BARI. “A quanto ammonta realmente il deficit delle Asl e delle Aziende ospedaliere pugliesi? Da cosa è stato provocato? Come mai è superiore a quello dell’anno scorso? Forse sono stati aumentati i servizi ai cittadini? E l’assessore Fiore ritiene che i Consiglieri regionali possano apprendere questi numeri esorbitanti da notizie di stampa oppure pensa che prima o poi verrà in Commissione a riferire sul caos, sui debiti e sulla questione del personale precario?”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione, Rocco Palese che questa mattina ha formalizzato una richiesta di audizione dell’assessore Fiore in Commissione Sanità.
“Per coprire il disavanzo sanitario del 2010 che la Giunta aveva presunto fosse uguale a quello del 2009, ossia circa 300 milioni di euro, i cittadini pugliesi hanno già pagato di tasca loro le seguenti tasse: addizionale gas 25 milioni di euro; ticket sulle ricette 45 milioni; Irap 120 milioni, Irba sulla benzina 15 milioni; rifiuti 13 milioni. Totale: 218 milioni di euro. A questi si aggiungono oltre 100 milioni di euro presi dal Bilancio autonomo della Regione per un totale di oltre 320 milioni di euro.
Adesso apprendiamo dalla stampa che il deficit sarebbe ben superiore: si parla come minimo di 400 milioni di euro, il che significa che la Giunta dovrà reperire almeno altri 100 milioni di euro. Da dove li prenderà? Possibile che neanche la relazione al Piano di Rientro letta in aula dal Presidente della terza Commissione, Marino, abbia convinto Vendola ad invertire la rotta? Il Presidente Marino ha elencato le criticità che sono le stesse inutilmente denunciate da noi per sei anni, dicendo testualmente: “mancanza di regole comuni nella procedura amministrativa-organizzativa tra le varie ASL e di omogeneità operativa tra queste, che vanifica ogni logica di sistema; assenza di una vera collaborazione tra gli Uffici Regionali e le ASL con lacunosità di direttive top-down, non applicate o non applicabili, per carenze logistico-strutturali ed organizzative, fittizia contrattazione di badget tra Regione e Direzioni Generali delle ASL; lacunosità di Atti Aziendali non di rado disancorati da corrette logiche di gestione; inaffidabilità dei sistemi di controllo ad ogni livello e delle modalità di raccolta dei dati e ambienti di lavoro demotivanti; spesa sanitaria solo apparentemente orientata al risparmio, di dubbia attendibilità generale e nei suoi aggregati, in quanto non supportata da un background di analisi statistico-epidemiologiche dei principali fenomeni sanitari, ma semplicemente improntata da decisioni estemporanee a risonanza pubblica, da introduzione di maggior tasse palesi od occulte per le necessarie coperture economiche senza un effettivo miglioramento dell’offerta di prestazioni”.
E Palese aggiunge: “Il caos sulla gestione del personale provocato da Leggi regionali sbagliate e bocciate dalla Consulta impone ora di trovare una soluzione per tutelare lavoratori e pazienti; il deficit delle Asl aumenta e servono almeno altri 100 milioni di euro; non c’è alcuna riforma della gestione del sistema fuori controllo. E’ chiaro – conclude Palese – che il Piano di Rientro che impone lacrime e sangue ai pugliesi, senza alcun controllo della spesa serve solo a tagliare assistenza mantenendo intatti sprechi e clientele. Solo Vendola e Fiore non lo capiscono?”.
“Per coprire il disavanzo sanitario del 2010 che la Giunta aveva presunto fosse uguale a quello del 2009, ossia circa 300 milioni di euro, i cittadini pugliesi hanno già pagato di tasca loro le seguenti tasse: addizionale gas 25 milioni di euro; ticket sulle ricette 45 milioni; Irap 120 milioni, Irba sulla benzina 15 milioni; rifiuti 13 milioni. Totale: 218 milioni di euro. A questi si aggiungono oltre 100 milioni di euro presi dal Bilancio autonomo della Regione per un totale di oltre 320 milioni di euro.
Adesso apprendiamo dalla stampa che il deficit sarebbe ben superiore: si parla come minimo di 400 milioni di euro, il che significa che la Giunta dovrà reperire almeno altri 100 milioni di euro. Da dove li prenderà? Possibile che neanche la relazione al Piano di Rientro letta in aula dal Presidente della terza Commissione, Marino, abbia convinto Vendola ad invertire la rotta? Il Presidente Marino ha elencato le criticità che sono le stesse inutilmente denunciate da noi per sei anni, dicendo testualmente: “mancanza di regole comuni nella procedura amministrativa-organizzativa tra le varie ASL e di omogeneità operativa tra queste, che vanifica ogni logica di sistema; assenza di una vera collaborazione tra gli Uffici Regionali e le ASL con lacunosità di direttive top-down, non applicate o non applicabili, per carenze logistico-strutturali ed organizzative, fittizia contrattazione di badget tra Regione e Direzioni Generali delle ASL; lacunosità di Atti Aziendali non di rado disancorati da corrette logiche di gestione; inaffidabilità dei sistemi di controllo ad ogni livello e delle modalità di raccolta dei dati e ambienti di lavoro demotivanti; spesa sanitaria solo apparentemente orientata al risparmio, di dubbia attendibilità generale e nei suoi aggregati, in quanto non supportata da un background di analisi statistico-epidemiologiche dei principali fenomeni sanitari, ma semplicemente improntata da decisioni estemporanee a risonanza pubblica, da introduzione di maggior tasse palesi od occulte per le necessarie coperture economiche senza un effettivo miglioramento dell’offerta di prestazioni”.
E Palese aggiunge: “Il caos sulla gestione del personale provocato da Leggi regionali sbagliate e bocciate dalla Consulta impone ora di trovare una soluzione per tutelare lavoratori e pazienti; il deficit delle Asl aumenta e servono almeno altri 100 milioni di euro; non c’è alcuna riforma della gestione del sistema fuori controllo. E’ chiaro – conclude Palese – che il Piano di Rientro che impone lacrime e sangue ai pugliesi, senza alcun controllo della spesa serve solo a tagliare assistenza mantenendo intatti sprechi e clientele. Solo Vendola e Fiore non lo capiscono?”.
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