di Vittorio Polito. Dopo il periodo di Carnevale, con il Mercoledì delle Ceneri, inizia l’intervallo quaresimale che culminerà con la Settimana Santa. La Quaresima ha lo scopo di invitare i fedeli a imitare il periodo di 40 giorni di meditazione e di penitenza che Gesù trascorse nel deserto prima di cominciare la predicazione e di farci crescere nella conoscenza del mistero di Cristo. Inizialmente il periodo quaresimale venne osservato in modo difforme dalle varie chiese: le Chiese di Roma e Alessandria, ad esempio, osservavano un periodo di digiuno che coincideva con la Settimana Santa, mentre più tardi la chiesa di Roma aggiunse prima due settimane a questo periodo di penitenza e poi altre tre.
Nell’anno 325 il Concilio di Nicea stabilì uno stesso giorno per tutta la cristianità per la celebrazione dei riti e della festa, riferendosi al novilunio di primavera, e poiché il criterio per stabilire la data del novilunio non era unico fu deciso che fosse la Chiesa di Alessandria a determinare la data. Nell’anno 525 venne così stabilito che la Pasqua potesse essere festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, tra il 22 marzo e il 25 aprile. Se l’equinozio di primavera si verifica, ad esempio, sabato 21 marzo, la Pasqua si festeggerà il giorno dopo, 22 Marzo. Se invece l’equinozio di primavera si verifica il giorno dopo il plenilunio bisognerà aspettare più di un mese, ma mai oltre il 25 aprile. Raramente si verifica la Pasqua il 22 marzo o il 25 aprile. La Pasqua della Chiesa Cattolica e quella della Chiesa Ortodossa differiscono perché la prima fa riferimento al calendario Gregoriano mentre la seconda a quello Giuliano. Il digiuno quaresimale, invece, consiste nel fare un solo pasto al giorno, e nell’astenersi dai cibi vietati. Nei giorni di digiuno la chiesa permette un leggero pasto di ristoro alla sera, se l’unico vero pasto avviene a mezzogiorno o, al contrario, se si stabilisce alla sera il proprio pasto principale.
La Settimana Santa è quella in cui si celebrano i riti che condurranno alla Pasqua e si apre con la Domenica delle Palme. Il lunedì si ricorda l’invocazione di Gesù nell’orto degli ulivi; il martedì si rievoca la lavanda dei piedi agli apostoli per rinnovare la memoria di quell’atto di umiltà con cui Gesù Cristo li lavò ai suoi apostoli; altri atti della Passione, come la flagellazione e la coronazione di spine, vengono rievocati il mercoledì; il giovedì Santo è il giorno in cui la Chiesa, ricordando l’Ultima Cena di Gesù, celebra l’istituzione dell’Eucaristia. I fedeli si recano alla visita del Santissimo Sacramento in più chiese, in memoria dei dolori sofferti da Gesù Cristo in più luoghi, come nell’orto degli ulivi, nelle case di Caifa, di Pilato, di Erode e sul Calvario. Nel giovedì Santo, dopo la Messa, si scoprono gli altari per rappresentarci Gesù Cristo spogliato delle sue vesti per essere flagellato e affisso alla croce. Dal giovedì sino al sabato Santo si legano le campane in segno di partecipazione alla passione e alla morte di Cristo.
Tra i riti della Settimana Santa la giornata del venerdì è la più intensa e toccante perché si ricorda la passione e morte di Cristo, adorando la Croce.
In molti paesi è possibile assistere alla rappresentazione della Via Crucis per le strade cittadine. Il giorno di Pasqua è la commemorazione della Resurrezione di Cristo. Nella tradizione cristiana Cristo viene identificato con l’agnello, vittima sacrificale, della Pasqua ebraica. Così come gli ebrei celebravano con la Pasqua il passaggio (dell’Angelo sterminatore), anche per i cristiani la Pasqua rappresenta il passaggio di Cristo dalla vita mortale, in quanto Uomo, a quella immortale, in quanto Figlio di Dio.
La condanna e la crocifissione di Cristo avvennero durante la Pasqua ebraica, ma sulla data delle celebrazioni non si raggiunse un accordo. In Oriente, seguendo S. Giovanni e S. Paolo, la celebrazione avveniva il giorno della morte di Gesù Cristo, il 14 del mese di Nisan (settimo mese del calendario ebraico), mentre in Occidente si preferiva commemorare l’evento riferendosi al plenilunio di Primavera.
I primi Padri della chiesa commemorarono la Pasqua in concomitanza con il giorno della Passione e della morte di Cristo, mentre in età più tarda, nel III secolo, San Cipriano condusse a commemorare non solo la morte, con mestizia, ma a ricordare come vero e proprio passaggio (Pasqua), il giorno della Resurrezione ed a festeggiare, non già con tristezza, ma con gioia, questo giorno solenne della cristianità .
Nell’anno 325 il Concilio di Nicea stabilì uno stesso giorno per tutta la cristianità per la celebrazione dei riti e della festa, riferendosi al novilunio di primavera, e poiché il criterio per stabilire la data del novilunio non era unico fu deciso che fosse la Chiesa di Alessandria a determinare la data. Nell’anno 525 venne così stabilito che la Pasqua potesse essere festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, tra il 22 marzo e il 25 aprile. Se l’equinozio di primavera si verifica, ad esempio, sabato 21 marzo, la Pasqua si festeggerà il giorno dopo, 22 Marzo. Se invece l’equinozio di primavera si verifica il giorno dopo il plenilunio bisognerà aspettare più di un mese, ma mai oltre il 25 aprile. Raramente si verifica la Pasqua il 22 marzo o il 25 aprile. La Pasqua della Chiesa Cattolica e quella della Chiesa Ortodossa differiscono perché la prima fa riferimento al calendario Gregoriano mentre la seconda a quello Giuliano. Il digiuno quaresimale, invece, consiste nel fare un solo pasto al giorno, e nell’astenersi dai cibi vietati. Nei giorni di digiuno la chiesa permette un leggero pasto di ristoro alla sera, se l’unico vero pasto avviene a mezzogiorno o, al contrario, se si stabilisce alla sera il proprio pasto principale.
La Settimana Santa è quella in cui si celebrano i riti che condurranno alla Pasqua e si apre con la Domenica delle Palme. Il lunedì si ricorda l’invocazione di Gesù nell’orto degli ulivi; il martedì si rievoca la lavanda dei piedi agli apostoli per rinnovare la memoria di quell’atto di umiltà con cui Gesù Cristo li lavò ai suoi apostoli; altri atti della Passione, come la flagellazione e la coronazione di spine, vengono rievocati il mercoledì; il giovedì Santo è il giorno in cui la Chiesa, ricordando l’Ultima Cena di Gesù, celebra l’istituzione dell’Eucaristia. I fedeli si recano alla visita del Santissimo Sacramento in più chiese, in memoria dei dolori sofferti da Gesù Cristo in più luoghi, come nell’orto degli ulivi, nelle case di Caifa, di Pilato, di Erode e sul Calvario. Nel giovedì Santo, dopo la Messa, si scoprono gli altari per rappresentarci Gesù Cristo spogliato delle sue vesti per essere flagellato e affisso alla croce. Dal giovedì sino al sabato Santo si legano le campane in segno di partecipazione alla passione e alla morte di Cristo.
Tra i riti della Settimana Santa la giornata del venerdì è la più intensa e toccante perché si ricorda la passione e morte di Cristo, adorando la Croce.
In molti paesi è possibile assistere alla rappresentazione della Via Crucis per le strade cittadine. Il giorno di Pasqua è la commemorazione della Resurrezione di Cristo. Nella tradizione cristiana Cristo viene identificato con l’agnello, vittima sacrificale, della Pasqua ebraica. Così come gli ebrei celebravano con la Pasqua il passaggio (dell’Angelo sterminatore), anche per i cristiani la Pasqua rappresenta il passaggio di Cristo dalla vita mortale, in quanto Uomo, a quella immortale, in quanto Figlio di Dio.
La condanna e la crocifissione di Cristo avvennero durante la Pasqua ebraica, ma sulla data delle celebrazioni non si raggiunse un accordo. In Oriente, seguendo S. Giovanni e S. Paolo, la celebrazione avveniva il giorno della morte di Gesù Cristo, il 14 del mese di Nisan (settimo mese del calendario ebraico), mentre in Occidente si preferiva commemorare l’evento riferendosi al plenilunio di Primavera.
I primi Padri della chiesa commemorarono la Pasqua in concomitanza con il giorno della Passione e della morte di Cristo, mentre in età più tarda, nel III secolo, San Cipriano condusse a commemorare non solo la morte, con mestizia, ma a ricordare come vero e proprio passaggio (Pasqua), il giorno della Resurrezione ed a festeggiare, non già con tristezza, ma con gioia, questo giorno solenne della cristianità .
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