BARI. "Noi non siamo stati messi nelle condizioni di prevedere ciò che stava accadendo". Lo ha detto oggi il sindaco di Bari, Michele Emiliano, commentando l'affollamento del Cara di Bari dopo l'arrivo di immigrati da Lampedusa. "Come al solito, come le truppe di prima linea che non sanno e che non vengono avvisate dai comandi generali - ha spiegato - Bari verrà investita da un'ondata gigantesca di carattere molto confuso". Al ministro dell'Interno: "Ci sono alcune città che è vero che risolvono i problemi e stanno sempre in silenzio, ma non hanno una resistenza infinita".
"Non saremo in grado di prestare i servizi e siccome dubito che qualcuno, neanche nel 'milleproroghe', che è stato approvato pochi giorni fa - ha aggiunto il sindaco barese - abbia pensato di accantonare per gli enti locali delle risorse ulteriori e specifiche per le questioni che riguardano questa ondata migratoria, noi non possiamo fare a meno che chiedere immediatamente al Prefetto di Bari di costituire un'unità di crisi, perché siamo già in un momento di crisi". "So - ha aggiunto Emiliano - perché me lo ha precisato, che il Prefetto ha chiesto al Ministero di non mandare più nessuno al Cara perché è pieno; ha più di 1250 persone e forse saremo saliti in queste ore". Tutto questo, secondo il sindaco di Bari, "avviene mentre l'Italia si occupa di altro".
"Per noi è un onore avere il Cara a Bari ma - ha concluso Emiliano - se il centro, da essere il luogo della valutazione delle richieste d'asilo, diventa una discarica umana, è evidente che abbiamo bisogno di un sostegno perché le città non si abbandonano anche quando sono forti, e Bari è forte ma non può essere abbandonata". Un sostegno che il Comune di Bari, con l'assessore Abbaticchio, chiede da mesi.
EMERGENZA AL CARA - Nel Centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari continua così l'emergenza profughi. Ieri le prefetture pugliesi hanno convocato riunioni monotematiche per concordare le modalità di accoglienza dei magrebini nei centri della nostra regione. Tutto esaurito ormai nella struttura di Palese che ha superato di quasi il 30 per cento la capienza massima consentita nei prefabbricati dell'area aeroportuale
"Non saremo in grado di prestare i servizi e siccome dubito che qualcuno, neanche nel 'milleproroghe', che è stato approvato pochi giorni fa - ha aggiunto il sindaco barese - abbia pensato di accantonare per gli enti locali delle risorse ulteriori e specifiche per le questioni che riguardano questa ondata migratoria, noi non possiamo fare a meno che chiedere immediatamente al Prefetto di Bari di costituire un'unità di crisi, perché siamo già in un momento di crisi". "So - ha aggiunto Emiliano - perché me lo ha precisato, che il Prefetto ha chiesto al Ministero di non mandare più nessuno al Cara perché è pieno; ha più di 1250 persone e forse saremo saliti in queste ore". Tutto questo, secondo il sindaco di Bari, "avviene mentre l'Italia si occupa di altro".
"Per noi è un onore avere il Cara a Bari ma - ha concluso Emiliano - se il centro, da essere il luogo della valutazione delle richieste d'asilo, diventa una discarica umana, è evidente che abbiamo bisogno di un sostegno perché le città non si abbandonano anche quando sono forti, e Bari è forte ma non può essere abbandonata". Un sostegno che il Comune di Bari, con l'assessore Abbaticchio, chiede da mesi.
EMERGENZA AL CARA - Nel Centro di accoglienza richiedenti asilo di Bari continua così l'emergenza profughi. Ieri le prefetture pugliesi hanno convocato riunioni monotematiche per concordare le modalità di accoglienza dei magrebini nei centri della nostra regione. Tutto esaurito ormai nella struttura di Palese che ha superato di quasi il 30 per cento la capienza massima consentita nei prefabbricati dell'area aeroportuale