ROMA. Una nuova bufera giudiziaria si abbatte sulla sanità pugliese. Per lo scandalo degli appalti legati alla sanità, sono in corso l'esecuzione di sei arresti in varie città della regione, tra cui Bari, Lecce e Taranto. Arrestato Paolo Albanese, il caposcorta del presidente della Regione, il leader di Sinistra e Libertà Nichi Vendola. Ci sarebbe un ordine di custodia anche per l'ex assessore alla Sanità, oggi Senatore del Partito Democratico, Alberto Tedesco. La posizione di Tedesco dovrà essere valutata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato.
Le richieste del pubblico ministero di Bari, Desireè Digeronimo, sono state firmate dal Gip, Giuseppe De Benedictis. L'inchiesta ha messo nel mirino la gestione di appalti nella sanità tra il 2008 e il 2009. Oltre alla richiesta d'arresto per Tedesco, su disposizione della magistratura barese è finito in carcere Mario Malcagni, stretto collaboratore del Senatore Pd.
GLI ARRESTI - Tra le persone coinvolte nello scandalo, ci sarebbero anche due imprenditori e alcuni dirigenti della Asl locale. Ai domiciliari sono infatti finiti anche Guido Scodizzi, leccese di 68 anni, direttore generale della Asl salentina. e Digo Rana, un imprenditore di Bisceglie di 52 anni, e Giovanni Garofoli, di 66 anni. Misure interdittive pure per Alessandro Calasso, direttore sanitario della Asl barese e Antonio Acquaviva, oculista di 55 anni. La nomina di Acquaviva all'ospedale di Terlizzi, secondo l'accusa, sarebbe stata favorita dallo stesso Tedesco. Tutte le persone informate sono indagate a vario titolo per concussione, corruzione e frode in pubbliche forniture.
LA VICENDA GIUDIZIARIA - Cominciata tre anni fa, l’inchiesta sugli appalti della Sanità pugliese è collegata anche a quella sulle escort di Gianpaolo Tarantini. Tra le vittime illustri delle indagini, spicca l'ex vice presidente regionale Sandro Frisullo. Secondo il procuratore di Bari Antonio Laudati la fitta rete di affari era frutto di un "tipo di criminalità complessa, organizzata; la mafia è tutta un'altra cosa, ma il livello di pericolosità dei reati riguarda un sistema criminale". L'ultima volta le manette sono scattate a luglio 2010. Quella volta ai domiciliarti finirono Francesco Petronella e Michele Columella, titolare della Vi.ri. srl (gruppo Tradeco). Nel 2009 la società di smaltimento dei rifuti ospedalieri riuscì, tramite le intercessioni dei dirigenti della Asl di Bari, ad aggiudicarsi un appalto da 5 milioni per la gestione dei rifiuti ospedalieri della Asl barese.
Le richieste del pubblico ministero di Bari, Desireè Digeronimo, sono state firmate dal Gip, Giuseppe De Benedictis. L'inchiesta ha messo nel mirino la gestione di appalti nella sanità tra il 2008 e il 2009. Oltre alla richiesta d'arresto per Tedesco, su disposizione della magistratura barese è finito in carcere Mario Malcagni, stretto collaboratore del Senatore Pd.
GLI ARRESTI - Tra le persone coinvolte nello scandalo, ci sarebbero anche due imprenditori e alcuni dirigenti della Asl locale. Ai domiciliari sono infatti finiti anche Guido Scodizzi, leccese di 68 anni, direttore generale della Asl salentina. e Digo Rana, un imprenditore di Bisceglie di 52 anni, e Giovanni Garofoli, di 66 anni. Misure interdittive pure per Alessandro Calasso, direttore sanitario della Asl barese e Antonio Acquaviva, oculista di 55 anni. La nomina di Acquaviva all'ospedale di Terlizzi, secondo l'accusa, sarebbe stata favorita dallo stesso Tedesco. Tutte le persone informate sono indagate a vario titolo per concussione, corruzione e frode in pubbliche forniture.
LA VICENDA GIUDIZIARIA - Cominciata tre anni fa, l’inchiesta sugli appalti della Sanità pugliese è collegata anche a quella sulle escort di Gianpaolo Tarantini. Tra le vittime illustri delle indagini, spicca l'ex vice presidente regionale Sandro Frisullo. Secondo il procuratore di Bari Antonio Laudati la fitta rete di affari era frutto di un "tipo di criminalità complessa, organizzata; la mafia è tutta un'altra cosa, ma il livello di pericolosità dei reati riguarda un sistema criminale". L'ultima volta le manette sono scattate a luglio 2010. Quella volta ai domiciliarti finirono Francesco Petronella e Michele Columella, titolare della Vi.ri. srl (gruppo Tradeco). Nel 2009 la società di smaltimento dei rifuti ospedalieri riuscì, tramite le intercessioni dei dirigenti della Asl di Bari, ad aggiudicarsi un appalto da 5 milioni per la gestione dei rifiuti ospedalieri della Asl barese.