Rubygate: per il premier spunta l'ipotesi della denuncia alla Corte europea

di Roberta Calò
In difesa del Premier coinvolto come protagonista negli scandali del Rubygate, scendono in campo i suoi sostenitori. Frattini, ministro degli esteri, ha parlato di un'ipotesi per cui il governo italiano potrebbe denunciare alla Corte europea una presunta violazione della privacy ai danni del Presidente del Consiglio: "C'è una giurisprudenza molto ricca in materia. C'è una violazione della privacy che può essere portata non solo davanti a un tribunale italiano, ma credo anche dinanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo".
Non tutti, però, concordano su quanto aveva dichiarato Berlusconi circa l'intenzione di voler far causa allo Stato; lo stesso Maroni ha glissato: "Fatemi qualche domanda interessante".
Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha polemizzato sulle recenti vicende: "Da molto tempo la politica pare ripiegata su se stessa, mentre l'agenda degli interventi strutturali per far ripartire un'Italia immobile, stanca e sfiduciata continua a essere desolatamente vuota. La lista dei meriti esibiti contiene solo interventi di emergenza: una volta sono i rifiuti campani, un'altra è il rischio default per i titoli pubblici. La ricreazione è finita e non ci sono più scuse per la politica del giorno per giorno, del circo mediatico, della rissa permanente".
Pierferdinando Casini leader dell'Udc, dal canto suo, dichiara: "Berlusconi ha perso la testa. Paragonare l'Italia alla Germania dell'Est, se si pensa ai morti nei gulag, e' da puro irresponsabile, in particolare per un presidente del Consiglio che dovrebbe avere a cuore l'onore del Paese".
Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, ha commentato così la vicenda: "C’è stato un equivoco, non mi risulta nessuna iniziativa per un decreto legge, tanto meno di un decreto da presentare da parte del premier al capo dello Stato".
Dinanzi allo scempio politico mediatico che sta prendendo vita, le donne pugliesi scendono in piazza per protesta sostenute dal Pdl regionale: "Tutto questo non e' piu' tollerabile per noi, cassaintegrate, commesse, ricercatrici precarie, artiste, studentesse, pensionate, operaie e professioniste che con il nostro lavoro e il nostro impegno civile tentiamo di rendere migliore questo Paese. A motivarci - continuano - non e' un giudizio morale su altre donne, ma il desiderio di prendere parola pubblica per dire la nostra forza, 'una ricca e varia esperienza di vita', com'e' scritto nella lettera-appello 'Se non ora quando?', che e' cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale offerta da giornali, televisioni, pubblicita'. Vogliamo invece che tutte, a cominciare dalle piu' giovani, possano dire il proprio bisogno di liberta', di giustizia, di una vita fatta di scelte consapevoli, di riconoscimento della dignita' della loro persona, delle intelligenze, dei meriti, delle competenze".

Posta un commento

Nuova Vecchia

Modulo di contatto