di Giuseppe Argese. Il Bologna espugna Lecce e raggiunge in pratica la salvezza con 9 giornate d’anticipo. I felsinei continuano nel loro campionato meraviglioso, che nemmeno la crisi societaria e i punti di penalizzazione hanno potuto rovinare, mentre i giallorossi invece sono ora terzultimi da soli e sino alla fine dovranno lottare per poter scacciare lo spettro della serie B. Il Bologna dimostra nella partita contro il Lecce la sua crescita definitiva: arriva con il piglio deciso di chi vuole portare a casa la vittoria, non si lascia intimidire dagli assalti locali, trova il gol con i suoi uomini migliori, si chiude a protezione del risultato.
Ma vediamo alla cronaca della gara. 1° Tempo - Al 9' doppia occasione per i padroni di casa: Tomovic crossa per Corvia che di testa schiaccia verso la porta, ma trova Viviano. Sul corner seguente è Jeda a colpire verso la porta, ma Della Rocca evita il peggio respingendo il pallone sulla linea. Al 33', dopo mezz'ora di dominio leccese, accade ciò che non ti aspetti: Mutarelli cerca Di Vaio che viene contrastato, la palla rimane li e Ramirez ne approfitta, trafiggendo Rosati con un bel sinistro. Al 45' la più grande occasione per il Lecce: Corvia, solo davanti a Viviano dopo aver vinto un rimpallo, calcia di potenza, ma la sfera prima si infrange sulla traversa, poi rimbalza sulla linea di porta e torna in gioco. Nella ripresa i pugliesi cercano con insistenza la via della rete, senza però riuscire a costruire molte occasioni da rete. Il Lecce attacca con grande ardore, ma poco costrutto, tanto che la prima e unica occasione arriva al 28': sugli sviluppi di una punizione battuta da Olivera, la palla finisce in rete, ma l'arbitro annulla per un fallo su Viviano. Padroni di casa che si fanno notare solo per una lite fra De Canio e Chevanton: l'allenatore sostituisce l'uruguaiano 20 minuti dopo averlo mandato in campo e in panchina volano parole grosse. Non una bella partita, ma una prova cinica e pragmatica che porta il risultato al di là del gioco porta la consapevolezza di poter vincere. Salentini che vengono sconfitti immeritatamente da un Bologna cinico e spietato. Pugliesi che, dopo i pareggi di Brescia e Cesena negli anticipi, avevano una buona occasione per tirarsi fuori, seppur momentaneamente, dalla zona calda. De Canio può recriminare per le occasioni mancate, poichè a livello di gioco i giallorossi non sono stati mai inferiori agli avversari.
Ma vediamo alla cronaca della gara. 1° Tempo - Al 9' doppia occasione per i padroni di casa: Tomovic crossa per Corvia che di testa schiaccia verso la porta, ma trova Viviano. Sul corner seguente è Jeda a colpire verso la porta, ma Della Rocca evita il peggio respingendo il pallone sulla linea. Al 33', dopo mezz'ora di dominio leccese, accade ciò che non ti aspetti: Mutarelli cerca Di Vaio che viene contrastato, la palla rimane li e Ramirez ne approfitta, trafiggendo Rosati con un bel sinistro. Al 45' la più grande occasione per il Lecce: Corvia, solo davanti a Viviano dopo aver vinto un rimpallo, calcia di potenza, ma la sfera prima si infrange sulla traversa, poi rimbalza sulla linea di porta e torna in gioco. Nella ripresa i pugliesi cercano con insistenza la via della rete, senza però riuscire a costruire molte occasioni da rete. Il Lecce attacca con grande ardore, ma poco costrutto, tanto che la prima e unica occasione arriva al 28': sugli sviluppi di una punizione battuta da Olivera, la palla finisce in rete, ma l'arbitro annulla per un fallo su Viviano. Padroni di casa che si fanno notare solo per una lite fra De Canio e Chevanton: l'allenatore sostituisce l'uruguaiano 20 minuti dopo averlo mandato in campo e in panchina volano parole grosse. Non una bella partita, ma una prova cinica e pragmatica che porta il risultato al di là del gioco porta la consapevolezza di poter vincere. Salentini che vengono sconfitti immeritatamente da un Bologna cinico e spietato. Pugliesi che, dopo i pareggi di Brescia e Cesena negli anticipi, avevano una buona occasione per tirarsi fuori, seppur momentaneamente, dalla zona calda. De Canio può recriminare per le occasioni mancate, poichè a livello di gioco i giallorossi non sono stati mai inferiori agli avversari.