BARI. ''La Libia e' socia, e' dentro il controllo delle principali aziende italiane. Lo dico perche' alcuni giornali si sbizzarriscono nel parlare delle complicita'. Alcuni di noi hanno fatto politica e hanno avuto rapporti con quei regimi''. Lo ha detto il presidente del Copasir ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema intervenendo a Bari all'inaugurazione della nuova sede provinciale del Partito democratico, soffermandosi sulla situazione incandescente della Libia ''sulle connessioni economiche'' tra quel Paese e l'Italia.
Per D'Alema se i giornali vogliono approfondire i rapporti economici tra l'Italia e la Libia ''possono rivolgersi alle loro proprieta'. C'e' molto materiale - ha sottolineato - molto piu' che nella politica. Non scherziamo: e' uno stupido gioco di scaricabarile. Noi - ha concluso - dobbiamo vedere come affrontare questa situazione''.
"Alla crisi economica - secondo D'Alema - si aggiunge la perdita di credibilita' del governo del Paese in Italia e nel mondo. Siccome nel mondo non vedono il Tg1 e il Tg5 ma godono di una libera informazione il precipizio del governo italiano all'estero e' rapidissimo in un momento in cui sono in gioco interessi fondamentali dell'Italia".
Per quanto riguarda le intercettazioni, argomento caldo durante la stagione dei processi berlusconiani, D'Alema non ha dubbi: ''In questa materia non c'e' nessuna possibilita' di collaborazione con li governo, vorrei dire persino a prescindere dal merito''. Cosi' il presidente del Copasir ha risposto a una domanda dei giornalisti che a Bari gli chiedevano un commento su quanto affermato durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti circa i possibili danni che il progetto di legge governativo sulle intercettazioni possono causare alla lotta contro la corruzione.
''L'azione di questo governo, nella condizione in cui si trova Berlusconi su tutto cio' che ha a che fare con la giustizia - ha sottolineato il politico pugliese - e' inevitabilmente oggetto di sospetto legittimo da parte dell'opinione pubblica. Punto di partenza per discutere di questi problemi e' che Berlusconi si dimetta. Altrimenti non si parte''.
Infine un accenno alla lenta decadenza morale della PA, che si sta mettendo in rilievo in tanti casi di cronaca locale. ''Credo che questo fenomeno dell'inefficienza e della corruzione della Pubblica amministrazione sia molto serio e ci debba molto preoccupare'', ha commentato D'Alema.
''Penso che da questo punto di vista, emerga il carattere esclusivamente propagandistico di certe riforme della Pubblica amministrazione fatte dal ministro Brunetta ed anche la responsabilita' di chi, anziche' combattere questi fenomeni, li ha magari protetti alimentando varie 'cricche' che diventano non soltanto un danno in se' - ha concluso - ma anche un cattivo esempio".
(Redazione)
Per D'Alema se i giornali vogliono approfondire i rapporti economici tra l'Italia e la Libia ''possono rivolgersi alle loro proprieta'. C'e' molto materiale - ha sottolineato - molto piu' che nella politica. Non scherziamo: e' uno stupido gioco di scaricabarile. Noi - ha concluso - dobbiamo vedere come affrontare questa situazione''.
"Alla crisi economica - secondo D'Alema - si aggiunge la perdita di credibilita' del governo del Paese in Italia e nel mondo. Siccome nel mondo non vedono il Tg1 e il Tg5 ma godono di una libera informazione il precipizio del governo italiano all'estero e' rapidissimo in un momento in cui sono in gioco interessi fondamentali dell'Italia".
Per quanto riguarda le intercettazioni, argomento caldo durante la stagione dei processi berlusconiani, D'Alema non ha dubbi: ''In questa materia non c'e' nessuna possibilita' di collaborazione con li governo, vorrei dire persino a prescindere dal merito''. Cosi' il presidente del Copasir ha risposto a una domanda dei giornalisti che a Bari gli chiedevano un commento su quanto affermato durante l'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti circa i possibili danni che il progetto di legge governativo sulle intercettazioni possono causare alla lotta contro la corruzione.
''L'azione di questo governo, nella condizione in cui si trova Berlusconi su tutto cio' che ha a che fare con la giustizia - ha sottolineato il politico pugliese - e' inevitabilmente oggetto di sospetto legittimo da parte dell'opinione pubblica. Punto di partenza per discutere di questi problemi e' che Berlusconi si dimetta. Altrimenti non si parte''.
Infine un accenno alla lenta decadenza morale della PA, che si sta mettendo in rilievo in tanti casi di cronaca locale. ''Credo che questo fenomeno dell'inefficienza e della corruzione della Pubblica amministrazione sia molto serio e ci debba molto preoccupare'', ha commentato D'Alema.
''Penso che da questo punto di vista, emerga il carattere esclusivamente propagandistico di certe riforme della Pubblica amministrazione fatte dal ministro Brunetta ed anche la responsabilita' di chi, anziche' combattere questi fenomeni, li ha magari protetti alimentando varie 'cricche' che diventano non soltanto un danno in se' - ha concluso - ma anche un cattivo esempio".
(Redazione)