BARI. L'Amministrazione comunale ha aderito all'appello di solidarietà lanciato dall'Ufficio delle relazioni esterne del Direttivo nazionale italiano dei Bahà'ì, la minoranza religiosa più numerosa in Iran con oltre 300.000 credenti, in merito alle persecuzioni che la Comunità subisce da diversi anni in territorio iraniano.
Nel 2008, infatti, i sette membri dello Yaran, organo rappresentativo dei Bahá'i che si occupa della cura dei bisogni spirituali e sociali della Comunità, sono stati arrestati in assenza di una contestazione formale di reato e tenuti per diverso tempo in totale isolamento, senza poter ricevere visite dai loro familiari né ottenere alcun supporto legale. Dopo oltre due anni di carcere, le autorità iraniane non hanno presentato alcuna prova che giustifichi la detenzione dei dirigenti Bahà'i e la loro condanna a vent'anni di reclusione, commutata a dieci grazie alle pressioni internazionali.
La comunità Bahá'í teme che, in mancanza di prove contro i sette dirigenti, le autorità islamiche possano raccogliere false testimonianze o che, sotto minaccia o tortura, costringano altri Bahá'í, recentemente arrestati, a confessare di aver partecipato all'organizzazione di dimostrazioni durante l'Ashura, anniversario del martirio dell'Imam Hossein, la ricorrenza più importante per l'Islam sciita, religione ufficiale di Stato.
Nella delibera di Giunta, promossa dall'assessore all'Accoglienza e Pace Fabio Losito al fine di riaffermare la libertà di cultura, di pensiero e di coscienza religiosa, si chiede l'intervento del Presidente del Consiglio e del Governo di adottare misure urgenti ed efficaci presso le autorità governative iraniane che devono conformarsi ai loro obblighi nazionali e internazionali, rispettare le minoranze religiose e liberare senza indugio i membri della comunità Bahà'i detenuti con l'accusa di aver partecipato alle proteste antigovernative.
"L'attenzione alle culture delle minoranze è una caratteristica indispensabile dell'Amministrazione comunale di Bari - ha dichiarato l'Assessore comunale all'Accoglienza e alla Pace, Fabio Losito - Per quanto sia lontano il dramma di questa comunità, è comunque vicino ai sentimenti della città"
Nel 2008, infatti, i sette membri dello Yaran, organo rappresentativo dei Bahá'i che si occupa della cura dei bisogni spirituali e sociali della Comunità, sono stati arrestati in assenza di una contestazione formale di reato e tenuti per diverso tempo in totale isolamento, senza poter ricevere visite dai loro familiari né ottenere alcun supporto legale. Dopo oltre due anni di carcere, le autorità iraniane non hanno presentato alcuna prova che giustifichi la detenzione dei dirigenti Bahà'i e la loro condanna a vent'anni di reclusione, commutata a dieci grazie alle pressioni internazionali.
La comunità Bahá'í teme che, in mancanza di prove contro i sette dirigenti, le autorità islamiche possano raccogliere false testimonianze o che, sotto minaccia o tortura, costringano altri Bahá'í, recentemente arrestati, a confessare di aver partecipato all'organizzazione di dimostrazioni durante l'Ashura, anniversario del martirio dell'Imam Hossein, la ricorrenza più importante per l'Islam sciita, religione ufficiale di Stato.
Nella delibera di Giunta, promossa dall'assessore all'Accoglienza e Pace Fabio Losito al fine di riaffermare la libertà di cultura, di pensiero e di coscienza religiosa, si chiede l'intervento del Presidente del Consiglio e del Governo di adottare misure urgenti ed efficaci presso le autorità governative iraniane che devono conformarsi ai loro obblighi nazionali e internazionali, rispettare le minoranze religiose e liberare senza indugio i membri della comunità Bahà'i detenuti con l'accusa di aver partecipato alle proteste antigovernative.
"L'attenzione alle culture delle minoranze è una caratteristica indispensabile dell'Amministrazione comunale di Bari - ha dichiarato l'Assessore comunale all'Accoglienza e alla Pace, Fabio Losito - Per quanto sia lontano il dramma di questa comunità, è comunque vicino ai sentimenti della città"