BRINDISI. Il “Carciofo Brindisino” a breve nella lista delle colture a Igp (Indicazione geografica protetta): la domanda di registrazione della denominazione ”Carciofo Brindisino Igp” è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Da questo momento la procedura comunitaria prevede sei mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Trascorso questo periodo il Carciofo Brindisino sarà iscritto nel registro ufficiale europeo delle Dop e Igp.
E' questa una grande e straordinaria notizia per la Provincia di Brindisi ed una grossa soddisfazione viene espressa dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Brindisi.
“Siamo state una delle poche organizzazioni agricole del territorio brindisino a sottoscrivere a suo tempo la apposita richiesta al Ministero delle Politiche agricole di riconoscimento del marchio Igp per il Carciofo Brindisino – evidenzia il presidente della Cia di Brindisi Luigi D’Amico -. Senza tale richiesta, che fu presentata dalla maggioranza dei produttori brindisini di carciofo e dalle organizzazioni che li rappresentano, non sarebbe partito l’iter per l’ottenimento del riconoscimento Igp. Un marchio attraverso il quale si potrà finalmente valorizzare un prodotto unico nel suo genere dalle caratteristiche peculiari per la precocità , la particolare tenerezza e sapidità dei capolini. Con il marchio Igp si spera anche di porre un freno alle importazioni di carciofi, di dubbia qualità , che arrivano nei porti pugliesi, e soprattutto a Brindisi, dai paesi del Nord Africa”.
(Daniele Martini)
E' questa una grande e straordinaria notizia per la Provincia di Brindisi ed una grossa soddisfazione viene espressa dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) di Brindisi.
“Siamo state una delle poche organizzazioni agricole del territorio brindisino a sottoscrivere a suo tempo la apposita richiesta al Ministero delle Politiche agricole di riconoscimento del marchio Igp per il Carciofo Brindisino – evidenzia il presidente della Cia di Brindisi Luigi D’Amico -. Senza tale richiesta, che fu presentata dalla maggioranza dei produttori brindisini di carciofo e dalle organizzazioni che li rappresentano, non sarebbe partito l’iter per l’ottenimento del riconoscimento Igp. Un marchio attraverso il quale si potrà finalmente valorizzare un prodotto unico nel suo genere dalle caratteristiche peculiari per la precocità , la particolare tenerezza e sapidità dei capolini. Con il marchio Igp si spera anche di porre un freno alle importazioni di carciofi, di dubbia qualità , che arrivano nei porti pugliesi, e soprattutto a Brindisi, dai paesi del Nord Africa”.
(Daniele Martini)