BARI. "Io chiedo che il governo nazionale, per senso del decoro e per il principio della realta', ritiri immediatamente la propria opzione nuclearista". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e liberta', Nichi Vendola, parlando con i giornalisti a Bari a proposito della tragedia del Giappone, a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei Conti regionale.
Vendola ha auspicato che il governo "torni a discutere con le regioni ma anche con il mondo accademico, con l'intellettualita', con l'ambientalismo sul modello possibile di politica energetica. Il nucleare - ha proseguito - vede ferito a morte un ingrediente fondamentale della sua narrazione: la leggenda della sicurezza. Quel fumo radiattivo e' un'ipoteca drammatica non solo su quei territori del Giappone ma sulla vita della specie umana sul Pianeta.
"In questi anni - ha ricordato - soprattutto da parte del centrodestra e della ricchissima lobby nuclearista si e' continuamente citato l'esempio del Giappone come esempio di assoluta sicurezza delle centrali atomiche in caso di rischio sismico. Io non voglio dire nessuna parola polemica", ma ricordare "quello che sta accadendo di terribile, catastrofico, di apocalittico nel Giappone in queste ore e che turba la coscienza del mondo, che addolora tutti noi, e ci fa sentire anche inquieti nella riflessione sulla fragilita' della vita sul pianeta".
Io chiedo con forza - ha sottolineato Vendola - che il governo e il Parlamento blocchino l'opzione nuclearista nel nostro Paese. Questa e' la cosa piu' importante".
INTRONA: NUCLEARE FA ANCORA PIU' PAURA - “Da ieri il nucleare fa più ancora paura. È caduto il mito del Giappone super efficiente ed è crollata anche la fiducia nelle centrali di ultima generazione. Ora il governo Berlusconi ripensi la sua scelta nuclearista: il Paese guarda al disastro e gli italiani hanno sempre avuto ragione ribadendo la loro netta avversione alla cultura dell’atomo”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, guarda con dolore alla tragedia che ha devastato il Paese del Sol Levante, ma non può “fare a meno di osservare che il fumo che si leva dalla centrale di Fukushima è radioattivo, è un fumo di morte”.
Davanti a questa immagine eloquente, alle evacuazioni nelle aree intorno agli impianti, al sinistro innalzamento delle temperature di esercizio del nocciolo, “il nostro governo nazionale deve riflettere e dare una risposta rassicurante ai suoi cittadini”, dichiara Introna. “Il Paese attende che Palazzo Chigi dichiari di rinunciare alla politica nuclearista. Il miraggio del nucleare sicuro si dimostra ora più che mai un salto nel vuoto, verso un destino annunciato dalle immagini agghiaccianti che dall’altra parte del mondo entrano nelle case degli italiani”
“Sarebbe un atteggiamento di buon senso politico fare un passo indietro – osserva il presidente del Consiglio regionale pugliese – ed avviare un confronto aperto e collaborativo con le Regioni, scongiurando allo stesso tempo una scomoda consultazione referendaria. È il momento di sedersi intorno ad un tavolo e pensare finalmente ad un piano energetico nazionale a prova di azzardi ed incognite”.
Valorizzando l’apporto energetico da fonti tradizionali o rinnovabili che molte realtà territoriali sono in grado di fornire, seno senz’altro alla portata della buona volontà progettuale obiettivi di autonomia energetica che privilegino produzioni ecosostenibili, come quelle su cui punta la Puglia.
Vendola ha auspicato che il governo "torni a discutere con le regioni ma anche con il mondo accademico, con l'intellettualita', con l'ambientalismo sul modello possibile di politica energetica. Il nucleare - ha proseguito - vede ferito a morte un ingrediente fondamentale della sua narrazione: la leggenda della sicurezza. Quel fumo radiattivo e' un'ipoteca drammatica non solo su quei territori del Giappone ma sulla vita della specie umana sul Pianeta.
"In questi anni - ha ricordato - soprattutto da parte del centrodestra e della ricchissima lobby nuclearista si e' continuamente citato l'esempio del Giappone come esempio di assoluta sicurezza delle centrali atomiche in caso di rischio sismico. Io non voglio dire nessuna parola polemica", ma ricordare "quello che sta accadendo di terribile, catastrofico, di apocalittico nel Giappone in queste ore e che turba la coscienza del mondo, che addolora tutti noi, e ci fa sentire anche inquieti nella riflessione sulla fragilita' della vita sul pianeta".
Io chiedo con forza - ha sottolineato Vendola - che il governo e il Parlamento blocchino l'opzione nuclearista nel nostro Paese. Questa e' la cosa piu' importante".
INTRONA: NUCLEARE FA ANCORA PIU' PAURA - “Da ieri il nucleare fa più ancora paura. È caduto il mito del Giappone super efficiente ed è crollata anche la fiducia nelle centrali di ultima generazione. Ora il governo Berlusconi ripensi la sua scelta nuclearista: il Paese guarda al disastro e gli italiani hanno sempre avuto ragione ribadendo la loro netta avversione alla cultura dell’atomo”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, guarda con dolore alla tragedia che ha devastato il Paese del Sol Levante, ma non può “fare a meno di osservare che il fumo che si leva dalla centrale di Fukushima è radioattivo, è un fumo di morte”.
Davanti a questa immagine eloquente, alle evacuazioni nelle aree intorno agli impianti, al sinistro innalzamento delle temperature di esercizio del nocciolo, “il nostro governo nazionale deve riflettere e dare una risposta rassicurante ai suoi cittadini”, dichiara Introna. “Il Paese attende che Palazzo Chigi dichiari di rinunciare alla politica nuclearista. Il miraggio del nucleare sicuro si dimostra ora più che mai un salto nel vuoto, verso un destino annunciato dalle immagini agghiaccianti che dall’altra parte del mondo entrano nelle case degli italiani”
“Sarebbe un atteggiamento di buon senso politico fare un passo indietro – osserva il presidente del Consiglio regionale pugliese – ed avviare un confronto aperto e collaborativo con le Regioni, scongiurando allo stesso tempo una scomoda consultazione referendaria. È il momento di sedersi intorno ad un tavolo e pensare finalmente ad un piano energetico nazionale a prova di azzardi ed incognite”.
Valorizzando l’apporto energetico da fonti tradizionali o rinnovabili che molte realtà territoriali sono in grado di fornire, seno senz’altro alla portata della buona volontà progettuale obiettivi di autonomia energetica che privilegino produzioni ecosostenibili, come quelle su cui punta la Puglia.