BARI. Approvata all'unanimita' in commissione Affari generali del Consiglio regionale della Puglia l'abrogazione della legge regionale 2 agosto 2010, la cosiddetta ''salva precari'' che a sua volta aveva tentato di ''arginare'' l'art. 14, comma 21, del Decreto Legislativo 31 maggio 2010, n. 78, il quale imponeva la revoca di diritto di tutti i contratti di lavoro a tempo determinato che fossero stati deliberati, stipulati o prorogati dalla Regione a seguito della decisione dell'Ente di non rispettare il patto di stabilita' per l'anno 2009. Lo riferisce una nota del Consiglio regionale.
Con la legge del 2 agosto, invece, la Regione ha inteso comunque avvalersi di incarichi dirigenziali a termine, contratti di lavoro a tempo determinato, di consulenza, di collaborazione coordinata e continuativa, nonche' dei contratti di servizio stipulati per attuare i programmi comunitari. Sempre con la stessa legge, inoltre, la Regione ha continuato ad avvalersi dei contratti a tempo determinato stipulati nell'ambito delle procedure di stabilizzazione.
In un secondo momento, pero', il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge proponendo una questione di legittimita' costituzionale. Proprio il 5 aprile, infatti, si terra' l'udienza di discussione del ricorso nella sede della Consulta.
L'Avvocatura regionale, quindi, preso atto dell'avvenuto rispetto del patto di stabilita' interno per l'anno 2010, ritiene di poter abrogare la legge in esame. Il mutato quadro finanziario di riferimento (legato al rispetto delle norme in materia di patto di stabilita' interno) consente da un lato il venir meno delle disposizioni della legge regionale di agosto, e dall'altro che la Giunta possa adottare i conseguenti atti amministrativi affinche' gli uffici competenti assumano i dovuti provvedimenti, in relazione ai diversi rapporti di lavoro subordinato, autonomo e consulenziale.
Con la legge del 2 agosto, invece, la Regione ha inteso comunque avvalersi di incarichi dirigenziali a termine, contratti di lavoro a tempo determinato, di consulenza, di collaborazione coordinata e continuativa, nonche' dei contratti di servizio stipulati per attuare i programmi comunitari. Sempre con la stessa legge, inoltre, la Regione ha continuato ad avvalersi dei contratti a tempo determinato stipulati nell'ambito delle procedure di stabilizzazione.
In un secondo momento, pero', il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge proponendo una questione di legittimita' costituzionale. Proprio il 5 aprile, infatti, si terra' l'udienza di discussione del ricorso nella sede della Consulta.
L'Avvocatura regionale, quindi, preso atto dell'avvenuto rispetto del patto di stabilita' interno per l'anno 2010, ritiene di poter abrogare la legge in esame. Il mutato quadro finanziario di riferimento (legato al rispetto delle norme in materia di patto di stabilita' interno) consente da un lato il venir meno delle disposizioni della legge regionale di agosto, e dall'altro che la Giunta possa adottare i conseguenti atti amministrativi affinche' gli uffici competenti assumano i dovuti provvedimenti, in relazione ai diversi rapporti di lavoro subordinato, autonomo e consulenziale.
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