Nel suo breve intervento l’onorevole Casini ha affrontato tutta una serie di problemi riguardanti l’attualità politica, sociale e internazionale. Ovviamente il suo intervento ha avuto come perno centrale il federalismo fiscale, provvedimento ormai in dirittura d’arrivo alla sua approvazione finale in Parlamento. Casini ha rivendicato il fatto che il suo partito sia stato l’unico che abbia votato contro il federalismo municipale, ribadendo il suo no ad un federalismo spot come quello portato avanti dall’attuale governo. «Se per federalismo consideriamo un modo di governare serio, senza sperperi, che contempli forme di autogoverno moderno delle comunità locali, noi dell’UdC non siamo contrari al federalismo» , ha spiegato l’ex presidente della Camera, il quale ha elencato una serie di condizioni imprescindibili per la realizzazione del progetto federalista. In primo luogo la necessità di posporre il federalismo fiscale al riordino istituzionale, accorpando comuni e abrogando le province, bilanciando sapientemente le entrate del centro con le spese delle periferie. Casini si è anche detto contrario ad un federalismo che aggravi la tassazione sui cittadini, ricordando come «in tutto il mondo i comuni mettono tasse sulle case mentre solo in Italia abbiamo abolito l’ICI», esprimendo la sua contrarietà alla tassazione sulle seconde case, giudicata iniqua, alle tasse di scopo e agli aggravi delle aliquote Irpef. Passando ai tragici eventi internazionali, Casini ha rivendicato con forza il no del suo partito al trattato di amicizia non con la Libia ma con il «criminale» Gheddafi. Dure le parole contro il presidente del Consiglio, che «non sta governando e non sta facendo nulla per il Paese, tranne propaganda come se fosse il leader dell’opposizione». «Chi vince le elezioni non è il padrone del Paese e le leggi devono rispettare il principio di costituzionalità», questo il suo breve passaggio sul tema della giustizia. Prima di toccare un tema caro all’UdC come quello del fallimento dell’attuale bipolarismo politico e il grande sforzo per la creazione non di un terzo polo ma «di un nuovo polo» che riconcili il Paese, Casini ha accennato a una piccata polemica contro il presidente Nichi Vendola, subito spenta per aver «promesso di non parlarne». Il leader dell’UdC ha snocciolato in breve la sua ricetta per rilanciare il Paese e la sua competitività su scala mondiale, parlando della necessità di scelte impopolari e di una rivoluzione culturale per rilanciare produttività e salari, che «se perseguita con gli schemi della sinistra saremmo fuori dal mondo». Lasciando la platea l’onorevole Casini ha ricordato il sacrificio dell’alpino Massimo Ranzani, caduto in Afghanistan.
Non meno interessante l’intervento del deputato PD, Francesco Boccia, già candidato alle primarie per il centrosinistra alla Regione Puglia. Boccia ha rimarcato come il «90 per cento dei provvedimenti parlamentari sia stato votato assieme all’UdC», rivendicando il fondamentale ruolo svolto dal suo partito per contemperare la proposta originaria dell’alleanza Lega Nord-PDL sulla legge delega per il federalismo, «operazione che ha salvato il dialogo sul federalismo», mirando a scindere quella diarchia».