BARI. Sono 313.580 i pugliesi, tra i poco più di 4milioni di italiani iscritti all’Aire, l’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero. Il 33,2% è originario della provincia di Bari, il 28,7% di Lecce, il 20,3% di Foggia, più basse le percentuali di Taranto e Brindisi. Il Paese con più pugliesi è la Germania (97mila), seguita da Svizzera (66mila), Francia (31mila) e Belgio (24mila). In Argentina sono 18mila, negli USA 13mila e in Venezuela 10mila. Si calcola però che il numero effettivo sia molto superiore, considerando i non registrati
E le “partenze” dalla Puglia sono riprese: è “il ritorno all’emigrazione”, sottolineato dal presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, nel suo intervento nella prestazione a Bari del Rapporto italiani nel mondo, un progetto nato nel 2006 a cura della Fondazione Migrantes, istituzione della Conferenza episcopale italiana.
“Nei 150 anni di unità nazionale – ha notato Introna - la Puglia ha attraversato la stagione storica dell’emigrazione e quella più recente dell’immigrazione dai paesi poveri, vissuta con grande spirito di accoglienza. Ora sta subendo una preoccupante crisi occupazionale giovanile, accanto a quella endemica femminile. Metà delle pugliesi è senza lavoro e negli ultimi anni è ripresa l’emigrazione verso il Nord e l’estero. È un fenomeno che riguarda soprattutto i giovani e i più qualificati e che preoccupa, oltre ad impoverire il patrimonio di forze migliori”.
Il 45% dei ragazzi pugliesi che si laureano lascia la regione, in modo quasi sempre definitivo. “Credo che in tema di emigrazione sia arrivato il momento di aggiungere alla celebrazione una rivendicazione – dichiara il presidente del Consiglio regionale - è tempo di dire basta alla fuga dei cervelli, perché per la Puglia è tornata la stagione delle partenze, dei viaggi verso un futuro migliore”.
Resta “doveroso” per Introna, ricordare il ruolo delle comunità pugliesi nel mondo: da veri ambasciatori della pugliesità, danno prova delle capacità, operosità e generosità della nostra gente”.
Il Consiglio regionale intende tenere sempre aperti i contatti. “E’ ancora vivo il ricordo dell’incontro recente con i Coratini di Grenoble. Inviti giungono dalle comunità in Argentina e Australia. Non lasceremo inascoltati questi appelli a tenere vivo il legame della comune identità regionale. La Puglia deve crescere, in ogni parte del mondo ci siano pugliesi”.
E le “partenze” dalla Puglia sono riprese: è “il ritorno all’emigrazione”, sottolineato dal presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, nel suo intervento nella prestazione a Bari del Rapporto italiani nel mondo, un progetto nato nel 2006 a cura della Fondazione Migrantes, istituzione della Conferenza episcopale italiana.
“Nei 150 anni di unità nazionale – ha notato Introna - la Puglia ha attraversato la stagione storica dell’emigrazione e quella più recente dell’immigrazione dai paesi poveri, vissuta con grande spirito di accoglienza. Ora sta subendo una preoccupante crisi occupazionale giovanile, accanto a quella endemica femminile. Metà delle pugliesi è senza lavoro e negli ultimi anni è ripresa l’emigrazione verso il Nord e l’estero. È un fenomeno che riguarda soprattutto i giovani e i più qualificati e che preoccupa, oltre ad impoverire il patrimonio di forze migliori”.
Il 45% dei ragazzi pugliesi che si laureano lascia la regione, in modo quasi sempre definitivo. “Credo che in tema di emigrazione sia arrivato il momento di aggiungere alla celebrazione una rivendicazione – dichiara il presidente del Consiglio regionale - è tempo di dire basta alla fuga dei cervelli, perché per la Puglia è tornata la stagione delle partenze, dei viaggi verso un futuro migliore”.
Resta “doveroso” per Introna, ricordare il ruolo delle comunità pugliesi nel mondo: da veri ambasciatori della pugliesità, danno prova delle capacità, operosità e generosità della nostra gente”.
Il Consiglio regionale intende tenere sempre aperti i contatti. “E’ ancora vivo il ricordo dell’incontro recente con i Coratini di Grenoble. Inviti giungono dalle comunità in Argentina e Australia. Non lasceremo inascoltati questi appelli a tenere vivo il legame della comune identità regionale. La Puglia deve crescere, in ogni parte del mondo ci siano pugliesi”.