Immigrazione: Berlusconi a Lampedusa, 6200 tunisini trasferiti. Anche donne incinte a Manduria

LAMPEDUSA. La nave "San Marco" della Marina militare e' giunta all'alba a Lampedusa, dove in mattinata e' arrivato anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per dare il via al trasferimento dei circa 6.200 tunisini ammassati sull'isola. Con il premier anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, ha annunciato ieri sera che ci sara' anche lui e che intende chiedere al governo impegni precisi e concreti perche' la situazione a Lampedusa si normalizzi stabilmente. L'unita' militare e' la prima ad arrivare delle cinque navi che imbarcheranno gli immigrati. Le altre quattro sono traghetti civili. Le prossime ad attraccare saranno la "Catania" e la "Clodia". La "San Marco" ha intanto ormeggiato in rada, con l'assistenza delle motovedette della Guardia costiera.

BERLUSCONI: LAMPEDUSA SVUOTATA IN 48-60 ORE - Il premier, giunto nell'isola per valutare la situazione legata alla massiccia presenza degli immigrati, si rechera' in municipio dove incontrera' il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il sindaco Bernardino De Rubeis e si intratterra' anche con un gruppo di cittadini che gia' lo stanno attendendo radunati davanti al palazzo di citta'. ''In 48-60 ore Lampedusa sara' abitata solo dai lampedusani'' ha detto il premier.
Intanto è slittato a domani il Cdm straordinario. Ieri l'attacco di Bossi: 'fora da i ball'. Le opposizioni insorgono: 'e' la linea del governo?'. Il capo dello stato Napolitano sollecita i governatori: 'no a incertezza e divisioni davanti a una situazione inaccettabile'. Malmstrom bacchetta l'Italia: 'no a respingimenti di massa, no a consiglio Ue strordinario; Italia ha già le risorse messe a disposizione dall'Europa, le usi'.

NOTTE SENZA SBARCHI A LAMPEDUSA, MA IN 31 A LINOSA - E' stata una notte senza nuovi arrivi di migranti a Lampedusa: uno sbarco, invece, a Linosa dove i carabinieri hanno intercettato gia' a terra 31 tunisini che erano arrivati senza essere stati avvistati.


L'interno di una tenda del Cie di Manduria
PROBLEMI A MANDURIA - La tendopoli di Manduria resta un cantiere aperto: proseguono infatti sia il montaggio delle tende che le opere di sbancamento e di sistemazione del terreno per evitare che, in caso di pioggia, il campo si allaghi. Nella notte non si è vista traccia di ronde improvvisate che erano state annunciate ieri da alcuni cittadini che sostavano nelle vicinanze del campo. Ciò anche perché è stato rafforzato il dispositivo di sicurezza e di vigilanza anche attorno alla tendopoli da parte delle forze dell'ordine, coadiuvate anche dal Corpo forestale dello stato; pattuglie hanno svolto servizio di controllo anche nella cittadina di Manduria. Secondo voci non confermate, la notte scorsa solo tre immigrati sarebbero riusciti a fuggire dalla tendopoli, approfittando del buio.
Problemi alla tendopoli in relazione alla presenza di donne che sono in tutto 16, quattro delle quali in stato di gravidanza. Le donne si sono rifiutate di scendere dal pullman chiedendo di rivedere i loro mariti e di poter restare con loro. Ma, a quanto pare, nel campo non sarebbe previsto che donne e uomini stiano in una stessa tenda. Sull'autobus, dopo alcuni minuti di attesa, sono saliti tre immigrati per convincerle a scendere, ma la situazione rimane di stallo. Due immigrati stanno valutando con i responsabili della tendopoli la possibilità di trovare una soluzione.

IN 230 A MANDURIA CHIEDONO PROTEZIONE INTERNAZIONALE Sono 230 gli immigrati ospitati nella tendopoli di Manduria che hanno chiesto 'protezione internazionale' in base alla convenzione di New York per ottenere un permesso temporaneo. Da oggi l'accesso all'area antistante il campo è vietata anche ai giornalisti ed è impossibile parlare anche con operatori civili impegnati all'interno della struttura.

FITTO: RESPINGIMENTI DI MASSA? DIPENDE DALL'UE - ''I respingimenti di massa sono l'extrema ratio, ma l'Europa non puo' scaricare tutto su di noi''. Lo afferma il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto in un'intervista ad ''Avvenire'' sulla situazione degli sbarchi di immigrati a Lampedusa.
''Rischiamo - spiega - un'ondata di immigrati superiore a quella con cui abbiamo fatto i conti ai tempi della guerra del Kosovo. Nettamente superiore''. Insomma, ''l'ondata puo' essere superiore a ogni previsione e l'Europa non puo' davvero voltarsi dall'altra parte. La Ue non puo' essere egoista, non puo' scaricare solo sull'Italia il problema perche' cosi' dovrebbe fare i conti con la nostra reazione''.
Quello che si dovra' fare, evidenzia ancora, ''lo verificheremo nelle prossime ore: ci sono incontri fissati, vertici in agenda. Ma c'e' un punto fermo: l'Italia sia unita. Solo cosi' la nostra offensiva avra' concrete possibilita' di portare risultati''.
Fitto spiega che ''c'e' da ospitare i rifugiati, ma chi non ha lo stato di rifugiato...'', i respingimenti di massa sono ''l'ultima soluzione, l'estrema ratio. Ma in questo scenario davvero non si puo' escludere, perche' l'idea che tutti i paesi dell'Ue chiudano le loro porte non puo' proprio andare bene. Nessuno puo' pensare che l'Italia trovi da sola la soluzione al dramma di 50 mila immigrati''. Devono capire tutti, conclude, ''che l'Italia e' il punto d'approdo per l'Europa. E che la gran parte di questi immigrati punta ad andare in altri paesi. E allora l'Ue si muova e non ci obblighi a scelte che non vorremmo mai fare''.

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