Giornate Fai: Bari riscopre il Palazzo della Prefettura

BARI. La giornata di Primavera del FAI (Fondo ambiente italiano), giunta alla diciannovesima edizione, è in programma per sabato 26 e domenica 27 marzo.
Quest'anno la manifestazione, che si svolge in 260 località in tutte le regioni con l'apertura di 660 beni, è inserita nelle celebrazioni ufficiali della presidenza del Consiglio dei Ministri.
A Bari la delegazione del FAI propone visite guidate al Palazzo della Prefettura in piazza Libertà, a Palazzo di Città e al Teatro Comunale "Niccolò Piccinni" in corso Vittorio Emanuele II, 84.
L'appuntamento è per sabato 26 dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18; domenica 27 dalle 10 alle 18.
Sono previste visite guidate anche in lingua albanese, rumena, serbo-croata, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Le guide impegnate per le visite saranno gli Apprendisti Ciceroni dei licei Salvemini, Scacchi e De Nittis e dell'Istituto Tecnico Commerciale/Linguistico Marco Polo.
Eventi collaterali-foyer Teatro Piccinni
sabato 26 alle 12 e domenica 27 marzo alle 16 coro "Chorus Harmony" - Laboratorio di canto corale diretto dal M° G. Lomurno.
L'elenco completo di tutte le iniziative promosse in Puglia in occasione della giornata Fai di Primavera è disponibile su http://www.giornatafai.it/Puglia.htm

Il Palazzo della Prefettura
Con il ciclo storico del "Decennio francese", che ebbe inizio nel 1806 quando fece il suo ingresso a Napoli Giuseppe Bonaparte, si svilupparono i destini dell'attuale Palazzo della Prefettura di Bari, in un quadro di grandi riforme che determinarono il nostro ordinamento giudiziario, nonché l'intero sistema economico e politico-amministrativo con lo Stato strutturato in Province, Distretti e Comuni.
Bonaparte designò con il decreto del 10 agosto 1806, Bari quale capoluogo di Provincia al posto di Trani con una scelta tesa a privilegiare una città che per storia, articolazione sociale e composizione del suo ceto dirigente, presentava energie che l'avrebbero aperta all'acquisizione di nuove istituzioni a cominciare da quelle giudiziarie.
Il passaggio da Trani a Bari non fu indolore e dopo un contestato primo ripensamento, il Re Gioacchino fissò definitivamente con un Decreto del 7 novembre 1808, la sede dell'Intendenza a Bari. Il Decurionato barese chiese la concessione del Monastero di San Domenico che, con la soppressione degli ordini religiosi, si era reso libero come sede "provvisoria".
I lavori dell'attuale Palazzo della Prefettura, parzialmente finanziati dall'impopolare dazio sulla cottura del pane, furono iniziati nel 1811 e terminati parzialmente nel 1831 quando il Re Ferdinando II annunciò una visita a Bari e l'Intendente dell'epoca chiese la consegna del Palazzo. Nel 1861, in concomitanza del completamento del Palazzo, fu quindi istituita la figura del Prefetto e nei circondari (le ex Sottintendenze) quella del Sottoprefetto.
Nel novembre del 1861 si insediò nel Palazzo ormai "della Prefettura", il Marchese Pietro Peverelli dando inizio ad una nuova stagione politico, amministrativa, burocratica.
La parte "pregiata" del Palazzo è il cosiddetto "piano nobile", dove hanno sede le sale di rappresentanza, gli uffici del Prefetto, l'appartamento presidenziale e l'alloggio del Prefetto.
Naturalmente, per la decorazione delle sale venne prescelto l'artista di maggior successo il cui prestigio si era enormemente accresciuto con la novità delle pitture dell'Aula Magna del Palazzo dell'Ateneo in Bari, Mario Prayer.
Le pitture delle sale di rappresentanza del Palazzo della Prefettura risalgono alla fine degli anni '30, le cui raffigurazioni si organizzano attorno al tema del trionfo delle Arti e delle attività artigianali. In particolare nel Salone delle Feste, Prayer sembra voglia dotare la città di Bari di uno degli stili storici che non avevano avuto nell' 800 e nel ‘900 la possibilità di essere presenti, in virtù di certi schemi della cultura locale che volevano la Città saldamente ancorata al Rinascimento, il mito di Bona Sforza, e ancor più al Medioevo.
Tra le sale del primo piano vanno ricordate la Sala delle Arti e la Sala delle Province pugliesi.
La decorazione più fastosa e che più di tutte si impone all'attenzione dei visitatori è tuttavia quella del Salone delle Feste al secondo piano, il luogo deputato ad accogliere le cerimonie ufficiali. Non possono essere dimenticati, infine, i dipinti sopraporta che qualificano fortemente l'ambiente con stesure di colore, non del tutto usuali nel Prayer, di aspetto neobarocco.
I temi delle sei tabelle sembrano oscillare tra quelli mitologici delle Stagioni , l'Autunno e l'Estate, e quelli dei Mestieri, la Metallurgia e la Pesca, mentre in una di esse viene rappresentata la Fortuna, quasi l'artista volesse rammentarci che nulla l'Uomo può se non con il favore della Sorte.
Oggi come ieri il Palazzo della Prefettura resta un autorevole punto di riferimento per Bari e i pugliesi e al suo interno si lavora per i cittadini, per la loro sicurezza e per la salvaguardia dei valori di giustizia e di libertà, affermati dalla Costituzione Repubblicana.

Il Teatro Piccinni di Bari e Il Congresso di Bari dei CLN del 28 e 29 gennaio 1944
Il Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale, svoltosi nel Teatro Piccinni a Bari il 28 e 29 gennaio 1944, rappresentò la prima voce libera che si levò nell'Italia occupata e fu la prima manifestazione democratica in un paese fino a poco tempo prima soffocato dal fascismo.
Gli uomini più rappresentativi dell'antifascismo dell'Italia libera tra i quali Benedetto Croce, Carlo Sforza, Adolfo Omodeo, Vincenzo Arangio Ruiz, Giulio Rodinò, Tito Zaniboni, Velio Spano, Fausto Gullo, e diversi intellettuali pugliesi tra i quali, Tommaso Fiore, Vincenzo Calace, Natale Loiacono, Michele Cifarelli, affrontarono i problemi relativi alla situazione interna del paese, ai rapporti con gli Alleati, alla partecipazione alla guerra di Liberazione, alla questione istituzionale ed alla figura del re, Vittorio Emanuele III, indicato come "responsabile delle sciagure del paese".
Il Congresso destò l'attenzione degli organi d'informazione di tutto il mondo dal "Times" al "New York Times" a Radio Mosca. In particolare Radio Londra sostenne che il Congresso antifascista rappresentava. Anche il Presidente degli Stati Uniti Roosevelt ed il deputato di New York, Sol Bloom considerarono l'importanza del Congresso per il "risorgere dello spirito di libertà" e per "l'avvio della democrazia" in Italia.
Mentre uno dei padri della storiografia italiana del 900, Giorgio Spini, testimone di quell'evento affermò: "Tutto questo può sembrare miracolo a ricordarsi. Giacché fu fatto nelle peggiori condizioni immaginabili, con un Paese stremato dalla fame, ridotto in macerie dalla guerra, soggetto all'occupazione di forze alleate. [...] E tutto questo fu fatto con dignità e compostezza ammirabili dando un primo solenne esempio di civile costume all'interno ed all'estero. Non vi è bisogno certamente di ricordare come il Congresso di Bari sia stato il primo anello della catena che ci ha condotti alla Costituente ed all'avvento della Repubblica".

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