BARI. “In un momento così delicato per l’economia e la stabilità politica di tutto il Paese, sarebbe un crimine imperdonabile non ascoltare le richieste delle regioni meridionali che chiedono al governo, unite da una intesa bipartisan, di modificare i criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale”. Lo sottolinea il capogruppo Pd alla Regione Puglia, Antonio Decaro.
“Le Regioni del Sud – spiega - chiedono che il Fondo sanitario nazionale non sia diviso solo in base all’anzianità della popolazione. Così facendo, infatti, si premiano le regioni del Nord dove la popolazione è più avanti con gli anni, ma si penalizzano le regioni del Sud dove vive la popolazione più giovane del Paese”.
“Quello che chiediamo in tutto il Mezzogiorno – ribadisce il capogruppo - è di inserire nel riparto anche l’indice della deprivazione sociale, cioè quello che considera anche le condizioni socio-economiche delle regioni. E’ ormai nota, infatti, la circostanza secondo la quale dove c’è più disoccupazione e povertà , ci si ammala maggiormente”.
“Soprattutto in vista di un federalismo che non abbiamo chiesto, e che rischia di partire senza che siano stati definiti i livelli essenziali dell’assistenza (Lea) e delle prestazioni sanitarie (Lep) – precisa - il Mezzogiorno rischia di partire con la retromarcia nel percorso della riforma federalista”.
“L’auspicio – conclude Decaro – è quindi quello che il governo accolga le richieste del Sud del Paese, facendo ragionare, almeno per una volta, i governatori del Nord affinché abbandonino l’ottica del privilegio e riconsiderino quella della coesione sociale”.
“Le Regioni del Sud – spiega - chiedono che il Fondo sanitario nazionale non sia diviso solo in base all’anzianità della popolazione. Così facendo, infatti, si premiano le regioni del Nord dove la popolazione è più avanti con gli anni, ma si penalizzano le regioni del Sud dove vive la popolazione più giovane del Paese”.
“Quello che chiediamo in tutto il Mezzogiorno – ribadisce il capogruppo - è di inserire nel riparto anche l’indice della deprivazione sociale, cioè quello che considera anche le condizioni socio-economiche delle regioni. E’ ormai nota, infatti, la circostanza secondo la quale dove c’è più disoccupazione e povertà , ci si ammala maggiormente”.
“Soprattutto in vista di un federalismo che non abbiamo chiesto, e che rischia di partire senza che siano stati definiti i livelli essenziali dell’assistenza (Lea) e delle prestazioni sanitarie (Lep) – precisa - il Mezzogiorno rischia di partire con la retromarcia nel percorso della riforma federalista”.
“L’auspicio – conclude Decaro – è quindi quello che il governo accolga le richieste del Sud del Paese, facendo ragionare, almeno per una volta, i governatori del Nord affinché abbandonino l’ottica del privilegio e riconsiderino quella della coesione sociale”.