di Gianfabio Pellino
Sventola bandiera francese una delle sorprese cinematografiche del momento, “Il truffacuori”, che Pascal Chaumeil, esordiente nel lungometraggio ma con alle spalle un apprendistato alla corte di Luc Besson per “Léon”, “Il quinto elemento” e “Giovanna d‘Arco“, oltre alla regia di svariati film e serie per la televisione, confeziona attento a non giocare al ribasso con l’attenzione del pubblico.
La storia è quella di Alex Lippi e del suo lavoro non proprio rientrante fra quelli che si possono esibire sulla carta d’identità : disinnescatore di passioni amorose. In buona sostanza, il nostro viene ingaggiato da genitori, fratelli, sorelle e amici vari affinchè un fidanzamento inevitabilmente prossimo a un matrimonio che, a detta dei committenti, tutto farebbe tranne la felicità della sposa, possa naufragare senza rimpianti da parte della persona oggetto del bonifico bancario.
Il sex appeal e una studiata malinconica dolcezza fanno sì che l’attività di Alex non conosca fallimenti: le aspiranti mogli cadono ai suoi piedi (un bacio soltanto, però: l’etica professionale vieta di spingersi oltre) e una vita senza grossi problemi economici pare essere garantita.
Ma se già un posto fisso non sempre assicura di poter accompagnare fino alla pensione, figurarsi il dover contare su chi si preoccupa dell’altrui benessere: le commesse scemano pericolosamente e il ricorso allo strozzinaggio aumenta in proporzione, insieme alla per nulla allettante prospettiva di sentirsi prima o poi le ossa andare in frantumi.
Una via di fuga si presenta quando un assegno più che generoso viene staccato dal facoltoso padre di Juliette per far saltare le nozze della figlia con Jonathan, un ragazzo di famiglia altolocata e con preoccupazioni di denaro vicine allo zero.
Stavolta, però, la consumata professionalità di Alex e del suo team (la sorella e il marito di lei, che si occupano l’una della parte organizzativa, l’altro del reperimento delle informazioni circa vita, opere e gusti - che Alex deve fare suoi - delle future mancate spose, oltre che del supporto tecnologico) non bastano, perchè l’amore fra i due giovani è a prova di bomba e, colpo di scena, Alex forse per la prima volta si vergogna di quello che fa, dal momento che perde completamente la testa per Juliette.
Missione impossibile per il truffacuori, dunque, ma non per Pascal Chaumeil, che centra il bersaglio caricando la macchina da presa con un sapiente impasto di location sempre belle da guardare (Parigi, le dune del deserto, Montecarlo), ritmo a progredire e freschezza di invenzioni comiche, grazie soprattutto alle imprese del cognato di Alex, Marc (uno scatenato François Damiens, che per questo ruolo si è guadagnato una candidatura al César come miglior attore non protagonista).
La faccia da schiaffi di Romain Duris (Alex) e la bellezza irregolare di Vanessa Paradis (Juliette) hanno buon gioco ad accaparrarsi le simpatie dello spettatore e se verso la fine dei giochi si vira un po’ troppo sulle rotte della favola poco male: la ‘fuitina’ di Juliette con Alex alla vigilia del “Sì” a Jonathan in stile “Innamorato pazzo” (pazzo con due zeta), che trova una chiusa perfetta nella rivisitazione del balletto finale di “Dirty Dancing” sulle note di “(I've Had) The Time of My Life”, è un momento di cinema che fa stare bene. E tanto basta.
Il truffacuori
Titolo originale: L'arnacoeur
Nazione: Francia
Genere: Commedia
Durata: 105 min. Anno: 2010
Cast: : Romain Duris, Vanessa Paradis, Julie Ferrier, François Damiens, Hélèna Noguerra, Andrew Lincoln
Regia: Pascal Chaumeil
Sventola bandiera francese una delle sorprese cinematografiche del momento, “Il truffacuori”, che Pascal Chaumeil, esordiente nel lungometraggio ma con alle spalle un apprendistato alla corte di Luc Besson per “Léon”, “Il quinto elemento” e “Giovanna d‘Arco“, oltre alla regia di svariati film e serie per la televisione, confeziona attento a non giocare al ribasso con l’attenzione del pubblico.
La storia è quella di Alex Lippi e del suo lavoro non proprio rientrante fra quelli che si possono esibire sulla carta d’identità : disinnescatore di passioni amorose. In buona sostanza, il nostro viene ingaggiato da genitori, fratelli, sorelle e amici vari affinchè un fidanzamento inevitabilmente prossimo a un matrimonio che, a detta dei committenti, tutto farebbe tranne la felicità della sposa, possa naufragare senza rimpianti da parte della persona oggetto del bonifico bancario.
Il sex appeal e una studiata malinconica dolcezza fanno sì che l’attività di Alex non conosca fallimenti: le aspiranti mogli cadono ai suoi piedi (un bacio soltanto, però: l’etica professionale vieta di spingersi oltre) e una vita senza grossi problemi economici pare essere garantita.
Ma se già un posto fisso non sempre assicura di poter accompagnare fino alla pensione, figurarsi il dover contare su chi si preoccupa dell’altrui benessere: le commesse scemano pericolosamente e il ricorso allo strozzinaggio aumenta in proporzione, insieme alla per nulla allettante prospettiva di sentirsi prima o poi le ossa andare in frantumi.
Una via di fuga si presenta quando un assegno più che generoso viene staccato dal facoltoso padre di Juliette per far saltare le nozze della figlia con Jonathan, un ragazzo di famiglia altolocata e con preoccupazioni di denaro vicine allo zero.
Stavolta, però, la consumata professionalità di Alex e del suo team (la sorella e il marito di lei, che si occupano l’una della parte organizzativa, l’altro del reperimento delle informazioni circa vita, opere e gusti - che Alex deve fare suoi - delle future mancate spose, oltre che del supporto tecnologico) non bastano, perchè l’amore fra i due giovani è a prova di bomba e, colpo di scena, Alex forse per la prima volta si vergogna di quello che fa, dal momento che perde completamente la testa per Juliette.
Missione impossibile per il truffacuori, dunque, ma non per Pascal Chaumeil, che centra il bersaglio caricando la macchina da presa con un sapiente impasto di location sempre belle da guardare (Parigi, le dune del deserto, Montecarlo), ritmo a progredire e freschezza di invenzioni comiche, grazie soprattutto alle imprese del cognato di Alex, Marc (uno scatenato François Damiens, che per questo ruolo si è guadagnato una candidatura al César come miglior attore non protagonista).
La faccia da schiaffi di Romain Duris (Alex) e la bellezza irregolare di Vanessa Paradis (Juliette) hanno buon gioco ad accaparrarsi le simpatie dello spettatore e se verso la fine dei giochi si vira un po’ troppo sulle rotte della favola poco male: la ‘fuitina’ di Juliette con Alex alla vigilia del “Sì” a Jonathan in stile “Innamorato pazzo” (pazzo con due zeta), che trova una chiusa perfetta nella rivisitazione del balletto finale di “Dirty Dancing” sulle note di “(I've Had) The Time of My Life”, è un momento di cinema che fa stare bene. E tanto basta.
Il truffacuori
Titolo originale: L'arnacoeur
Nazione: Francia
Genere: Commedia
Durata: 105 min. Anno: 2010
Cast: : Romain Duris, Vanessa Paradis, Julie Ferrier, François Damiens, Hélèna Noguerra, Andrew Lincoln
Regia: Pascal Chaumeil