di Roberta Calò. “Qualcuno ha taciuto per non turbare le ricerche. Ora parli”. Esordisce così Pietro Valsecchi, capo della Protezione civile di Brembate di Sopra. “Proprio ieri scadevano i tre mesi - ricorda Valsecchi - e il ritrovamento è avvenuto esattamente due ore prima l'orario della sparizione. Di ipotesi ne puoi fare tante, ma di concreto non c'è molto. Spero che gli inquirenti abbiano in mano una pista”. (leggi anche: Iniziata autopsia, Cristina Cattaneo guida equipe)
La tragica conclusione delle ricerche di Yara Gambirasio ha lasciato senza parole il piccolo paese; la famiglia, chiusa nel suo dolore, ha chiesto alle forze dell’ordine di comunicare alla gente che non è gradito un pellegrinaggio davanti a casa Gambirasio nel rispetto del dolore di due genitori disperati. I concittadini, infatti, hanno lasciato fiori e bigliettini commemorativi all’inizio di via Rampinelli o nei pressi del luogo del ritrovamento.
“Quello che si può dire a un primo esame - ha commentato il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi - è solo che Yara non è stata uccisa con un'arma da fuoco”.
Gli oggetti ritrovati, quelli sottratti, la posizione e il luogo del ritrovamento, serviranno a completare l’identikit abbozzato inizialmente dalle forze dell’ordine nella fase embrionale delle ricerche. Il corpo è infatti stato ritrovato disteso con il braccio poggiato all’indietro oltre il capo come nel tentativo di liberarsi da qualcuno di dosso, o forse per via di un breve trascinamento. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era vestito come il giorno della scomparsa; addosso sono stati ritrovati la sim card, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino.
Maura e Fulvio Gambirasio si sono recati presso l’istituto di ricerca dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, coinvolta nel caso di studio delle vittime delle Bestie di Satana, per il riconoscimento del corpo.
Si attendono gli esami dell’autopsia per risalire all’orario, al luogo e al modo in cui è stata uccisa la giovane ginnasta. Affidato dell'Ert, l'unita speciale dello Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato, l’arduo compito di analizzare il terreno dove giaceva il corpo. “'Io ci sono stato a cercare là, non c'era assolutamente niente” riferisce un operaio della ditta Rosa & C., una Spa che produce laminati industriali, proprietaria del terreno sterrato e al momento incolto, dove ieri pomeriggio e' stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio. Numerosi gli interrogativi che serpeggiano attorno al caso. I primi a chiedere con forza e con rabbia spiegazioni sono i genitori della vittima forse illusi dalle bonarie parole di rassicurazione da sempre emerse nel corso delle varie conferenze stampe che lasciavano ampi margini alla speranza: “È stata trovata morta dopo tre mesi. Se per di più il corpo è sempre rimasto nel luogo dove è stato scoperto che cosa vi portava a dire che era ancora viva?”. Il paese, che non ha mai smesso di pregare affichè la ragazza tornasse a casa, ora spera almeno nella cattura dell’assassino: “Io mi sento che lo trovano”, commenta una signora, “com'ero sicura che purtroppo per Yara non ci fosse più niente da fare, così sono sicura che l'assassino verrà preso. Ho visto in tv il don, anche lui nell'omelìa ha parlato dell'orco che suona alla porta”. Il riferimento è al parroco del paese, Don Corinno, il quale non sapeva cosa rispondere a quei fedeli che affranti dall’accaduto gli hanno detto che forse tutte le loro preghiere non sono servite a nulla.
Dolore, sofferenza, rabbia giungono anche dal Web, da un mondo di social network che si era mobilitato per offrire un supporto alle ricerche. La pagina di Feacebok di Yara non smette di parlare: “Dateci l'assassino”, “pena di morte a chi uccide gli angeli”, “Se si trova l'assassino bisogna darlo in pasto alla popolazione”, “Sei volata lassù perché qualcuno maledetto ha voluto così”, “Spero che chi ti ha fatto questo muoia di una lunga malattia”, “Ciao piccola Yara...Come una stellina sei salita in cielo, ora illumina noi, che abbiamo bisogno di luce e chiarezza”. Eppure, dopo lo scandalo del vestito di carnevale messo sul mercato per ironizzare sul caso della piccola Sarah Scazzi, ora fioccano online disarmanti segni di inciviltà e insensibilità anche nei confronti di Yara. Nasce su Facebook un gruppo che ha già raccolto numerosissime adesioni intitolato “Yara Zombie – Anche i morti ballano” nella cui descrizione sono riportate queste parole: “prossimamente, nelle migliori sale cinematografiche, la triste vicenda di Yara, la campionessa indeFESSA. La sua promettente carriera non ha fine, nonostante abbia accettato le famose caramelle dallo sconosciuto. Preparatevi ad un suo imminente ritorno, nella rivisitazione del famoso pezzo di un altro morto eccellente. Vedremo Yara interpretare la parte che fu di MJ nel video che lo rese celebre:Thriller. Con la partecipazione straordinaria di Barbara D’Urso”. Non resta che inorridire dinanzi a simili oscenità ancorandosi solo a quella parte di mondo che con composta sofferenza dichiara: “Consola la tua mamma e il tuo papà... ora per loro comincia un dolore senza fine”.
La tragica conclusione delle ricerche di Yara Gambirasio ha lasciato senza parole il piccolo paese; la famiglia, chiusa nel suo dolore, ha chiesto alle forze dell’ordine di comunicare alla gente che non è gradito un pellegrinaggio davanti a casa Gambirasio nel rispetto del dolore di due genitori disperati. I concittadini, infatti, hanno lasciato fiori e bigliettini commemorativi all’inizio di via Rampinelli o nei pressi del luogo del ritrovamento.
“Quello che si può dire a un primo esame - ha commentato il questore di Bergamo, Vincenzo Ricciardi - è solo che Yara non è stata uccisa con un'arma da fuoco”.
Gli oggetti ritrovati, quelli sottratti, la posizione e il luogo del ritrovamento, serviranno a completare l’identikit abbozzato inizialmente dalle forze dell’ordine nella fase embrionale delle ricerche. Il corpo è infatti stato ritrovato disteso con il braccio poggiato all’indietro oltre il capo come nel tentativo di liberarsi da qualcuno di dosso, o forse per via di un breve trascinamento. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era vestito come il giorno della scomparsa; addosso sono stati ritrovati la sim card, le chiavi di casa e la batteria di un telefonino.
Maura e Fulvio Gambirasio si sono recati presso l’istituto di ricerca dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo, coinvolta nel caso di studio delle vittime delle Bestie di Satana, per il riconoscimento del corpo.
Si attendono gli esami dell’autopsia per risalire all’orario, al luogo e al modo in cui è stata uccisa la giovane ginnasta. Affidato dell'Ert, l'unita speciale dello Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato, l’arduo compito di analizzare il terreno dove giaceva il corpo. “'Io ci sono stato a cercare là, non c'era assolutamente niente” riferisce un operaio della ditta Rosa & C., una Spa che produce laminati industriali, proprietaria del terreno sterrato e al momento incolto, dove ieri pomeriggio e' stato ritrovato il corpo di Yara Gambirasio. Numerosi gli interrogativi che serpeggiano attorno al caso. I primi a chiedere con forza e con rabbia spiegazioni sono i genitori della vittima forse illusi dalle bonarie parole di rassicurazione da sempre emerse nel corso delle varie conferenze stampe che lasciavano ampi margini alla speranza: “È stata trovata morta dopo tre mesi. Se per di più il corpo è sempre rimasto nel luogo dove è stato scoperto che cosa vi portava a dire che era ancora viva?”. Il paese, che non ha mai smesso di pregare affichè la ragazza tornasse a casa, ora spera almeno nella cattura dell’assassino: “Io mi sento che lo trovano”, commenta una signora, “com'ero sicura che purtroppo per Yara non ci fosse più niente da fare, così sono sicura che l'assassino verrà preso. Ho visto in tv il don, anche lui nell'omelìa ha parlato dell'orco che suona alla porta”. Il riferimento è al parroco del paese, Don Corinno, il quale non sapeva cosa rispondere a quei fedeli che affranti dall’accaduto gli hanno detto che forse tutte le loro preghiere non sono servite a nulla.
Dolore, sofferenza, rabbia giungono anche dal Web, da un mondo di social network che si era mobilitato per offrire un supporto alle ricerche. La pagina di Feacebok di Yara non smette di parlare: “Dateci l'assassino”, “pena di morte a chi uccide gli angeli”, “Se si trova l'assassino bisogna darlo in pasto alla popolazione”, “Sei volata lassù perché qualcuno maledetto ha voluto così”, “Spero che chi ti ha fatto questo muoia di una lunga malattia”, “Ciao piccola Yara...Come una stellina sei salita in cielo, ora illumina noi, che abbiamo bisogno di luce e chiarezza”. Eppure, dopo lo scandalo del vestito di carnevale messo sul mercato per ironizzare sul caso della piccola Sarah Scazzi, ora fioccano online disarmanti segni di inciviltà e insensibilità anche nei confronti di Yara. Nasce su Facebook un gruppo che ha già raccolto numerosissime adesioni intitolato “Yara Zombie – Anche i morti ballano” nella cui descrizione sono riportate queste parole: “prossimamente, nelle migliori sale cinematografiche, la triste vicenda di Yara, la campionessa indeFESSA. La sua promettente carriera non ha fine, nonostante abbia accettato le famose caramelle dallo sconosciuto. Preparatevi ad un suo imminente ritorno, nella rivisitazione del famoso pezzo di un altro morto eccellente. Vedremo Yara interpretare la parte che fu di MJ nel video che lo rese celebre:Thriller. Con la partecipazione straordinaria di Barbara D’Urso”. Non resta che inorridire dinanzi a simili oscenità ancorandosi solo a quella parte di mondo che con composta sofferenza dichiara: “Consola la tua mamma e il tuo papà... ora per loro comincia un dolore senza fine”.
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