di Nicola Ricchitelli
Sotto lo sguardo attento di Eraclio, Barletta si appresta il prossimo maggio ad affrontare una calda campagna elettorale che vedrà all’orizzonte ben quattro candidati sindaci affrontarsi per la poltrona di sindaco.
Se il centrosinistra sceglierà il proprio candidato sindaco con le primarie del prossimo 20 Febbraio – sfida tra il sindaco uscente Nicola Maffei, Antonio Carpagnano e Sabino Dicataldo - nel centro destra i giochi sono praticamente fatti, visto che la scelta è ricaduta sul noto imprenditore locale Bartolo Tatò. Proprio con un noto esponente del centro destra barlettano emergente, Stella Mele – segretario provinciale de “La Destra” di Storace – abbiamo discusso circa la scelta del candidato sindaco Bartolo Tatò, oltre che ad alcune riflessioni sulla campagna elettorale che sarà.
Fresca di riconferma alla carica di segretario provinciale della sesta provincia pugliese della “Destra” di Storace – in occasione del secondo congresso provinciale del partito tenutosi qualche tempo fa a Barletta – Stella Mele nel corso degli anni si è distinta per la coerenza del suo percorso politico intrapreso sin dalla tenera età delle scuole superiori.
D: È di qualche settimana l’annuncio della candidatura del noto imprenditore Bartolo Tatò a sindaco della città di Barletta per le prossime amministrative. Quante possibilità ci sono di riconquistare dopo tanti anni il Palazzo di Città?
R: "La nostra città è politicamente in crisi, gli elettori ci chiedono di “uscire” dai tatticismi che hanno rallentato e caratterizzato l’azione politica dell’amministrazione Maffei e di lavorare ad un credibile progetto politico, chiaro, conoscibile e riconoscibile. Se il centro destra sarà in grado di proporlo agli elettori, di incarnarlo nell’azione e nella prassi, il nostro lavoro, la nostra voglia di portare un vento di cambiamento in questa nostra amata e città, saranno premiati. So di poter essere ottimista perché conosco il lavoro che stiamo facendo e che riteniamo doveroso in quanto non si può lasciare la “palla”, per dirla in termini calcistici, agli avversari politici che dicono di voler salvare Barletta, ma che sono gli stessi uomini che l’hanno portata in questo stato di frustrazione e di sottovalutazione".
D: Sulla candidatura di Bartolo Tatò non sono pochi coloro coloro che hanno manifestato perplessità, dovute principalmente al fatto che alle spalle dell’imprenditore non vi è nessun tipo di esperienza politica. Quindi, quali sono le motivazioni che hanno spinto la coalizione di centro destra nel riporre nel nome di Tatò le proprie aspettative politiche?
R: "Bartolo Tatò ha da subito rappresentato un’ottima sintesi di quei requisiti che avevamo posto come criteri di valutazione per l’individuazione del candidato a primo cittadino. La sua è una disponibilità che non viene decisa al chiuso delle stanze dei partiti, ma che è da questi condivisa perché rappresenta una significativa apertura alla società civile. Tatò è un ottimo imprenditore che metterà al servizio della città le sue grandi competenze professionali, mettendo da parte la sua attività privata da imprenditore. Diffido da chi sostiene che la non esperienza politica possa rappresentare una nota negativa. Tutt’altro. Si può vantare un percorso politico ultradecennale alle spalle e non essere un buon amministratore, così come allo stesso modo si può essere “nuovi” alla politica e portare ad essa un contributo importante.
Barletta è piena di “politici” con percorsi ultradecennali alle spalle e i risultati sono sotto gli occhi di tutti".
D: C’è qualcosa da salvare in questi cinque anni di amministrazione Maffei? In caso di vittoria della coalizione di centro-destra quali saranno i primi interventi a favore della città?
R: "Si fa fatica ad individuare cosa di buono è stato realizzato negli ultimi anni e non lo dico per partito preso, ma mi riesce difficile “assolvere” una classe dirigente come quella attuale che non ha saputo dedicarsi a quelle che sono le vocazioni naturali della nostra città; che non ha saputo attuare per esempio politiche finalizzate ad un reale sviluppo della Litoranea, ad un miglior funzionamento della cosa pubblica, contro gli sprechi e per la trasparenza nella politica. I loro buoni propositi si sono rivelati solo sterili argomenti da campagna elettorale e le loro promesse solo soddisfazione per il loro personale gusto dialettico e poco per l’interesse dei cittadini. Ricordo lo slogan della coalizione avversaria nella scorsa campagna elettorale “Barletta capitale del Turismo”..beh, al massimo sono riusciti a dare vita ad un turismo al contrario, con i barlettani che vanno via da Barletta… Il nostro programma sarà tutto incentrato su strategie reali di rilancio delle litoranee, (promuovendo concorsi di idee per esempio), per fare di esse un luogo di attrazione e di sviluppo. Parlerà di creazione di spazi di aggregazione (istituzione di comunità giovanili come vera alternativa alla strada), di politiche sociali vicine agli anziani e alle fasce di cittadini più deboli (favorendo la loro socializzazione e contrastando il loro isolamento). Sarà un programma dedicato alla città, all’interesse collettivo e non a quello particolare".
D: Questa è una campagna elettorale che all’orizzonte vede almeno quattro candidati sindaci, nello specifico Paolillo, Tatò, Dipaola, più il vincitore che verrà fuori dalle primarie del 20 febbraio. Che campagna elettorale sarà? Riusciremo in questa tornata elettorale ad attenuare il fenomeno della compravendita dei voti e delle affissioni selvagge?
R: "Si, gli aspiranti alla carica di primo cittadino saranno più di uno ed è triste constatare quanto questo accadrà solo perché a volte a dettare legge sono gli accadimenti nazionali. Mi piacerebbe che si capisca che le vicende nazionali sono una cosa, quelle locali sono altro. Qualcuno dei nomi che correrà per l’elezione a Sindaco oggi sarebbe stato con noi se solo non avesse dato retta alla realtà nazionale. Si tratta di amici che con noi hanno condiviso fino a ieri idee e programmi alternativi da proporre alla città e che come noi e con noi hanno contestato l’operato di Maffei e della sua giunta negli ultimi anni. Confido nella loro onestà intellettuale e nella possibilità di poter fare un passo indietro per presentarci agli elettori più uniti e più forti.
Quanto alle Primarie che stanno per “celebrarsi” nella coalizione avversaria, per quanto io consideri quello delle primarie uno strumento sano di confronto, di democrazia e di coinvolgimento dei cittadini, dico che se a gareggiare insieme ad altri due nomi è anche un candidato sindaco uscente, vuol dire che almeno 2/3 del centrosinistra mette seriamente in discussione l’operato di Maffei.
Sulla base di ciò credo che a sinistra ci sia davvero un problema di responsabilità alla base.
Si tratterà di una campagna elettorale importante, durante la quale Barletta sarà chiamata a dare un avviso di sfratto a chi le ha voltato le spalle per soddisfare altri interessi. Dalle nostre parti a parlare saranno le nostre storie personali, le nostre battaglie, le nostre scelte politiche e le nostre coerenze. Dall’altra, le promesse non mantenute. Il tutto, al vaglio dei tanti che non vivono i partiti ma che aspettano da noi (destra e sinistra) un vero segnale di cambiamento".
Sotto lo sguardo attento di Eraclio, Barletta si appresta il prossimo maggio ad affrontare una calda campagna elettorale che vedrà all’orizzonte ben quattro candidati sindaci affrontarsi per la poltrona di sindaco.
Se il centrosinistra sceglierà il proprio candidato sindaco con le primarie del prossimo 20 Febbraio – sfida tra il sindaco uscente Nicola Maffei, Antonio Carpagnano e Sabino Dicataldo - nel centro destra i giochi sono praticamente fatti, visto che la scelta è ricaduta sul noto imprenditore locale Bartolo Tatò. Proprio con un noto esponente del centro destra barlettano emergente, Stella Mele – segretario provinciale de “La Destra” di Storace – abbiamo discusso circa la scelta del candidato sindaco Bartolo Tatò, oltre che ad alcune riflessioni sulla campagna elettorale che sarà.
Fresca di riconferma alla carica di segretario provinciale della sesta provincia pugliese della “Destra” di Storace – in occasione del secondo congresso provinciale del partito tenutosi qualche tempo fa a Barletta – Stella Mele nel corso degli anni si è distinta per la coerenza del suo percorso politico intrapreso sin dalla tenera età delle scuole superiori.
D: È di qualche settimana l’annuncio della candidatura del noto imprenditore Bartolo Tatò a sindaco della città di Barletta per le prossime amministrative. Quante possibilità ci sono di riconquistare dopo tanti anni il Palazzo di Città?
R: "La nostra città è politicamente in crisi, gli elettori ci chiedono di “uscire” dai tatticismi che hanno rallentato e caratterizzato l’azione politica dell’amministrazione Maffei e di lavorare ad un credibile progetto politico, chiaro, conoscibile e riconoscibile. Se il centro destra sarà in grado di proporlo agli elettori, di incarnarlo nell’azione e nella prassi, il nostro lavoro, la nostra voglia di portare un vento di cambiamento in questa nostra amata e città, saranno premiati. So di poter essere ottimista perché conosco il lavoro che stiamo facendo e che riteniamo doveroso in quanto non si può lasciare la “palla”, per dirla in termini calcistici, agli avversari politici che dicono di voler salvare Barletta, ma che sono gli stessi uomini che l’hanno portata in questo stato di frustrazione e di sottovalutazione".
D: Sulla candidatura di Bartolo Tatò non sono pochi coloro coloro che hanno manifestato perplessità, dovute principalmente al fatto che alle spalle dell’imprenditore non vi è nessun tipo di esperienza politica. Quindi, quali sono le motivazioni che hanno spinto la coalizione di centro destra nel riporre nel nome di Tatò le proprie aspettative politiche?
R: "Bartolo Tatò ha da subito rappresentato un’ottima sintesi di quei requisiti che avevamo posto come criteri di valutazione per l’individuazione del candidato a primo cittadino. La sua è una disponibilità che non viene decisa al chiuso delle stanze dei partiti, ma che è da questi condivisa perché rappresenta una significativa apertura alla società civile. Tatò è un ottimo imprenditore che metterà al servizio della città le sue grandi competenze professionali, mettendo da parte la sua attività privata da imprenditore. Diffido da chi sostiene che la non esperienza politica possa rappresentare una nota negativa. Tutt’altro. Si può vantare un percorso politico ultradecennale alle spalle e non essere un buon amministratore, così come allo stesso modo si può essere “nuovi” alla politica e portare ad essa un contributo importante.
Barletta è piena di “politici” con percorsi ultradecennali alle spalle e i risultati sono sotto gli occhi di tutti".
D: C’è qualcosa da salvare in questi cinque anni di amministrazione Maffei? In caso di vittoria della coalizione di centro-destra quali saranno i primi interventi a favore della città?
R: "Si fa fatica ad individuare cosa di buono è stato realizzato negli ultimi anni e non lo dico per partito preso, ma mi riesce difficile “assolvere” una classe dirigente come quella attuale che non ha saputo dedicarsi a quelle che sono le vocazioni naturali della nostra città; che non ha saputo attuare per esempio politiche finalizzate ad un reale sviluppo della Litoranea, ad un miglior funzionamento della cosa pubblica, contro gli sprechi e per la trasparenza nella politica. I loro buoni propositi si sono rivelati solo sterili argomenti da campagna elettorale e le loro promesse solo soddisfazione per il loro personale gusto dialettico e poco per l’interesse dei cittadini. Ricordo lo slogan della coalizione avversaria nella scorsa campagna elettorale “Barletta capitale del Turismo”..beh, al massimo sono riusciti a dare vita ad un turismo al contrario, con i barlettani che vanno via da Barletta… Il nostro programma sarà tutto incentrato su strategie reali di rilancio delle litoranee, (promuovendo concorsi di idee per esempio), per fare di esse un luogo di attrazione e di sviluppo. Parlerà di creazione di spazi di aggregazione (istituzione di comunità giovanili come vera alternativa alla strada), di politiche sociali vicine agli anziani e alle fasce di cittadini più deboli (favorendo la loro socializzazione e contrastando il loro isolamento). Sarà un programma dedicato alla città, all’interesse collettivo e non a quello particolare".
D: Questa è una campagna elettorale che all’orizzonte vede almeno quattro candidati sindaci, nello specifico Paolillo, Tatò, Dipaola, più il vincitore che verrà fuori dalle primarie del 20 febbraio. Che campagna elettorale sarà? Riusciremo in questa tornata elettorale ad attenuare il fenomeno della compravendita dei voti e delle affissioni selvagge?
R: "Si, gli aspiranti alla carica di primo cittadino saranno più di uno ed è triste constatare quanto questo accadrà solo perché a volte a dettare legge sono gli accadimenti nazionali. Mi piacerebbe che si capisca che le vicende nazionali sono una cosa, quelle locali sono altro. Qualcuno dei nomi che correrà per l’elezione a Sindaco oggi sarebbe stato con noi se solo non avesse dato retta alla realtà nazionale. Si tratta di amici che con noi hanno condiviso fino a ieri idee e programmi alternativi da proporre alla città e che come noi e con noi hanno contestato l’operato di Maffei e della sua giunta negli ultimi anni. Confido nella loro onestà intellettuale e nella possibilità di poter fare un passo indietro per presentarci agli elettori più uniti e più forti.
Quanto alle Primarie che stanno per “celebrarsi” nella coalizione avversaria, per quanto io consideri quello delle primarie uno strumento sano di confronto, di democrazia e di coinvolgimento dei cittadini, dico che se a gareggiare insieme ad altri due nomi è anche un candidato sindaco uscente, vuol dire che almeno 2/3 del centrosinistra mette seriamente in discussione l’operato di Maffei.
Sulla base di ciò credo che a sinistra ci sia davvero un problema di responsabilità alla base.
Si tratterà di una campagna elettorale importante, durante la quale Barletta sarà chiamata a dare un avviso di sfratto a chi le ha voltato le spalle per soddisfare altri interessi. Dalle nostre parti a parlare saranno le nostre storie personali, le nostre battaglie, le nostre scelte politiche e le nostre coerenze. Dall’altra, le promesse non mantenute. Il tutto, al vaglio dei tanti che non vivono i partiti ma che aspettano da noi (destra e sinistra) un vero segnale di cambiamento".