di Nicola Zuccaro. E' tempo di bilanci anche per il capoluogo pugliese all'indomani della giornata dedicata ai solenni festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia. Quanto rilevato in città ha contrapposto questa solennità tra passione e indifferenza. La passione intesa come quel mix fra amor patrio e curiosità è quella che ha animato la mattinata di giovedì 17 marzo 2011.
Bagno di folla nella Rotonda Giannella (Lungomare Nazario Sauro) durante la cerimonia
dell'alzabandiera e poi, successivamente, presso la Sala Murat - sede di una mostra storica - così
come presso il Palazzo del Governo. All'esterno della Prefettura lo srotolamento di un tricolore, a cura di 3 vigili del fuoco, mandava in estasi la cittadinanza che quasi a squarciagola cantava l'Inno di Mameli. Emergeva così quella "Bari patriottica" che si distingueva dal resto di una città a dir poco indifferente. Poche le bandiere esposte su finestre e balconi. Si potrebbe tranquillamente scrivere che i baresi hanno testimoniato non esponendo vessilli tricolori il loro menefreghismo se non addirittura la propria ostilità a queste celebrazioni perchè probabilmente hanno perso una giornata di lavoro o preziosa per il disbrigo di varie commissioni. Sostenere questa tesi sarebbe come sparare sulla croce rossa. Le istituzioni presenti alle varie cerimonie (in primis l'amministrazione comunale) dovrebbero farsi rimproverare qualcosa in termini di quella comunicazione istituzionale consistente nella pubblicazione di un semplice avviso pubblico che esortava l'intera cittadinanza ad esporre il tricolore. Si è presa probabilmente una storica occasione: quella di poter fare del Comune di Bari la città più italiana d'Italia. Meditate amministratori!
Bagno di folla nella Rotonda Giannella (Lungomare Nazario Sauro) durante la cerimonia
dell'alzabandiera e poi, successivamente, presso la Sala Murat - sede di una mostra storica - così
come presso il Palazzo del Governo. All'esterno della Prefettura lo srotolamento di un tricolore, a cura di 3 vigili del fuoco, mandava in estasi la cittadinanza che quasi a squarciagola cantava l'Inno di Mameli. Emergeva così quella "Bari patriottica" che si distingueva dal resto di una città a dir poco indifferente. Poche le bandiere esposte su finestre e balconi. Si potrebbe tranquillamente scrivere che i baresi hanno testimoniato non esponendo vessilli tricolori il loro menefreghismo se non addirittura la propria ostilità a queste celebrazioni perchè probabilmente hanno perso una giornata di lavoro o preziosa per il disbrigo di varie commissioni. Sostenere questa tesi sarebbe come sparare sulla croce rossa. Le istituzioni presenti alle varie cerimonie (in primis l'amministrazione comunale) dovrebbero farsi rimproverare qualcosa in termini di quella comunicazione istituzionale consistente nella pubblicazione di un semplice avviso pubblico che esortava l'intera cittadinanza ad esporre il tricolore. Si è presa probabilmente una storica occasione: quella di poter fare del Comune di Bari la città più italiana d'Italia. Meditate amministratori!