di Vittorio Polito
La Cattedrale di Bari è una delle grandi opere romaniche sorte dopo l’anno mille. Essa rappresentava il simbolo della città medievale, l’edificio più importante dove si svolgevano cerimonie religiose, ma anche manifestazioni civili e politiche.
Secondo la tradizione Bari ebbe per primo Vescovo un discepolo di San Pietro, San Mauro, assurse a metropoli delle Puglie sotto l’impero dei Greci. Per tale motivo si rendeva necessaria una chiesa episcopale degna del suo lustro. Pare indubbio che una chiesa episcopale sorgesse sullo stesso posto sin dal secolo VI, con a fianco il battistero, trasformato poi nell’ancora esistente Trulla.
Sulla facciata si possono notare animali e creature fantastiche (il bestiario), caratteristica delle facciate delle chiese medievali. Essi rappresentano i custodi del luogo sacro, pronti a lottare per difendere il bene.
Nella elegante e preziosa pubblicazione che mostra le millenarie immagini scolpite nella pietra, si fa un po’ la storia della grande Cattedrale dedicata a San Sabino e alla Madonna di Costantinopoli (Odegitria), definita dall’Arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci, che firma la prefazione, “lo scrigno della fede”.
Scrive l’Arcivescovo nella prefazione: “La Cattedrale, scrigno prezioso che sempre affascina tutti per la sua bellezza artistica, non è un museo! Tutto nella Cattedrale è in funzione della crescita di fede, speranza e carità della comunità cristiana, e questa è meravigliosamente simbolizzata dall’edificio”.
Monsignor Cacucci, conclude la sua prefazione con l’auspicio che chi entra nella Cattedrale di Bari, affascinato dalla bellezza e dall’arte, possa giungere a pregare e ad adorare; e a chi vi entra per pregare e per adorare, possa essere aiutato in questo dalla bellezza e dall’arte.
Il volume grazie ai contributi di Gianni Guadalupi, che delinea il contesto storico in cui la Cattedrale è stata costruita, e dell’architetto Fernando Russo che accompagna il lettore in un un’accurata e coinvolgente visita guidata della chiesa, contribuirà certamente a farla riscoprire e amare da tutti. Il campanile, la cupola, il timpano e il bel rosone del transetto meridionale, ora splendidamente illuminati, faranno da guida con il loro affascinante chiarore.
Nel volume “La Cattedrale di Bari”, a cura di Fernando Russo (FMR Editrice), si parla anche del Museo diocesano il cui testo è firmato dal direttore don Gaetano Barracano, mentre un’appendice riporta in lingua inglese un ampio riassunto. La pregevole pubblicazione, riccamente illustrata con le foto di Luciano Romano, riporta i testi di Gianni Guadalupi e dello stesso Fernando Russo.
La curiosità. Il 21 giugno di ogni anno, giorno del solstizio d’estate, nella Cattedrale di Bari si verifica un evento straordinario: il sole che bacia la terra. In questo giorno alle ore 17,10 (ora legale), i raggi del sole provenienti dal rosone centrale con i suoi 18 petali o raggi, posizionato sulla facciata principale, vanno a combaciarsi esattamente sul corrispondente rosone in marmo delle stesse dimensioni, collocato sul pavimento della navata. L’effetto avviene solo una volta l’anno e soltanto in questo giorno.
L’eccezionale avvenimento è dovuto al movimento della Terra intorno al sole ed al fatto che il grande tempio sacro è stato costruito con l’abside rivolta verso l’Oriente. Secondo la tradizione, i primi cristiani pregavano indirizzandosi verso il punto in cui sorge il sole. Nel medioevo, infatti, l’uomo aveva uno stretto rapporto con la luce.
La Cattedrale di Bari è una delle grandi opere romaniche sorte dopo l’anno mille. Essa rappresentava il simbolo della città medievale, l’edificio più importante dove si svolgevano cerimonie religiose, ma anche manifestazioni civili e politiche.
Secondo la tradizione Bari ebbe per primo Vescovo un discepolo di San Pietro, San Mauro, assurse a metropoli delle Puglie sotto l’impero dei Greci. Per tale motivo si rendeva necessaria una chiesa episcopale degna del suo lustro. Pare indubbio che una chiesa episcopale sorgesse sullo stesso posto sin dal secolo VI, con a fianco il battistero, trasformato poi nell’ancora esistente Trulla.
Sulla facciata si possono notare animali e creature fantastiche (il bestiario), caratteristica delle facciate delle chiese medievali. Essi rappresentano i custodi del luogo sacro, pronti a lottare per difendere il bene.
Nella elegante e preziosa pubblicazione che mostra le millenarie immagini scolpite nella pietra, si fa un po’ la storia della grande Cattedrale dedicata a San Sabino e alla Madonna di Costantinopoli (Odegitria), definita dall’Arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci, che firma la prefazione, “lo scrigno della fede”.
Scrive l’Arcivescovo nella prefazione: “La Cattedrale, scrigno prezioso che sempre affascina tutti per la sua bellezza artistica, non è un museo! Tutto nella Cattedrale è in funzione della crescita di fede, speranza e carità della comunità cristiana, e questa è meravigliosamente simbolizzata dall’edificio”.
Monsignor Cacucci, conclude la sua prefazione con l’auspicio che chi entra nella Cattedrale di Bari, affascinato dalla bellezza e dall’arte, possa giungere a pregare e ad adorare; e a chi vi entra per pregare e per adorare, possa essere aiutato in questo dalla bellezza e dall’arte.
Il volume grazie ai contributi di Gianni Guadalupi, che delinea il contesto storico in cui la Cattedrale è stata costruita, e dell’architetto Fernando Russo che accompagna il lettore in un un’accurata e coinvolgente visita guidata della chiesa, contribuirà certamente a farla riscoprire e amare da tutti. Il campanile, la cupola, il timpano e il bel rosone del transetto meridionale, ora splendidamente illuminati, faranno da guida con il loro affascinante chiarore.
Nel volume “La Cattedrale di Bari”, a cura di Fernando Russo (FMR Editrice), si parla anche del Museo diocesano il cui testo è firmato dal direttore don Gaetano Barracano, mentre un’appendice riporta in lingua inglese un ampio riassunto. La pregevole pubblicazione, riccamente illustrata con le foto di Luciano Romano, riporta i testi di Gianni Guadalupi e dello stesso Fernando Russo.
La curiosità. Il 21 giugno di ogni anno, giorno del solstizio d’estate, nella Cattedrale di Bari si verifica un evento straordinario: il sole che bacia la terra. In questo giorno alle ore 17,10 (ora legale), i raggi del sole provenienti dal rosone centrale con i suoi 18 petali o raggi, posizionato sulla facciata principale, vanno a combaciarsi esattamente sul corrispondente rosone in marmo delle stesse dimensioni, collocato sul pavimento della navata. L’effetto avviene solo una volta l’anno e soltanto in questo giorno.
L’eccezionale avvenimento è dovuto al movimento della Terra intorno al sole ed al fatto che il grande tempio sacro è stato costruito con l’abside rivolta verso l’Oriente. Secondo la tradizione, i primi cristiani pregavano indirizzandosi verso il punto in cui sorge il sole. Nel medioevo, infatti, l’uomo aveva uno stretto rapporto con la luce.