TARANTO. Non solo Sabrina abile depistatrice, ma anche Cosima lo fu, secondo la Procura tarantina. ''Dai nuovi atti prodotti dai pm emerge che l'abile, disinvolta e costante attivita' di depistaggio delle indagini non e' stata posta in essere in via esclusiva dalla ricorrente, ma anche dalla madre Serrano Cosima''. E' quanto scrivono in una delle 40 pagine delle motivazioni i giudici del Tribunale del Collegio di Appello di Taranto che ieri hanno negato la scarcerazione a Sabrina Misseri, detenuta dal 15 ottobre.
Gli avvocati Franco Coppi e Emilia Velletri, legali della cugina di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa lo scorso 26 agosto ad Avetrana, avevano presentato ricorso contro la decisione del gip del Tribunale jonico Martino Rosati, che il 22 dicembre aveva rigettato un'altra richiesta di scarcerazione.
Il collegio (presidente Alessandro de Tomasi, giudici Massimo De Michele, che e' anche relatore, e Benedetto Ruberto) e' lo stesso che componeva il Tribunale del Riesame che il 12 novembre scorso aveva respinto il ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Rosati nei confronti di Sabrina.
PRETESTO FU FORSE MARE - L'omicidio sarebbe stato pianificato da Sabrina ''con il pretesto del mare'', anche se i giudici precisano che ''non e' ovviamente una certezza ma la tesi ne uscirebbe rafforzata dalla documentazione esaminata''. In un altro passaggio si riprende l'episodio, gia' emerso nei mesi scorsi, della frase detta da Sabrina a un'amica (Anna Pisano'), la sera del ritrovamento del cadavere e della prima confessione del padre Michele. L'episodio sarebbe avvenuto fuori dalla sua abitazione tra il 6 e il 7 ottobre scorso, proprio mentre stava terminando la trasmissione 'Chi l'ha visto?' durante la quale la madre di Sarah, Concetta Scazzi, apprese in diretta tv la tragica notizia.
''La responsabilita' della cugina di Sarah per l'omicidio della cugina - sostengono i giudici del Tribunale di Appello - non scaturisce soltanto dalle dichiarazioni accusatorie del padre bensi' anche dalla confessione dell'omicidio che ha fatto alla sua cliente e amica la sera del ritrovamento del cadavere di Sarah''.
"PAPA' CONFESSO' MA IO NON SONO STATA STUPIDA" - Secondo quanto riferito agli inquirenti da questa teste, Sabrina le avrebbe detto: ''Lui (il padre, ndr) ha detto la verita' perche' dopo tante ore alla fine non ce la fai piu' e le cose le dici, io invece non sono stata stupida''. Per il Collegio la ritrattazione ''non costituisce elemento in grado di escludere l'attendibilita' del chiamante in correita'''. A proposito di Cosima, i giudici scrivono: ''E' posta in essere un'abile, disinvolta e costante attivita' di depistaggio non solo da Sabrina ma anche da Cosima Serrano''.
ORARIO DELITTO ANTICIPATO - Il Tribunale sposa la tesi della Procura che anticipa l'orario del delitto e la suffraga con una nuova testimonianza, quella di un vicino di casa della povera Sarah che il 26 agosto la vide per strada mentre si dirigeva a casa della cugina Sabrina qualche minuto prima delle 14 dove sarebbe arrivato pochi minuti dopo, 5 o 6.
''Posto che la vittima era giunta presso l'abitazione dei Misseri al piu' alle 14.05 e' assolutamente superato l'argomento difensivo inerente all'eccessiva ristrettezza del lasso temporale per commettere l'omicidio'', sostiene il Collegio di Appello nelle motivazioni.
In questo modo i presunti autori del delitto avrebbero avuto piu' tempo per commetterlo e per costruirsi un alibi (Sabrina lo avrebbe fatto attraverso squilli e messaggi) fino all'arrivo dell'amica di Sabrina, Mariangela Spagnoletti, alle 14,40 circa.
Gli avvocati Franco Coppi e Emilia Velletri, legali della cugina di Sarah Scazzi, la 15enne uccisa lo scorso 26 agosto ad Avetrana, avevano presentato ricorso contro la decisione del gip del Tribunale jonico Martino Rosati, che il 22 dicembre aveva rigettato un'altra richiesta di scarcerazione.
Il collegio (presidente Alessandro de Tomasi, giudici Massimo De Michele, che e' anche relatore, e Benedetto Ruberto) e' lo stesso che componeva il Tribunale del Riesame che il 12 novembre scorso aveva respinto il ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Rosati nei confronti di Sabrina.
PRETESTO FU FORSE MARE - L'omicidio sarebbe stato pianificato da Sabrina ''con il pretesto del mare'', anche se i giudici precisano che ''non e' ovviamente una certezza ma la tesi ne uscirebbe rafforzata dalla documentazione esaminata''. In un altro passaggio si riprende l'episodio, gia' emerso nei mesi scorsi, della frase detta da Sabrina a un'amica (Anna Pisano'), la sera del ritrovamento del cadavere e della prima confessione del padre Michele. L'episodio sarebbe avvenuto fuori dalla sua abitazione tra il 6 e il 7 ottobre scorso, proprio mentre stava terminando la trasmissione 'Chi l'ha visto?' durante la quale la madre di Sarah, Concetta Scazzi, apprese in diretta tv la tragica notizia.
''La responsabilita' della cugina di Sarah per l'omicidio della cugina - sostengono i giudici del Tribunale di Appello - non scaturisce soltanto dalle dichiarazioni accusatorie del padre bensi' anche dalla confessione dell'omicidio che ha fatto alla sua cliente e amica la sera del ritrovamento del cadavere di Sarah''.
"PAPA' CONFESSO' MA IO NON SONO STATA STUPIDA" - Secondo quanto riferito agli inquirenti da questa teste, Sabrina le avrebbe detto: ''Lui (il padre, ndr) ha detto la verita' perche' dopo tante ore alla fine non ce la fai piu' e le cose le dici, io invece non sono stata stupida''. Per il Collegio la ritrattazione ''non costituisce elemento in grado di escludere l'attendibilita' del chiamante in correita'''. A proposito di Cosima, i giudici scrivono: ''E' posta in essere un'abile, disinvolta e costante attivita' di depistaggio non solo da Sabrina ma anche da Cosima Serrano''.
ORARIO DELITTO ANTICIPATO - Il Tribunale sposa la tesi della Procura che anticipa l'orario del delitto e la suffraga con una nuova testimonianza, quella di un vicino di casa della povera Sarah che il 26 agosto la vide per strada mentre si dirigeva a casa della cugina Sabrina qualche minuto prima delle 14 dove sarebbe arrivato pochi minuti dopo, 5 o 6.
''Posto che la vittima era giunta presso l'abitazione dei Misseri al piu' alle 14.05 e' assolutamente superato l'argomento difensivo inerente all'eccessiva ristrettezza del lasso temporale per commettere l'omicidio'', sostiene il Collegio di Appello nelle motivazioni.
In questo modo i presunti autori del delitto avrebbero avuto piu' tempo per commetterlo e per costruirsi un alibi (Sabrina lo avrebbe fatto attraverso squilli e messaggi) fino all'arrivo dell'amica di Sabrina, Mariangela Spagnoletti, alle 14,40 circa.
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