgere per i docenti a tempo pieno altri incarichi, neanche a titolo gratuito.
In merito a questo aspetto, l’Assessore Capone – che ha espresso grande stima e considerazione nei confronti del prof. Viesti, economista di rango noto a livello nazionale e internazionale – ha fatto presente che della cosa se ne occuperà il diretto interessato non appena nominato. In relazione alla situazione attuale della Fiera ha confermato i problemi di bilancio riscontrati; tuttavia molti costi sono di natura straordinaria, in particolare con riferimento all’abbattimento di due padiglioni resosi necessario per consentire la costruzione di un altro più grande e alla gestione del personale. “Negli anni scorsi – ha detto l’assessore – sono state assunte diverse unità di personale senza provvedere a inquadrarle nella pianta organica. I contenziosi accesi degli interessati hanno avuto come conseguenza il pagamento di alte spese legali”. Trattandosi di costi non fissi, si rende necessario un piano di rientro del quale dovranno farsi carico al più presto gli enti fondatori (Comune, Provincia e Camera di commercio), e non la Regione che è competente solo sulla governance dell’ente e sul controllo di gestione e di merito. Capone si è detto disponibile anche a una modifica legislativa che renda il controllo della Regione ancora più ficcante e incisivo. Il piano di rientro si rende ancora più necessario e prioritario per arrivare nelle condizioni di mercato giuste alla prevista privatizzazione dell’ente. In questa ottica – ha anticipato l’assessore – i soci fondatori dell’ente hanno già dato la loro disponibilità alla mobilità del personale. In ultimo si punta fortemente alla realizzazione del centro congressi, ritenuto una struttura di supporto strategica rispetto all’attività della fiera.
Ma l'opposizione non ci sta a questa imponente situazione debitoria dell'Ente e si fa sentire a chiare lettere. Il vicecapogruppo vicario del Pdl alla Regione, Massimo Cassano, commenta così i disavanzi dal 2006 al 2010 della Campionaria: “La situazione della Fiera del Levante emersa questa mattina nel corso delle relazioni in Commissione dell’assessore Capone e del dirigente del Settore, è drammatica. Altro che vela spiegata nel Mar Mediterraneo come dice il Presidente Vendola, qui siamo in presenza di un mare di debiti. Per fortuna con l’approvazione dell’emendamento del Presidente Palese siamo riusciti almeno a ridurre del 10% l’indennità spettante al nuovo Presidente dell’Ente”.
“Ci hanno detto con estrema naturalezza che il nuovo padiglione, peraltro andato in fiamme durante i lavori di costruzione, sarebbe costato 25 milioni di euro (!?); che i Bilanci della Fiera degli ultimi anni sono passati da 1,2 milioni di perdite del 2006 ad un pareggio nel 2007, per poi tornare in perdita di 850mila euro nel 2008 e addirittura di 4,7 milioni nel 2009. Ci hanno anche detto che per il 2010 ci sarebbe un disavanzo vicino a quello del 2008. Ma non capiamo come e perché si passi da un pareggio nel 2007 a 4,7 milioni nel 2009 se non per totale incapacità di gestione. A questo punto poi – aggiunge Cassano – è chiaro che i numeri positivi che vengono decantati da Vendola il giorno dopo la chiusura di ogni Campionaria sono falsi. Abbiamo chiesto inutilmente alla maggioranza di centrosinistra di soprassedere ancora sulla nomina di Viesti, peraltro negli ultimi anni variamente collocato da Vendola ma poi sempre sostituito. Come si fa a parlare di privatizzazione in presenza di questi numeri e di queste gestioni assurde? Quale imprenditore sano di mente investirebbe oggi i suoi soldi in un Ente – carrozzone sprofondato in un mare di debiti? E che mission la Giunta affida al nuovo manager? Siamo alle solite: l’essenziale è occupare una poltrona. Tanto poi pagano i cittadini”.
Per il segretario regionale della Puglia Prima di Tutto, Tato Greco, il quadro emerso dall'audizione sulla Fiera è "a dir poco inquietante e ora capiamo perché è stata ritardata la privatizzazione: era più utile avere un carrozzone pubblico da gravare di debiti e su cui spendere 25 milioni di euro soltanto per costruire un padiglione, mentre tutto intorno non è ben chiaro neppure che cosa ci sia".
"Passare dal pareggio di bilancio del 2007 a oltre 4 milioni di debito del 2009 richiede capacità spiccate - ironizza Greco -. Delle due l'una: o il management ha disamministrato, e allora non si capisce perché non siano stati presi provvedimenti per tempo; oppure la politica che doveva controllare in realtà è la causa del disastro. Conoscendo la qualità di chi ha guidato la Fiera finora sono indotto a propendere per la seconda ipotesi".