BARI. ''Noi abbiamo scelto la green economy come modello di sviluppo alternativo a quello distruttivo dei valori dell'ambiente. E in questo contesto, il rapporto tra energie rinnovabili e sviluppo rurale oggi è un argomento fondamentale da affrontare''. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a conclusione della tre giorni di studio che si è tenuta a Bari con la partecipazione di numerosi delegati dei vari Paesi coinvolti nel progetto proposto dall'Ocse 'La produzione di energia rinnovabile come politica di sviluppo regionale delle aree rurali'.
Grazie alla produzione di energia verde, le aree rurali hanno la possibilità di utilizzare il proprio patrimonio di fonti energetiche rinnovabili per creare posti di lavoro stabili e preziosi in settori emergenti, incoraggiare gli investimenti e migliorare il proprio capitale umano e sociale. ''Abbiamo la possibilità per esempio -ha detto Vendola- di ragionare su quei terreni inquinati da diossina o da arsenico che non possono essere più coltivati e produrre lavorazioni tradizionali. Occorre far respirare il terreno che è stato inquinato e abusato dalla chimica e occorre anche poter immaginare un reddito per i proprietari di quei terreni".
"Bisogna contestualmente però immaginare che le energie rinnovabili, nelle campagne come nelle città, non possano svilupparsi con le mega aziende o con i grandi impianti. Devono svilupparsi con le centrali di piccola taglia. Per l'agricoltura dunque occorrono piccole centrali - ha proseguito - per l'autoproduzione e l'autoconsumo. Questa è la via maestra. Così come nelle città - ha concluso - dobbiamo privilegiare il pannello fotovoltaico per famiglia. Con questi presupposti si può arrivare ad un risultato straordinario per i cittadini, per i lavoratori e per gli imprenditori, quello cioè dell'abbattimento della bolletta energetica e dell'abbattimento dell'inquinamento''.
Nel corso del 2010 la Regione Puglia ha aderito al progetto 'La produzione di energia rinnovabile come politica di sviluppo regionale delle aree rurali' proposto dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, finalizzato a conoscere e mettere a sistema le buone prassi internazionali sul tema energetico e la creazione di opportunità di crescita economica. Al progetto hanno aderito numerosi Paesi: il Canada (Quebec, e Prince Edward Island), l'Olanda (Province of Fryslan), l'Italia (Puglia e Abruzzo), la Svezia, la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, il Regno Unito (Scozia), la Spagna (Extremadura) e gli Stati Uniti d'America.
Il progetto mette in rete esperienze regionali in diversi paesi dell'Ocse. Oltre alla Puglia, fanno parte di questo network internazionale: Abruzzo, Frysla'n (Olanda), Que'bec e Prince Edward Island (Canada), Extremadura (Spagna), Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Scozia (Regno Unito), e quattro regioni negli Stati Uniti D'America. Il progetto è articolato secondo un programma di lavoro che prevede un aggiornamento costante degli esperti coinvolti, anche attraverso il confronto diretto con i portatori di interesse di ogni singolo Paese, che si concluderà nel corso del 2012.
Grazie alla produzione di energia verde, le aree rurali hanno la possibilità di utilizzare il proprio patrimonio di fonti energetiche rinnovabili per creare posti di lavoro stabili e preziosi in settori emergenti, incoraggiare gli investimenti e migliorare il proprio capitale umano e sociale. ''Abbiamo la possibilità per esempio -ha detto Vendola- di ragionare su quei terreni inquinati da diossina o da arsenico che non possono essere più coltivati e produrre lavorazioni tradizionali. Occorre far respirare il terreno che è stato inquinato e abusato dalla chimica e occorre anche poter immaginare un reddito per i proprietari di quei terreni".
"Bisogna contestualmente però immaginare che le energie rinnovabili, nelle campagne come nelle città, non possano svilupparsi con le mega aziende o con i grandi impianti. Devono svilupparsi con le centrali di piccola taglia. Per l'agricoltura dunque occorrono piccole centrali - ha proseguito - per l'autoproduzione e l'autoconsumo. Questa è la via maestra. Così come nelle città - ha concluso - dobbiamo privilegiare il pannello fotovoltaico per famiglia. Con questi presupposti si può arrivare ad un risultato straordinario per i cittadini, per i lavoratori e per gli imprenditori, quello cioè dell'abbattimento della bolletta energetica e dell'abbattimento dell'inquinamento''.
Nel corso del 2010 la Regione Puglia ha aderito al progetto 'La produzione di energia rinnovabile come politica di sviluppo regionale delle aree rurali' proposto dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, finalizzato a conoscere e mettere a sistema le buone prassi internazionali sul tema energetico e la creazione di opportunità di crescita economica. Al progetto hanno aderito numerosi Paesi: il Canada (Quebec, e Prince Edward Island), l'Olanda (Province of Fryslan), l'Italia (Puglia e Abruzzo), la Svezia, la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia, il Regno Unito (Scozia), la Spagna (Extremadura) e gli Stati Uniti d'America.
Il progetto mette in rete esperienze regionali in diversi paesi dell'Ocse. Oltre alla Puglia, fanno parte di questo network internazionale: Abruzzo, Frysla'n (Olanda), Que'bec e Prince Edward Island (Canada), Extremadura (Spagna), Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Scozia (Regno Unito), e quattro regioni negli Stati Uniti D'America. Il progetto è articolato secondo un programma di lavoro che prevede un aggiornamento costante degli esperti coinvolti, anche attraverso il confronto diretto con i portatori di interesse di ogni singolo Paese, che si concluderà nel corso del 2012.