di Nicola Zuccaro. Squadra che perde in casa, vince in trasferta. La più dura Legge del calcio ha punito, questa volta, il Bari. A beneficiarne un Chievo che torna a vincere dopo 6 turni di campionato. L'amara constatazione ha dominato i pensieri della redazione sportiva del Giornale di Puglia in un Lunedì nel corso del quale uno stato d'animo misto fra rabbia e rassegnazione regna nella tifoseria biancorossa. La riproposizione della 'panolada' prima, l'invasione di 3 ultras negli spogliatoi del S. Nicola a fine gara (volevano discutere con Almiron) poi, si mescolano con quella rassegnazione che da qualche gara a questa parte fa rima nella tifoseria barese con la seguente parola: programmazione.
Bari - Chievo poteva essere la partita della svolta alla luce delle sconfitte di Cesena, Lecce e Brescia. Battere i clivensi significava portarsi a -12 dai Romagnoli, a -11 dai Salentini, a -9 dalle Rondinelle.
Così non è stato in una gara che il Bari non ha voluto vincere, dopo un primo tempo che vedeva i
galletti piuttosto pimpanti. L'involata di Kunsepp al 37', terminata con un debole diagonale, oltre ad introdurre l'altra dura legge del calcio "goal sbagliato, goal subìto", poichè 1' dopo il Chievo passava ad opera del tanto temuto Pelissier, dava quel barlume di speranza ad un pubblico sempre più sparuto. E, invece, si assisteva nella ripresa a quella strana involuzione paragonabile a quel malato che sembrava essere guarito ma che al contrario era ormai prossimo alla morte. Il Bari visto contro il Chievo raffigurava questo quadro. Un quadro raffigurante una squadra che non ha voluto vincere perchè qualcuno dei suoi componenti già sa la prossima casacca che indosserà nella Stagione 2011-12.
Qualunque casacca essa sia purchè tolgano il disturbo scusandosi possibilmente per il danno arrecato. Un danno che consiste nell'aver fatto retrocedere non solo una squadra ma anche una città e una tifoseria che continuano a brancolare nel buio per quel che sarà il futuro societario del blasone biancorosso. Se i Matarrese, nuovamente contestati durante Bari - Chievo, non usciranno una volta per sempre allo scoperto, questa retrocessione segnerà l'sddio anzichè l'srrivederci alla Serie A.
Bari - Chievo poteva essere la partita della svolta alla luce delle sconfitte di Cesena, Lecce e Brescia. Battere i clivensi significava portarsi a -12 dai Romagnoli, a -11 dai Salentini, a -9 dalle Rondinelle.
Così non è stato in una gara che il Bari non ha voluto vincere, dopo un primo tempo che vedeva i
galletti piuttosto pimpanti. L'involata di Kunsepp al 37', terminata con un debole diagonale, oltre ad introdurre l'altra dura legge del calcio "goal sbagliato, goal subìto", poichè 1' dopo il Chievo passava ad opera del tanto temuto Pelissier, dava quel barlume di speranza ad un pubblico sempre più sparuto. E, invece, si assisteva nella ripresa a quella strana involuzione paragonabile a quel malato che sembrava essere guarito ma che al contrario era ormai prossimo alla morte. Il Bari visto contro il Chievo raffigurava questo quadro. Un quadro raffigurante una squadra che non ha voluto vincere perchè qualcuno dei suoi componenti già sa la prossima casacca che indosserà nella Stagione 2011-12.
Qualunque casacca essa sia purchè tolgano il disturbo scusandosi possibilmente per il danno arrecato. Un danno che consiste nell'aver fatto retrocedere non solo una squadra ma anche una città e una tifoseria che continuano a brancolare nel buio per quel che sarà il futuro societario del blasone biancorosso. Se i Matarrese, nuovamente contestati durante Bari - Chievo, non usciranno una volta per sempre allo scoperto, questa retrocessione segnerà l'sddio anzichè l'srrivederci alla Serie A.