di Nicola Zuccaro. E' saltato all'82' della ripresa il teorema del "il 61, numero perfetto per vincere a San Siro contro il Milan". Sessantuno erano i punti nella sacca rossonera al fischio d'inizio di Milan - Bari. 61 indica anche un anno del Novecento, appena trascorso. Il 30 Aprile 1961 un Bari garibaldino s'impose per 3-1 sul Milan. Fu una vittoria che oggi, come allora, non si rivelò determinante ai fini della salvezza, come documenta l'attuale classifica dei galletti. Elemento per il quale, quest'ultimo, i corsi e ricorsi storici sono stati in parte riproposti. E' un pareggio onorevole, quello ottenuto dal Bari a San Siro, poichè conseguìto contro la capolista del Campionato ma è purtroppo, al tempo stesso, un punto che brucia per quel che è accaduto durante una gara intensa sul piano agonistico.
Si è rivisto a Milano quel Bari formato trasferta di venturiana Memoria capace di tenere in scacco l'avversario e di applicare degli schemi offensivi come testimonia la rete del momentaneo vantaggio firmata da Rudolf su verticalizzazione di un ritrovato Almiron. La riproposizione di quel Bari è durata per un tempo e mezzo perchè, per buona parte del secondo, il Bari evidenziava i suoi limiti atletici che non gli consentivano di essere pungente e lucido in fase offensiva. Un pressing alto in prossimità della porta difesa da un Abbiati impegnato in numerosi rinvii avrebbe potuto recare qualche disturbo in più. Si sarebbe potuto, forse, strappare anche il colpo del KO ad un Milan in 10 uomini per un fallo che costava l'espulsione a Ibrahimovic oltre ai due gol annullati per fuorigioco ad indirizzo della stessa punta svedese e del brasiliano Robinho. E invece, ecco che all'82' Antonini serviva Cassano che sottoporta non perdonava Gillet e sopratutto la squadra che lo lanciò nell'Olimpo del calcio. L' 1-1 diveniva così un pari amaro nella Milano che su sponda milanista si poteva bere in un gelido mezzogiorno domenicale, tanto da costringere Mutti in sala stampa ad esternare il proprio rammarico. Un dispiacere da cancellare rapidamente perchè, complice l'allungamento della bassa classifica, il Bari non è ancora matematicamente retrocesso. In virtù di questo dettaglio, i galletti potranno giocarsela sino alla fine a partire dalla prossima delicata sfida casalinga che la opporrà contro un Chievo che arriverà al San Nicola rabbuiato dopo l'1-0 interno subìto dalla Fiorentina.
Si è rivisto a Milano quel Bari formato trasferta di venturiana Memoria capace di tenere in scacco l'avversario e di applicare degli schemi offensivi come testimonia la rete del momentaneo vantaggio firmata da Rudolf su verticalizzazione di un ritrovato Almiron. La riproposizione di quel Bari è durata per un tempo e mezzo perchè, per buona parte del secondo, il Bari evidenziava i suoi limiti atletici che non gli consentivano di essere pungente e lucido in fase offensiva. Un pressing alto in prossimità della porta difesa da un Abbiati impegnato in numerosi rinvii avrebbe potuto recare qualche disturbo in più. Si sarebbe potuto, forse, strappare anche il colpo del KO ad un Milan in 10 uomini per un fallo che costava l'espulsione a Ibrahimovic oltre ai due gol annullati per fuorigioco ad indirizzo della stessa punta svedese e del brasiliano Robinho. E invece, ecco che all'82' Antonini serviva Cassano che sottoporta non perdonava Gillet e sopratutto la squadra che lo lanciò nell'Olimpo del calcio. L' 1-1 diveniva così un pari amaro nella Milano che su sponda milanista si poteva bere in un gelido mezzogiorno domenicale, tanto da costringere Mutti in sala stampa ad esternare il proprio rammarico. Un dispiacere da cancellare rapidamente perchè, complice l'allungamento della bassa classifica, il Bari non è ancora matematicamente retrocesso. In virtù di questo dettaglio, i galletti potranno giocarsela sino alla fine a partire dalla prossima delicata sfida casalinga che la opporrà contro un Chievo che arriverà al San Nicola rabbuiato dopo l'1-0 interno subìto dalla Fiorentina.