TOKYO. Cresce la paura per le radiazioni in Giappone, dopo che alcuni tecnici sono rimasti ustionati nel tentativo di raffreddare i reattori nella centrale nucleare danneggiata dal terremoto e il governo ha alimentato la confusione sulla zona di evacuazione attorno all'impianto.
Il primo ministro Naoto Kan, nel sua prima dichiarazione sulla crisi da una settimana, ha detto che la situazione nella centrale di Fukushima, non è "neppure lontanamente sul punto" di essere risolta. (leggi anche: Fukushima, radioattività in mare)
"Stiamo facendo ogni sforzo per impedire che peggiori, ma non dobbiamo essere troppo compiaciuti", ha detto ai giornalisti. "Dobbiamo rimanere in guardia".
Queste parole riflettono l'inquietudine che agita il Giappone, dopo molti giorni di piccoli ma costanti progressi nel contenere l'incidente alla centrale, provocato dal devastante terremoto e dallo tsunami di due settimane fa.
Il sisma di magnitudo 9.0 e le onde giganti che ha provocato hanno ucciso oltre 10.000 persone e 17.500 risultano scomparse.
Per quanto scioccante sia questo bilancio, l'attenzione pubblica, dopo il disastro dell'11 marzo, è rivolta alla possibilità di una catastrofica fusione dei reattori a Fukushima, 240 chilometri a nord di Tokyo.
Il governo ha spinto decine di migliaia di persone che vivono nel raggio di 20-30 chilometri dalla centrale ad andarsene, ma ha sottolineato che non avrebbe allargato la zona di evacuazione di 20 chilometri.
La Cina, intanto, ha detto che in due viaggiatori provenienti dal Giappone sono stati trovati livelli molto alti di radiazioni.
MERCATO AUTO IN DIFFICOLTA' - Le case automobilistiche mondiali rischiano di perdere la fabbricazione di 600 mila vetture entro fine mese a causa del terremoto in Giappone che ha bloccato le linee di assemblaggio e la produzione di vernici.
Toyota, il maggiore produttore al mondo, ha perso 140 mila vetture, mentre Honda non ha potuto fabbricare 46.600 auto e 5.000 motociclette; Mazda ha ridotto la produzione di 31 mila auto, Mitsubishi di 15 mila mentre Ford non ha perso nulla.
Il primo ministro Naoto Kan, nel sua prima dichiarazione sulla crisi da una settimana, ha detto che la situazione nella centrale di Fukushima, non è "neppure lontanamente sul punto" di essere risolta. (leggi anche: Fukushima, radioattività in mare)
"Stiamo facendo ogni sforzo per impedire che peggiori, ma non dobbiamo essere troppo compiaciuti", ha detto ai giornalisti. "Dobbiamo rimanere in guardia".
Queste parole riflettono l'inquietudine che agita il Giappone, dopo molti giorni di piccoli ma costanti progressi nel contenere l'incidente alla centrale, provocato dal devastante terremoto e dallo tsunami di due settimane fa.
Il sisma di magnitudo 9.0 e le onde giganti che ha provocato hanno ucciso oltre 10.000 persone e 17.500 risultano scomparse.
Per quanto scioccante sia questo bilancio, l'attenzione pubblica, dopo il disastro dell'11 marzo, è rivolta alla possibilità di una catastrofica fusione dei reattori a Fukushima, 240 chilometri a nord di Tokyo.
Il governo ha spinto decine di migliaia di persone che vivono nel raggio di 20-30 chilometri dalla centrale ad andarsene, ma ha sottolineato che non avrebbe allargato la zona di evacuazione di 20 chilometri.
La Cina, intanto, ha detto che in due viaggiatori provenienti dal Giappone sono stati trovati livelli molto alti di radiazioni.
MERCATO AUTO IN DIFFICOLTA' - Le case automobilistiche mondiali rischiano di perdere la fabbricazione di 600 mila vetture entro fine mese a causa del terremoto in Giappone che ha bloccato le linee di assemblaggio e la produzione di vernici.
Toyota, il maggiore produttore al mondo, ha perso 140 mila vetture, mentre Honda non ha potuto fabbricare 46.600 auto e 5.000 motociclette; Mazda ha ridotto la produzione di 31 mila auto, Mitsubishi di 15 mila mentre Ford non ha perso nulla.
Tags
Esteri