Ruby: Berlusconi regalò 13 auto alle 'sue' donne

di Roberta Calò. Mentre Marchionne mina le basi di uno status symbol come la Fiat, il Cavaliere, pensando forse di risanare i danni dell’economia automobilistica italiana, pare avrebbe comprato 13 auto da regalare alle sue ospiti di Arcore per un ammontare complessivo di ben 280mila euro. Forse era questo a cui alludeva quando ha dichiarato: “Non ho mai curato e favorito i miei interessi ma sempre quelli del paese”.
Purtroppo, però, l’intento beneficiario in favore del nostro paese sarebbe stato vano in quanto non si tratta di vetture prodotte nel Belpaese, ma si parla di due Mini One acquistate a Monza, altre Mini, cinque Mercedes Smart Fortwo, una cabriolet Volkswagen New Beetle, una Land Rover e una Honda Jazz. Alcune sono state pagate con bonifici aventi Silvio Berlusconi come ordinante presso il Monte dei Paschi di Siena, altre sono state pagate con assegni circolari emessi con soldi provenienti da conti della Banca Popolare di Sondrio nella disponibilità dell’amministratore del patrimonio personale del premier, Giuseppe Spinelli.
La stessa Ruby avrebbe accennato ad una “promessa di una Audi R8 in regalo che aveva già acquistato per me e mi fece vedere nella terza serata”.
Molte delle vetture risultano intestate a quelle stesse ragazze già in precedenza retribuite con gioielli, appartamenti, soldi contanti.
Si tratta di un ottimo elemento agli atti per i magistrati della Procura di Milano, che ora non si devono basare più solo sulle testimonianze della giovane marocchina.
La ragazza, peraltro, pare non comparire nell’elenco dei testimoni che verranno chiamati a testimoniare in occasione del processo che prenderà il via il 6 aprile contro Berlusconi indagato per concussione e prostituzione minorile; ai magistrati resta comunque il tempo di valutare bene tale ipotesi, in quanto possono aggiornare gli elenchi fino al 30 Marzo.
Karima El Mahroug almeno per ora comparirà solo come parte lesa.
Fini, che dal canto suo non vive ore liete, dopo l'emorragia di senatori, dichiara: “Auspico le elezioni però prendo atto che il governo ha la maggioranza e che Berlusconi non ha intenzione di restituire la parola al popolo sovrano”. E spiega che “Berlusconi alza muri per far dimenticare i suoi fallimenti, scava fossati contro i nemici: i comunisti, i giornalisti, i magistrati, gli alleati infedeli, Santoro, Fini... Va ben oltre il conflitto politico: come ha sottolineato il capo dello Stato, il pericolo è scatenare un conflitto istituzionale. Berlusconi ha delle istituzioni la stessa idea che ha del Pdl: una concezione proprietaria che lo porta ad attaccare i giudici, la Consulta, la Camera, fino a lambire il Quirinale”.
E sul caso Ruby il Presidente della Camera ha affermato: “È un'ipocrisia dire: il giudice naturale è il Tribunale dei ministri. Se fosse davvero così basterebbe che il Pdl chiedesse alla Camera l'autorizzazione a procedere in tal senso. Altrimenti è tutto un infingimento. Un gioco degli specchi. Non è nè saggio né giusto auspicare che Berlusconi possa essere costretto a rassegnare le dimissioni per via giudiziaria. Berlusconi va sconfitto politicamente, con le elezioni”. Fini si è esposto anche in merito alle modalità con cui il Presidente del Consiglio sta gestendo la vicenda in materia di intercettazioni e rito abbreviato: “Berlusconi avra' anche i numeri, 315 o 320, per far passare la legge sulle intercettazioni o sul processo breve, anche se non credo che sara' cosi' facile, ma pensa davvero che un successo a Montecitorio possa rappresentare un successo nel Paese? Che le sue priorita' siano le stesse del cittadino comune?”.
La maggioranza stessa, e questa volta non nelle camere di governo ma nelle case dei cittadini italiani, comincia a percepire come pervasiva questa sindrome di onnipotenza berlusconiana.
E come giustamente ha concluso il leader dell’opposizione, Berlusconi “è eletto e non unto dal Signore”.