BARI. ''Qualsiasi precauzione, qualsiasi 'ultima' generazione di reattori, qualsiasi meccanismo di protezione non puo' mettere al sicuro l'umanita' da una catastrofe causata da avvenimenti naturali, accidentali, terroristici''. E' quanto ha affermato in una nota il presidente del Gruppo Sel del Consiglio regionale pugliese, Michele Losappio.
''Nel caso delle centrali nucleari - continua - questo pero' comporta, rispetto a tutti gli altri impianti, una conseguenza dovuta alla radiazioni che segnera' tragicamente la prospettiva di vita di molte generazioni per centinaia di anni. Che questo rischio, gia' manifestatosi in passato prima dello tsunami nipponico, venga esorcizzato per rispettare la 'bolletta' energetica e mantenere i conti economici piu' bassi non e' accettabile''.
''Lo scambio fra il futuro dell'umanita' - aggiunge - e il suo benessere costituisce un ricatto immorale da respingere.
Se vale per un'industria inquinante, vale a maggior ragione per la tecnologia nucleare. Gli avvenimenti giapponesi sollecitano, oltre alla naturale solidarieta' per quel popolo segnato dalla tragedia ed anche dal contrappasso del nucleare, da Hiroshima ad oggi, una riflessione sulle scelte energetiche del Governo e sul referendum''.
''Si poteva arrivare - conclude - a conclusioni piu' prudenti ed equilibrate prima del disastro, ma nessuno puo' oggi chiedere di rinviare la riflessione a tempi futuri perche' con il nucleare c'e' davvero la possibilita' che l'umanita' un futuro non l'abbia piu'''.
''Nel caso delle centrali nucleari - continua - questo pero' comporta, rispetto a tutti gli altri impianti, una conseguenza dovuta alla radiazioni che segnera' tragicamente la prospettiva di vita di molte generazioni per centinaia di anni. Che questo rischio, gia' manifestatosi in passato prima dello tsunami nipponico, venga esorcizzato per rispettare la 'bolletta' energetica e mantenere i conti economici piu' bassi non e' accettabile''.
''Lo scambio fra il futuro dell'umanita' - aggiunge - e il suo benessere costituisce un ricatto immorale da respingere.
Se vale per un'industria inquinante, vale a maggior ragione per la tecnologia nucleare. Gli avvenimenti giapponesi sollecitano, oltre alla naturale solidarieta' per quel popolo segnato dalla tragedia ed anche dal contrappasso del nucleare, da Hiroshima ad oggi, una riflessione sulle scelte energetiche del Governo e sul referendum''.
''Si poteva arrivare - conclude - a conclusioni piu' prudenti ed equilibrate prima del disastro, ma nessuno puo' oggi chiedere di rinviare la riflessione a tempi futuri perche' con il nucleare c'e' davvero la possibilita' che l'umanita' un futuro non l'abbia piu'''.