Sarah: Michele Misseri dal carcere, qui sono rinato
TARANTO. La Cassazione decidera' il 17 maggio se scarcerare o meno Sabrina Misseri. Il ricorso dei difensori della Misseri e' stato presentato contro l'ordinanza con la quale il Tribunale del riesame di Taranto ha confermato la custodia cautelare in carcere per la 22enne di Avetrana, accusata di sequestro di persona e concorso nell'omicidio della cugina quindicenne Sarah Scazzi. Sabrina Misseri e' in carcere dallo scorso 15 ottobre. Ad occuparsi del ricorso presentato dai suoi legali sara' la Prima sezione penale.
Intanto sono a dir poco sconcertanti le testimonianze che arrivano dalla cella di isolamento del carcere di Taranto di Michele Misseri. Il contadino avetranese, a suo dire del tutto rinfrancato dalla vita in carcere, durante un'intervista con un giornalista avrebbe riferito che "qui mi trattano tutti bene. Anzi, benissimo. Le guardie sono sempre gentili, gli infermieri e i dottori pure: ogni mattina a chiedermi come sto".
"Qui si sta meglio che in ospedale. Io sono rinato", avrebbe proseguito Michele. "Prima non riuscivo a parlare e nemmeno a pensare, adesso mi sento una persona come le altre", racconta ai parlamentari del Pdl, Melania Rizzoli e Francesco Paolo Sisto, arrivati in vista ispettiva al carcere della Puglia.
"La differenza (col passato in casa ad Avetrana, ndr) è che adesso, finalmente, io ci sto con la testa. E pensare che prima di portarmi qui mi ripetevano parole minacciose: ”Vedrai, se finirai in galera, là troverai un inferno. Ma io qui l’inferno mica ce l’ho trovato sai? Semmai l’inferno era prima. Certo, mi manca la famiglia certe volte. A chi non mancherebbe il sangue del tuo sangue? Ma io, adesso, sto benissimo qui".
"Perché qui le persone mi vogliono bene e mi rispettano", ha spiegato Misseri, "A casa lavoravo e solo le mazzate mi prendevo. Adesso è tutto finito, guarda qui le mie mani: lo vedi che non sono più nere di lavoro. Sono belle, pulite, mai state così bianche le mie mani. Alle tre del mattino mi alzavo per andare in campagna, qui invece posso dormire. Riposo, mangio e leggo".
(Redazione)
Intanto sono a dir poco sconcertanti le testimonianze che arrivano dalla cella di isolamento del carcere di Taranto di Michele Misseri. Il contadino avetranese, a suo dire del tutto rinfrancato dalla vita in carcere, durante un'intervista con un giornalista avrebbe riferito che "qui mi trattano tutti bene. Anzi, benissimo. Le guardie sono sempre gentili, gli infermieri e i dottori pure: ogni mattina a chiedermi come sto".
"Qui si sta meglio che in ospedale. Io sono rinato", avrebbe proseguito Michele. "Prima non riuscivo a parlare e nemmeno a pensare, adesso mi sento una persona come le altre", racconta ai parlamentari del Pdl, Melania Rizzoli e Francesco Paolo Sisto, arrivati in vista ispettiva al carcere della Puglia.
"La differenza (col passato in casa ad Avetrana, ndr) è che adesso, finalmente, io ci sto con la testa. E pensare che prima di portarmi qui mi ripetevano parole minacciose: ”Vedrai, se finirai in galera, là troverai un inferno. Ma io qui l’inferno mica ce l’ho trovato sai? Semmai l’inferno era prima. Certo, mi manca la famiglia certe volte. A chi non mancherebbe il sangue del tuo sangue? Ma io, adesso, sto benissimo qui".
"Perché qui le persone mi vogliono bene e mi rispettano", ha spiegato Misseri, "A casa lavoravo e solo le mazzate mi prendevo. Adesso è tutto finito, guarda qui le mie mani: lo vedi che non sono più nere di lavoro. Sono belle, pulite, mai state così bianche le mie mani. Alle tre del mattino mi alzavo per andare in campagna, qui invece posso dormire. Riposo, mangio e leggo".
(Redazione)