Berlusconi: attacco a Napolitano e la prescrizione come àncora di salvezza

di Roberta Calò
Il Premier ormai non si arresta davanti a nulla. A farne le spese stavolta è proprio il presidente della Repubblica: “Anche lui non mi fa governare. Dal Colle arrivano solo tirate d'orecchie, ma io andrò avanti ugualmente con le riforme, a cominciare da giustizia e intercettazioni: stavolta non mi fermano. Se una legge non piace al Capo dello Stato e al suo staff, che interviene puntigliosamente su tutto, quella legge torna alla Camera e al Senato. Se invece non piace alla Corte Costituzionale, la respinge”.
Berlusconi arriva a minare perfino l’imparzialità della più alta carica pubblica: “Fini non perde occasione per attaccarmi con ogni mezzo e dal Colle niente, silenzio: vengono usati due pesi e due misure”.
“Soprattutto sulla giustizia, c'era un patto con la magistratura e l'Anm, -spiega il Cavaliere- e questo spiega perche' non siamo riusciti a fare una legge sulle intercettazioni che e' un'esigenza assoluta. Le intercettazioni nei paesi civili non hanno neppure valore di prova perché sono estremamente manipolabili”.
Il Premier sostiene di non avere più un telefonino: “Non perchè non possa averlo ma perché è sottoposto a qualunque tipo di intercettazioni. Tutti sentono come una mancanza di libertà, non essendo più questo un paese civile, il non poter più parlare al telefono”. Il Leader dell’opposizione non resta inerme e controbatte nel corso della trasmissione Otto e Mezzo: “Siamo nella prassi, come stabilisce la Costituzione. Io non voglio polemizzare con Berlusconi, ma se ad un'esame di diritto costituzionale uno studente dicesse che se al presidente della Repubblica non piace una legge, la boccia e la rimanda al Parlamento, certamente sarebbe lui ad essere bocciato”.
In occasione della riapertura sul caso Mediaset il Premier non era presente; lo giustificano i suoi legali i quali hanno affermato che sono stati loro a impedirglielo. “Come sempre io voglio andare. I miei avvocati me lo impediscono - spiega il Presidente del Consiglio. Sono l’uomo più processato d’Italia, ci sono state 2.952 udienze. Quando mi dicono di farmi processare penso 'perdonali perché non sanno quello che dicono'”.
In merito al caso Ruby, Ghedini fa presente che “le contraddizioni delle sue dichiarazioni sono tali da ritenere che sia opportuno che venga sentita”.
Dall’alto del pulpito, Berlusconi non manca di ammonire anche i suoi stessi sostenitori: “Sarò ogni sabato e domenica in giro per l'Italia, ci metterò la faccia, ancora una volta, senza di me il partito non potrebbe farcela” e con riferimento alla formazione delle nuove liste elettorali da Napoli a Milano da Torino a Bologna, dichiara: “Voglio quasi tutti candidati giovani e donne, soprattutto donne, perché ormai è evidente che fanno meglio degli uomini”. Per poi concludere con picchi di onnipotenza: “Pensateci, abbiamo più maggioranza oggi senza Fini che quando siamo stati eletti. E a breve altri ancora passeranno con noi”.
I magistrati che stanno seguendo i processi a carico del Premier stanno cercando di affrettare per quanto possibile le singole procedure in quanto il clamoroso e ridicolo rischio è che alcune accuse, se non affrontate, cadano in prescrizione entro il 2012.
Si teme che il 28 marzo alla Camera giunga il ddl sul processo breve che potrebbe portare in prescrizione i vecchi processi in cui è coinvolto Berlusconi.
Non si colloca dunque a caso la proposta del Pdl di un “Cirielli bis” con cui modificare l’articolo 157 del Codice Penale con un ddl di “rimodulazione dei tempi di prescrizione”al fine di accorciare i tempi per coloro che risultano incensurati.

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