Barletta, “Voglio Te”: il candidato sindaco Rino Dibenedetto si presenta alla cittadinanza

di Nicola Ricchitelli. Il carattere è lo stesso di sempre, quello a stento trattenuto nell’intervista rilasciataci qualche settimana fa nel suo studio, pronto ad esplodere davanti ad una platea con quel suo timbro sanguigno che affiora quando l’oggetto del contendere è l’amore per la sua città. Sarà pure una sfida difficile da vincere, ma Rino Dibenedetto – che di sfide ne ha vinte già tante specie in campo professionale – scende in campo a capo del suo esercito al motto di: «O con me o contro di me, ma in mezzo alla gente». Gioca con i fantasmi del passato Dibenedetto, con quella maglietta delle “Iene” in bella mostra, non mancheranno nel corso del suo intervento i riferimenti polemici alla nota vicenda che lo vide al centro di un servizio del noto programma di Italia 1 e al “consigliere”: «Anche loro mi hanno portato fortuna, anche se ad oggi non è stato possibile ricevere il video originale».
In platea erano presenti alcuni esponenti della politica barlettana nonché alcuni protagonisti delle prossime elezioni, tra cui il candidato sindaco dell’Udc, il senatore Peppino Dipaola, il coordinatore provinciale dell’Udc, Carlo Laurora, il candidato sindaco di “Io Sud”, l’avv. Giuseppe Paolillo, il saluto giunge pronto e cordiale, Dibenedetto ipotizza di farli salire sul palco: «Vediamo se far parlare i politici, perché oggi è la mia giornata» ma così non sarà – Carlo Laurora e il senatore Dipaola guadagneranno l’uscita prima della fine della presentazione - ci sarà quindi solo spazio per Dibenedetto e per la sua squadra. “Voglio Te” appunto, la lista creata dal famoso artista barlettano correrà da sola alle prossime amministrative, infatti benché inserita qualche settimana nella coalizione del Terzo Polo, la lista di Dibenedetto successivamente ha preferito intraprendere il cammino che porta al Palazzo di città in piena autonomia. In apertura il saluto di Raffaella Salerno – moglie del compianto ex sindaco Francesco Salerno - «Sono per la prima volta felice, perché in città tira aria nuova, perché Rino è l’energia di questa città. Usciamo dai partiti e dalle loro stanze e veniamo in mezzo alla gente. Per cambiare questa città e uscire dalla palude serve progettualità e per farlo dobbiamo cercare di farlo insieme». A seguire quindi l’intervento di Dibenedetto, un intervento che poggia le proprie basi su parole quali follia e anticonformismo, parole che fanno il palio con personaggi quali Ghandi, Albert Einstein e Charlie Chaplin perché Barletta per cambiare ha bisogno di scelte forti, ma anche originali e innovative, a chi li chiede del suo programma elettorale Dibendetto risponde: «Programma? Sono mesi che lo scriviamo sui manifesti, essere differenti, creare occupazione, creare solidarietà, far conoscere la nostra città. Anziché vedere i nostri figli che vanno in cerca di lavoro fuori città, dobbiamo essere in grado di creare una Barletta dove i nostri figli trovano lavoro nella propria città, e dove siano gli altri a venire nella nostra città. Sono stanco di incontrare genitori arrabbiati con la politica perché incapace di creare le giuste condizioni affinché i loro figli restano in questa città a lavorare». A seguire quindi alcuni filmati su Barletta, sulla sua campagna di comunicazione, prima di riprendere il dibattito sui problemi della città e sulla progettualità da approntare. Nel corso del suo intervento Dibenedetto, richiama alcuni concetti già espressi nell’intervista rilasciataci qualche tempo fa, ma non solo: « il nostro programma non è solo quello che abbiamo scritto. Siete voi gli artefici del cambiamento, ci dovete credere. Il diverso oggi sta nella normalità delle cose che si devono fare per questa città. Giovani, anziani, tutti devono avere le stesse opportunità. L’impegno deve essere corale, e anche se non vinceremo saremo comunque presenti, affinché le nostre idee vengano realizzate». Non le manda a dire Dibenedetto a quella classe politica impostata sulla logica del “o con me o contro di me”: «Politica significa far bene per gli altri e non per se stessi, politica non significa o con me o contro di me, ma significa stare in mezzo alla gente. Questa è un avventura possibile, un sogno che si può realizzare, un sogno dove potremo cambiare e rivoluzionare questa città».

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