di Nicola Ricchitelli. Giornale di Puglia saluta il dott. Enzo Torre, candidato sindaco alle prossime amministrative di maggio con la lista civica “Il Futuro è oggi”.
Tanti i temi affrontati con il candidato sindaco, dal suo programma elettorale “Piano d’azione bioetica” alla situazione della nostra città, ma non solo: attenzione è stata posta su alcuni elementi interessanti circa la sua campagna elettorale di sicuro in controtendenza e per certi versi innovativa sia nei contenuti quanto nei toni, sempre costruttivi e mai volti all’attacco di questo o quell’altro. D’altronde, così come avrete modo di leggere, uno dei suoi proverbi preferiti è appunto “Ogni dito che si punta ce ne sono tre pronti rivolti verso se stesso”.
D: Dott. Torre spesso la parola elezioni è binomio di corsa agli schieramenti che siano di destra o di sinistra, ma non solo: spesso nelle tappe di avvicinamento alle elezioni la politica diventa scenario di immigrazioni ed emigrazioni da uno schieramento all’altro. Lei a questo tam tam preferisce costituire una lista civica per l’appunto. Quali le motivazioni di questa scelta?
R:"Ho già avuto modo di rispondere in altre sedi alla domanda posta. La scelta di creare una lista civica è dettata dal fatto che si ha tutta l’indipendenza possibile, cosa che non esiste schierandosi in una coalizione o lavorando all’interno di un partito. Ma c’è un altro aspetto molto importante, la figura del partito è in declino: non dà più credibilità alla gente e non rispecchia le loro aspettative, mentre la lista civica nasce con il fine di dare qualcosa di nuovo e di diverso alla cittadinanza, e siccome è legata ad un interesse a livello locale ha più capacità di operare sul territorio. Inoltre richiama al suo interno un numero di persone legate alla città e che vogliono lavorare per la città, ed ha la possibilità di fare proposte difficilmente attuabili in un partito o in una coalizione".
D:Barletta qualche settimana fa è stata protagonista a livello politico delle primarie prima, e del No di Bartolo Tatò poi, ma la cosa che a molti non è passata inosservata sono stati i molteplici discorsi legati principalmente alle dinamiche interne dei partiti, tralasciando, tal volta, i programmi e le programmazioni. Lei, invece, in maniera chiara e nitida, si presenta con un programma denominato “Piano D’azione bioetica”. Ci illustri in sintesi i punti salienti su cui poggia il suo programma.
R: "Il Piano d’Azione Bioteca, che nella sua esposizione sul sito www.ilfuturoeoggi.org è una bozza, anche se c’è già una matrice da cui si vede quali saranno poi i progetti futuri. Noi siamo per i fatti: sprecare il tempo a parlare di progetti che si dovranno fare e non si fanno a me non piace, io preferisco già da ora dare una linea e una direttiva attraverso il Piano Bioetica di quello che sarà il nostro campo d’azione cioè la salute dell’uomo attraverso una progettualità che si riversa in tutti i settori della società. Attraverso queste proposizioni diamo un'idea di quello che è il nostro lavoro che proponiamo alle persone. Poi, fare paragoni con gli altri non mi piace: è sotto gli occhi di tutti il malumore della gente, segno e sintomo di una continua separazione tra il nucleo principale della città ed il popolo e l’amministrazione. Sicuramente ci sono dei settori che possono dirsi soddisfatti di questa amministrazione, ma non corrisponde alla stragrande maggioranza della gente.
D: Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Quanto Barletta è cambiata in questi cinque anni, se è cambiata, e cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male?
R: "C’è una frase che mi piace citarti: il passato è passato, il futuro non esiste ma esiste il presente".
I semi del presente daranno i frutti del futuro. Di conseguenza, noi vogliamo lavorare in questo senso, senza guardare quello che non è stato fatto nel passato.
L’amministrazione di Maffei è il prosieguo dei dieci anni di amministrazione di Francesco Salerno.
Concretamente non si può dire che Maffei non abbia fatto nulla. Con tutta onestà a me non piace sinceramente l’iniziativa di “Barletta Cresce”, in quanto confonde e crea confusione nella popolazione facendola coincidere tra l’altro con la campagna elettorale. Un sindaco che lavora bene non ha bisogno di propagandare ciò che ha fatto in quanto sarebbe dovuto essere sotto gli occhi.
Noi vogliamo lavorare in questo senso: far vedere concretamente quello che noi facciamo dando la percezione del cambiamento che si sta portando nella città".
D:“Facciamo oggi ciò che dobbiamo fare domani”, “facciamo adesso ciò che dobbiamo fare oggi”: questi alcuni slogan che campeggiano sui manifesti affissi in città. In caso di elezione, quali saranno i primi interventi da attuare al fine di far ripartire la città di Barletta?
R: "Sicuramente ambiente e turismo, e con il turismo agriturismo e agricoltura. Con il federalismo fiscale che si sta approvando in questi giorni ci sarà una distribuzione del gettito fiscale proveniente dai proventi dell’Iva a favore dei comuni che sarà orientato allo sviluppo del turismo. Quindi siamo in linea con le direttive nazionali. Barletta è una città che ha molte risorse dal punto di vista turistico. Turismo è ambiente possono dare tanto lavoro ai giovani, indubbiamente quindi sono i cardini su cui rilanciare la città. Il turismo stesso è una fonte di guadagno che non ha tempi morti che dà benessere alla città e che non subisce la concorrenza di altri paesi cosi come l’attività industriale, il turismo attira sempre capitali".
D: Qualche mese fa non è passato inosservato un suo intervento a difesa di un provvedimento notificato dal Comune nei confronti dei gestori del Parco gonfiabili, aprendo un serio dibattito circa la carenza di strutture per i piu piccini. In veste di padre, qual è il suo punto di vista?
R: "I bambini sono il futuro. Il nome della nostra lista nasce proprio da questo, ed è stata data proprio guardando i nostri figli, perché bisognava fare qualcosa di concreto per dare un futuro certo ai nostri figli. La mancanza di strutture adeguate, che siano esse private o comunali, è un problema che va affrontato in quanto si pecca molto su questo punto di vista: lavorare sui bambini significa lavorare sulle famiglie, lavorare sulle famiglie significa migliorare l’economia".
D: Uno dei suoi slogan che campeggia sui manifesti sparsi qua e là nella città è appunto “i soldi ci sono bisogno, solo organizzarli”: una affermazione che può avere diverse chiavi di lettura. Quale la sua?
R: "I soldi nessuno li fa sparire. I soldi si spostano ma non si può dire che non ci sono, come se qualcuno se li fosse portati su un altro pianeta. Quando si dice che bisogna organizzarli significa per l’appunto evitare gli sprechi, e quindi evitare di ostacolare iniziative a livello di impresa per favorire altre persone che poi non li redristribuiscono. I soldi vanno redristribuiti e devono essere utilizzati, non si può fare un accumulo, non pensando che il benessere si migliora proprio sapendo organizzare i soldi e impiegandoli nel modo giusto. L’amministrazione i soldi ce li ha, non è questa una amministrazione povera. Ma soprattutto organizzare i soldi significa non rubare al popolo".
D: Cosa si aspetta da questa campagna elettorale? Ma soprattutto, viste le tante forze pronte a scendere in campo, che campagna elettorale sarà?
R: "Non ci piace puntare il dito contro nessuno anche perché c’è un proverbio che dice che “Ogni dito che si punta ce ne sono tre pronti rivolti verso se stesso”. Per quanto ci riguarda, la nostra missione sarà quella di far conoscere il nostro progetto e far conoscere le persone che ne faranno parte: solo così se ne esce vincenti".
Tanti i temi affrontati con il candidato sindaco, dal suo programma elettorale “Piano d’azione bioetica” alla situazione della nostra città, ma non solo: attenzione è stata posta su alcuni elementi interessanti circa la sua campagna elettorale di sicuro in controtendenza e per certi versi innovativa sia nei contenuti quanto nei toni, sempre costruttivi e mai volti all’attacco di questo o quell’altro. D’altronde, così come avrete modo di leggere, uno dei suoi proverbi preferiti è appunto “Ogni dito che si punta ce ne sono tre pronti rivolti verso se stesso”.
D: Dott. Torre spesso la parola elezioni è binomio di corsa agli schieramenti che siano di destra o di sinistra, ma non solo: spesso nelle tappe di avvicinamento alle elezioni la politica diventa scenario di immigrazioni ed emigrazioni da uno schieramento all’altro. Lei a questo tam tam preferisce costituire una lista civica per l’appunto. Quali le motivazioni di questa scelta?
R:"Ho già avuto modo di rispondere in altre sedi alla domanda posta. La scelta di creare una lista civica è dettata dal fatto che si ha tutta l’indipendenza possibile, cosa che non esiste schierandosi in una coalizione o lavorando all’interno di un partito. Ma c’è un altro aspetto molto importante, la figura del partito è in declino: non dà più credibilità alla gente e non rispecchia le loro aspettative, mentre la lista civica nasce con il fine di dare qualcosa di nuovo e di diverso alla cittadinanza, e siccome è legata ad un interesse a livello locale ha più capacità di operare sul territorio. Inoltre richiama al suo interno un numero di persone legate alla città e che vogliono lavorare per la città, ed ha la possibilità di fare proposte difficilmente attuabili in un partito o in una coalizione".
D:Barletta qualche settimana fa è stata protagonista a livello politico delle primarie prima, e del No di Bartolo Tatò poi, ma la cosa che a molti non è passata inosservata sono stati i molteplici discorsi legati principalmente alle dinamiche interne dei partiti, tralasciando, tal volta, i programmi e le programmazioni. Lei, invece, in maniera chiara e nitida, si presenta con un programma denominato “Piano D’azione bioetica”. Ci illustri in sintesi i punti salienti su cui poggia il suo programma.
R: "Il Piano d’Azione Bioteca, che nella sua esposizione sul sito www.ilfuturoeoggi.org è una bozza, anche se c’è già una matrice da cui si vede quali saranno poi i progetti futuri. Noi siamo per i fatti: sprecare il tempo a parlare di progetti che si dovranno fare e non si fanno a me non piace, io preferisco già da ora dare una linea e una direttiva attraverso il Piano Bioetica di quello che sarà il nostro campo d’azione cioè la salute dell’uomo attraverso una progettualità che si riversa in tutti i settori della società. Attraverso queste proposizioni diamo un'idea di quello che è il nostro lavoro che proponiamo alle persone. Poi, fare paragoni con gli altri non mi piace: è sotto gli occhi di tutti il malumore della gente, segno e sintomo di una continua separazione tra il nucleo principale della città ed il popolo e l’amministrazione. Sicuramente ci sono dei settori che possono dirsi soddisfatti di questa amministrazione, ma non corrisponde alla stragrande maggioranza della gente.
D: Si stanno concludendo questi cinque anni di amministrazione Maffei. Quanto Barletta è cambiata in questi cinque anni, se è cambiata, e cosa ci lascia in eredità questa amministrazione nel bene e nel male?
R: "C’è una frase che mi piace citarti: il passato è passato, il futuro non esiste ma esiste il presente".
I semi del presente daranno i frutti del futuro. Di conseguenza, noi vogliamo lavorare in questo senso, senza guardare quello che non è stato fatto nel passato.
L’amministrazione di Maffei è il prosieguo dei dieci anni di amministrazione di Francesco Salerno.
Concretamente non si può dire che Maffei non abbia fatto nulla. Con tutta onestà a me non piace sinceramente l’iniziativa di “Barletta Cresce”, in quanto confonde e crea confusione nella popolazione facendola coincidere tra l’altro con la campagna elettorale. Un sindaco che lavora bene non ha bisogno di propagandare ciò che ha fatto in quanto sarebbe dovuto essere sotto gli occhi.
Noi vogliamo lavorare in questo senso: far vedere concretamente quello che noi facciamo dando la percezione del cambiamento che si sta portando nella città".
D:“Facciamo oggi ciò che dobbiamo fare domani”, “facciamo adesso ciò che dobbiamo fare oggi”: questi alcuni slogan che campeggiano sui manifesti affissi in città. In caso di elezione, quali saranno i primi interventi da attuare al fine di far ripartire la città di Barletta?
R: "Sicuramente ambiente e turismo, e con il turismo agriturismo e agricoltura. Con il federalismo fiscale che si sta approvando in questi giorni ci sarà una distribuzione del gettito fiscale proveniente dai proventi dell’Iva a favore dei comuni che sarà orientato allo sviluppo del turismo. Quindi siamo in linea con le direttive nazionali. Barletta è una città che ha molte risorse dal punto di vista turistico. Turismo è ambiente possono dare tanto lavoro ai giovani, indubbiamente quindi sono i cardini su cui rilanciare la città. Il turismo stesso è una fonte di guadagno che non ha tempi morti che dà benessere alla città e che non subisce la concorrenza di altri paesi cosi come l’attività industriale, il turismo attira sempre capitali".
D: Qualche mese fa non è passato inosservato un suo intervento a difesa di un provvedimento notificato dal Comune nei confronti dei gestori del Parco gonfiabili, aprendo un serio dibattito circa la carenza di strutture per i piu piccini. In veste di padre, qual è il suo punto di vista?
R: "I bambini sono il futuro. Il nome della nostra lista nasce proprio da questo, ed è stata data proprio guardando i nostri figli, perché bisognava fare qualcosa di concreto per dare un futuro certo ai nostri figli. La mancanza di strutture adeguate, che siano esse private o comunali, è un problema che va affrontato in quanto si pecca molto su questo punto di vista: lavorare sui bambini significa lavorare sulle famiglie, lavorare sulle famiglie significa migliorare l’economia".
D: Uno dei suoi slogan che campeggia sui manifesti sparsi qua e là nella città è appunto “i soldi ci sono bisogno, solo organizzarli”: una affermazione che può avere diverse chiavi di lettura. Quale la sua?
R: "I soldi nessuno li fa sparire. I soldi si spostano ma non si può dire che non ci sono, come se qualcuno se li fosse portati su un altro pianeta. Quando si dice che bisogna organizzarli significa per l’appunto evitare gli sprechi, e quindi evitare di ostacolare iniziative a livello di impresa per favorire altre persone che poi non li redristribuiscono. I soldi vanno redristribuiti e devono essere utilizzati, non si può fare un accumulo, non pensando che il benessere si migliora proprio sapendo organizzare i soldi e impiegandoli nel modo giusto. L’amministrazione i soldi ce li ha, non è questa una amministrazione povera. Ma soprattutto organizzare i soldi significa non rubare al popolo".
D: Cosa si aspetta da questa campagna elettorale? Ma soprattutto, viste le tante forze pronte a scendere in campo, che campagna elettorale sarà?
R: "Non ci piace puntare il dito contro nessuno anche perché c’è un proverbio che dice che “Ogni dito che si punta ce ne sono tre pronti rivolti verso se stesso”. Per quanto ci riguarda, la nostra missione sarà quella di far conoscere il nostro progetto e far conoscere le persone che ne faranno parte: solo così se ne esce vincenti".