di Nicola Ricchitelli. Ha le idee chiare il costituente Coordinamento dei Giovani Socialisti, che alle primarie e nelle primarie ha riscoperto la passione, mai del tutto morta, per l’agire politico, la bellezza dell’impegno civile. “Siamo in una coalizione e con essa e per essa vogliamo lavorare, perché il nostro impegno, le nostre priorità divengano anche quelle dell’amministrazione comunale ancora in carica e parte integrante del programma elettorale del centro sinistra”.
Il primo intervento proprio qualche giorno fa in merito alla qualità dell’aria della città della Disfida: “Con un piano del traffico intelligente, che non incentivi l’uso delle auto bensì dei mezzi di trasporto pubblici, delle biciclette, dei percorsi pedonali, Barletta sarebbe più sana, poi la si potrebbe rendere più bella, esaltando quello che possiede da sempre, per natura e cultura, paesaggio e monumenti”.
“Insomma una città sana e bella è un luogo che attrae turisti e crea occupazione – questo il pensiero condiviso degli esponenti del Coordinamento - tali condizioni di benessere risolleverebbero la situazione, difficile e critica, in cui ci si trova oggi, senza sottovalutare l’emergenza abitativa che, pure, grazie alla 167, è mitigata, ma non risolta. Cinque, dunque, sono i punti essenziali attraverso i quali si dipanerà la nostra attività: ambiente, turismo, traffico e vivibilità, occupazione, sociale”.
A seguire l’intervento del costituente coordinamento ha toccato un altro annoso problema della città della Disfida e quindi la dispersione scolastica dei bambini nomadi che abitano il campo nomadi nei pressi di Via Barberini. “L’infanzia è il regno dei diritti, ma non per tutti. Sono dei privilegiati i bambini che godono del fatto di essere tali con tutto quanto questo comporta: giocare, studiare, essere amati, rispettati e tutelati, tutti. E a dirlo si fa presto, ma poi alcuni bambini, al mattino li trovi a un semaforo, per strada a chiedere soldi, fuori da un supermercato, loro non giocano, non vanno a scuola. Eppure, tra i manchi la loro vita e quella di coloro che saranno i loro figli, potrebbe cominciare a cambiare. Il diritto all'istruzione è fondamentale per poter parlare sul serio di integrazione. Quanti bambini del campo nomadi di Barletta vanno a scuola, perché privarli di questo? Vivono nella nostra città, vi sono nati. Devono andare a scuola. E’ per questo, per evitare la dispersione scolastica di questi bambini che proponiamo all’amministrazione comunale di impegnarsi in tale servizio e mettere a disposizione dei bambini di quel campo mezzi di trasporto pubblici, una bus navetta, che accompagni i minori nelle scuole. Ci piacerebbe che il sindaco sottoscrivesse tale iniziativa, inedita per la nostra città”.
Il primo intervento proprio qualche giorno fa in merito alla qualità dell’aria della città della Disfida: “Con un piano del traffico intelligente, che non incentivi l’uso delle auto bensì dei mezzi di trasporto pubblici, delle biciclette, dei percorsi pedonali, Barletta sarebbe più sana, poi la si potrebbe rendere più bella, esaltando quello che possiede da sempre, per natura e cultura, paesaggio e monumenti”.
“Insomma una città sana e bella è un luogo che attrae turisti e crea occupazione – questo il pensiero condiviso degli esponenti del Coordinamento - tali condizioni di benessere risolleverebbero la situazione, difficile e critica, in cui ci si trova oggi, senza sottovalutare l’emergenza abitativa che, pure, grazie alla 167, è mitigata, ma non risolta. Cinque, dunque, sono i punti essenziali attraverso i quali si dipanerà la nostra attività: ambiente, turismo, traffico e vivibilità, occupazione, sociale”.
A seguire l’intervento del costituente coordinamento ha toccato un altro annoso problema della città della Disfida e quindi la dispersione scolastica dei bambini nomadi che abitano il campo nomadi nei pressi di Via Barberini. “L’infanzia è il regno dei diritti, ma non per tutti. Sono dei privilegiati i bambini che godono del fatto di essere tali con tutto quanto questo comporta: giocare, studiare, essere amati, rispettati e tutelati, tutti. E a dirlo si fa presto, ma poi alcuni bambini, al mattino li trovi a un semaforo, per strada a chiedere soldi, fuori da un supermercato, loro non giocano, non vanno a scuola. Eppure, tra i manchi la loro vita e quella di coloro che saranno i loro figli, potrebbe cominciare a cambiare. Il diritto all'istruzione è fondamentale per poter parlare sul serio di integrazione. Quanti bambini del campo nomadi di Barletta vanno a scuola, perché privarli di questo? Vivono nella nostra città, vi sono nati. Devono andare a scuola. E’ per questo, per evitare la dispersione scolastica di questi bambini che proponiamo all’amministrazione comunale di impegnarsi in tale servizio e mettere a disposizione dei bambini di quel campo mezzi di trasporto pubblici, una bus navetta, che accompagni i minori nelle scuole. Ci piacerebbe che il sindaco sottoscrivesse tale iniziativa, inedita per la nostra città”.